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Mario Polese, ex Pd oggi Italia Viva

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POTENZA – In Emilia Romagna ha vinto il «governatore più renziano d’Italia», che «si è schierato contro il referendum sulle trivelle», promosso – tra gli altri – dal Consiglio regionale della Basilicata, e «non ha subito il linciaggio della sinistra interna».
Marca le differenze tra quanto accaduto nelle urne delle elezioni regionali di domenica, a Bologna e Catanzaro, e il precedente di fine marzo, in Basilicata, il consigliere regionale di Italia viva, Mario Polese, già segretario regionale del Pd, dimessosi dopo quella storica sconfitta e di recente transitato nel nuovo partito di Matteo Renzi.
Consigliere, che giudizio dà dei risultati delle ultime elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria?
«Un ottimo risultato per tutti i riformisti italiani. Salvini ha perso, nettamente. Le sue guasconate aggressive hanno spaventato l’elettorato moderato, decisivo in Emilia Romagna come nel resto d’Italia. Ha vinto Stefano Bonaccini, un amministratore capace, che ha governato bene anche a detta dei suoi avversari e che ha dimostrato che populismo e sovranismo, due facce della stessa medaglia, si sconfiggono con serietà, programmazione, coesione, azioni concrete e risposte ai problemi dei cittadini. Una impostazione chiaramente liberale nell’azione politico-amministrativa che si contrappone, vincendo, all’esasperazione delle paure ed alla radicalità infruttuosa della demonizzazione della politica. Questa è una vittoria della politica, della buona politica altro che».
Il Pd, nonostante la scissione di Italia viva è il primo partito sia in Calabria che in Emilia Romagna. Non è che Polese si è pentito di aver scelto la via renziana?
(Ride). «Nessun pentimento per amore e coerenza dei miei valori. La stessa che ci vorrebbe nell’analizzare un voto locale, non nazionale. Il Pd ha perso quasi 12 punti rispetto alle passate regionali in Emilia, in Calabria altrettanto. Peraltro in Emilia governava, così come in Calabria, regione ora persa e consegnata alla destra. Io non esagererei nei trionfalismi. Piuttosto proverei a nazionalizzare l’insegnamento emiliano. Italia Viva lo ha fatto, ha eletto suoi rappresentanti, contribuendo in maniera determinante assieme ad Azione e +Europa all’esito finale, nonostante il nostro partito non avesse una lista propria essendo nato meno di due mesi prima della presentazione delle liste. Siamo davvero entusiasti del percorso intrapreso e sarà l’assemblea nazionale del 1 febbraio a Roma a dare il via all’organizzazione territoriale e a partire dalle prossime competizioni regionali saremo pronti con il nostro simbolo».
Oggi come si spiega che l’Emilia Romagna abbia resistito all’avanzata del centrodestra mentre meno di un anno fa la Basilicata, a lungo considerata come l’altro fortino rosso tra le regioni italiane, ha scelto di cambiare?
«In primo luogo, metodologicamente, suggerirei onestà intellettuale nella analisi. Le cose vanno lette nella loro diversità e soprattutto con uniformità di pensiero, altrimenti facciamo come chi dice che le primarie sono il male assoluto e poi inneggia alla vittoria di quelle farlocche organizzate da Michele Emiliano in Puglia. In Emilia Romagna ha vinto il governatore più renziano d’Italia, che si è schierato contro il referendum sulle trivelle, che non ha subito il linciaggio della sinistra interna, che ha raccontato le cose fatte in 5 anni mettendo in secondo piano i partiti tradizionali e che si è giovato di due importanti sostegni, il risveglio civico messo in campo dalle sardine con una partecipazione elettorale senza precedenti ed un contesto nazionale favorevole, grazie all’intuizione di Matteo Renzi, che ha impedito che un Salvini premier travolgesse anche l’Emilia. Ecco le differenze».
Che farà Italia Viva alle prossime elezioni amministrative? Intendo soprattutto in Basilicata e in particolare nella città di Matera.
«Chi pensa di imporre soluzioni sbaglia. Così come chi da per scontato il nostro sostegno, che sarà determinante, questo è evidente a tutti. Noi abbiamo i nostri valori e le nostre idee. A Matera come altrove vincerà chi interpreterà al meglio una visione di modernità della Basilicata e della città dei Sassi. Noi staremo con chi avrà una visione analoga alla nostra, senza steccati e con un ruolo da protagonisti reali».
Zingaretti, commentando il risultato delle elezioni, ha rilanciato l’esigenza di una scelta di campo dei 5 stelle a favore del centrosinistra. c’è spazio per Italia viva e M5s in un’unica coalizione?
«Lì dove i partiti di sinistra si sono radicalizzati, come in Calabria, la sconfitta è stata inesorabile ed il voto moderato, ormai determinante per le vittorie o le sconfitte, è stato assorbito da Forza Italia. La scomparsa del Movimento 5 stelle, responsabili veri dell’imbarbarimento della politica, sterilizza l’humus di cui l’alveo leghista si alimenta. La buona politica ha la sua chance più grande e solo forze moderne, riformiste e liberali, insieme, possono interpretarlo».

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