INDICE DEI CONTENUTI
Pd, in 101 firmano un documento per chiedere mano libera rispetto all’alleanza con i 5 stelle
PRIMA di metter becco su alleanze e candidature alle prossime elezioni comunali di Matera il Pd regionale, e quello nazionale, farebbero bene a risolvere i problemi su Potenza.
Potrebbe sintetizzarsi così il messaggio lanciato ieri dai centouno firmatari del documento dal titolo “Manifesto politico per il Pd di Basilicata”, che si propone di «rigenerare» il partito, e rilanciare la Basilicata intera. Centouno attivisti e amministratori locali democratici perlopiù vicini al consigliere regionale Roberto Cifarelli e alla corrente che un tempo guardava al ministro della Giustizia Andrea Orlando. Con qualche innesto riconducibile al capogruppo in Consiglio regionale, Piero Lacorazza.
PD BASILICATA, TENSIONI PER CANDIDATURE E ALLEANZE IN VISTA DELLE COMUNALI A MATERA
In fondo a tutto restano le tensioni su alleanze e candidature alle prossime elezioni comunali di Matera. Tensioni che hanno già convinto due settimane orsono proprio Cifarelli a congelare la sua partecipazione alla vita di partito. Dopo il tentativo del segretario regionale Giovanni Lettieri di archiviare la fine della scorsa consiliatura comunale, con le dimissioni di 3 consiglieri Pd che hanno portato alla decadenza del sindaco M5s Domenico Bennardi. Per riavviare le trattative per la costruzione dell’alleanza con i pentastellati che resta il “faro” del partito «testardamente unitario» immaginato dalla segretaria nazionale Elly Schlein.
IL MANIFESTO POLITICO PER IL PD BASILICATA
«La sconfitta alle elezioni regionali doveva spingere il Pd lucano ad una rigorosa e severa riflessione sulla nostra capacità di costruire una proposta politica capace di raccogliere il consenso della maggioranza dei cittadini richiamando al contempo tutte le forze riformiste del centrosinistra per preparare gli appuntamenti futuri». Questo uno dei primi periodi del documento, in cui si sostiene che questa riflessione non sarebbe avvenuta per gli «inspiegabili problemi interni» al Pd. «A cominciare da quelli fondamentali come l’assenza di un gruppo dirigente nella città di Potenza, simbolo della politica regionale, e la mancanza nel capoluogo regionale di un gruppo consiliare del Pd in Consiglio comunale».
Nel documento non si fa riferimento all’assenza del Pd su questo o quel tema in particolare della politica cittadina. Men che meno su questioni che stanno provocando non pochi malumori a sinistra come l’intitolazione di un luogo pubblico della città all’imprenditore radiofonico Bonaventura Postiglione, già candidatosi alla presidenza della Regione con i neofascisti di Forza Nuova.
In un passaggio successivo, però, pare sentirsi in maniera nitida l’eco delle polemiche su alcuni affidamenti diretti disposti dall’amministrazione guidata dal «civico di centrosinistra» Vincenzo Telesca.
«Occorre prestare la massima attenzione alle parole del procuratore generale D’Alterio che in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario ha definito “molto radicato il fenomeno della turbativa d’asta negli appalti pubblici”: fenomeno che deve farci riflettere e agire di conseguenza anche nelle amministrazioni di centro sinistra».
L’AFFONDO DEI 101 FIRMATARI
Quindi l’affondo sulle alleanze calate dall’alto, e la rivendicazione di un “modello lucano” che l’anno scorso, proprio di questi tempi, venne bocciato dai vertici del partito. Accantonando, a favore dell’intesa con il Movimento 5 stelle, la candidatura a governatore del re della coop bianche lucane, Angelo Chiorazzo, e l’alleanza con renziani e calendiani guidati dall’ex governatore Marcello Pittella. Vale a dire lo schema dello storico centrosinistra lucano che da più parti si immmagina che possa rivivere nella città dei Sassi. Nonostante il ruolo sempre più organico degli stessi renziani e calendiani nella maggioranza regionale di centrodestra. Come dimostrato anche dalle ultime nomine, con relative polemiche, negli enti controllati dalla Regione.
«Pensiamo che il Pd lucano debba ragionare con la sua testa e fare scelte che aderiscano alla realtà della nostra regione senza riproporre acriticamente schemi che non rispondano alle concrete necessità del nostro territorio». Così ancora la nota. «In tal modo mentre recuperiamo il patrimonio democratico e riformista che è sicuramente maggioritario nella nostra regione possiamo anche dare un contributo intelligente alla linea politica nazionale del Pd».
«NECESSARIO CONCENTRARSI SULLE ELEZIONI DI MATERA»
«È necessario concentrarsi sulle elezioni di Matera – proseguono ancora i 101 firmatari- dove il Pd deve lavorare per tornare al governo della città predisponendosi subito come fattore decisivo per costruire alleanze che rispondano al comune sentire dei cittadini. Non occorrono forzature dirigistiche, bisogna semplicemente saper ascoltare la voce dei cittadini e agire di conseguenza».
Infine un ultimo avvertimento al segretario regionale Lettieri, unico candidato al congresso regionale del 2023, che negli ultimi mesi ha visto ridursi il fronte dei suoi sostenitori in maniera considerevole. Tanto che nell’assemblea regionale convocata agli inizi di dicembre è toccato all’ex ministro della Salute Roberto Speranza, e al consigliere regionale Piero Marrese difendere il suo operato. Assieme all’ex sottosegretario Vito De Filippo che è anche il riferimento politico principale del sindaco di Potenza.
«È stato già chiesto al segretario (…) di imprimere un’accelerazione politica finalizzata a sciogliere i nodi che impediscono al partito di dispiegare la sua forza sul territorio. Purtroppo, non si sono manifestati fino ad ora segnali e atti politici nella direzione auspicata».
Questo il giudizio impietoso dei 101, che chiedono, pertanto: «una forte accelerazione dell’iniziativa del Pd».
SVENTATA MOZIONE DI SFIDUCIA AL SEGRETARIO
Sventata insomma, almeno per ora, una vera e propria mozione di sfiducia al segretario regionale come quella che affondò il predecessore di Lettieri, Raffaele La Regina. Mozione che all’epoca venne votata da molti dei firmatari del “Manifesto politico per il Pd di Basilicata” e che per qualcuno fermò proprio un tentativo di rigenerare il partito dall’interno. Dopo la fuoriuscita di Pittella in polemica per la mancata candidatura in Parlamento.
«Convocheremo presto la direzione regionale del partito per discutere dell’autosospensione di Cifarelli e di questo documento». Così al Quotidiano Lettieri.
«Mi auguro che non si tratti di un’attestazione di sfiducia, ma vedremo se verrà esplicitata nel dibattito. Personalmente resto a disposizione per qualsiasi confronto e chiarimento».
TI potrebbe interessare
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA