Canio Mancuso
3 minuti per la letturaPOTENZA – Via dal Movimento 5 stelle in polemica con le promesse tradite degli stati generali di dicembre, la «censura» per l’«amico» ed europarlamentare Piernicola Pedicini, il sostegno al governo Draghi e l’asse col Pd.
E’ la decisione annunciata nelle scorse ore da Canio Mancuso, consigliere comunale di Filiano e ormai ex membro della terna dei facilitatori regionali del Movimento, con delega alle relazioni interne.
Le motivazioni dell’addio, il secondo tra i portavoce lucani 5 stelle dopo quello di Pedicini , sono state spiegate in un lungo post pubblicato sulla bacheca Facebook di Mancuso. A partire proprio dalla «carognata» della «censura» nei confronti di Pedicini in occasione degli stati generali del Movimento. Passando alla promessa di una nuova guida collegiale dei 5 stelle, che a oggi è rimasta soltanto sulla carta.
«Di elezioni per eleggere i componenti dell’organo direttivo, non se ne è vista traccia». Ha evidenziato l’ex facilitatore regionale. «E’ vero che sono successi accadimenti politici nazionali di primaria importanza, ma la verità è che chi doveva organizzare questo voto aveva altre priorità, che non combaciavano per niente con le priorità della base del Movimento».
Mancuso ha puntato il dito contro gli attuali vertici del movimento, accusandoli di sentirsi «autorizzati a comandare senza ascoltare nessuno, a negare la parola a chi non gli aggrada, a cacciare chi gli può dire in faccia i loro errori». Quanto ai facilitatori come lui, ha parlato di «strumenti nelle loro mani per poter più facilmente realizzare le loro direttive tenendo a bada gli attivisti».
«E io non ci sto – ha aggiunto – a fare l’utile idiota a nessuno».
«Il Movimento 5 stelle – prosegue ancora Mancuso – vota la fiducia ad un governo tecnico a guida Draghi? Un governo sostenuto anche da Forza Italia e Lega, oltre ai soliti pessimi Pd e Italia Viva? Ma è un incubo? O è la realtà che sa superare il più incredibile degli incubi? Siamo nati in contrapposizione ai poteri forti, allo strapotere delle banche, alla finanza speculativa, a tutto ciò che rappresenta Draghi! Siamo quelli del “nessuno deve rimanere indietro”. Non ci credo che in mezz’ora di telefonata l’ “elevato” ha trasformato Draghi in un grillino. Anzi non ci credo nemmeno che l’ “elevato” possa averlo spudoratamente affermato!
Il consigliere comunale filianese racconta la sofferenza per «i tanti amici, quasi fratelli, che uno dopo l’altro sbattevano la porta e lasciavano».
«All’inizio provavo a convincerli a rimanere, poi piano piano mi sono reso conto che avevano ragione». E’ la sua confessione. «E cosa dire dei cittadini? Da sempre parlo quotidianamente con decine e decine di cittadini e sinceramente non riesco più a difendere le posizioni del Movimento. Se prima riscontravo simpatie e incoraggiamenti, oggi riscontro accuse e rivendicazioni. E non sempre riesco a sostenere il dibattito. Anzi, dico di più: spesso devo dare loro pienamente ragione».
Mancuso si dice deluso anche dal primo dissidente, Alessandro Di Battista, che a suo avviso avrebbe «dimenticato il coraggio da qualche parte nei suoi viaggi per il mondo e si limita ad un paio di post su Facebook». Mentre osserva «i portavoce nazionali (troppo pochi) che osano ribellarsi con un voto contrario o con l’astensione» diventare vittime «delle purghe “dimaiane”, deliberate da probiviri mai così solerti».
Infine la goccia che ha fatto traboccare il vaso, quando il capo politico reggente del Movimento, Vito Crimi «esprime solidarietà per le dimissioni di Zingaretti».
«Più piddino degli stessi piddini». E’ la chiosa dell’ex facilitatore. «No, ragazzi, siamo andati davvero troppo oltre, la mia coscienza si ribella troppo. Non nel mio nome. Dico basta. Il mio livello di sopportazione è ormai al colmo. Magari un domani la fiamma della passione politica si riaccenderà dentro di me, ma da oggi torno ad essere un cittadino qualunque, senza bandiere, e lascio ad altri il compito di difendere posizioni e comportamenti che per me sono ormai indifendibili (…) Un abbraccio ai miei amici portavoce a tutti i livelli che sono sempre più costretti a restare chiusi nei palazzi, dato che le parole per i cittadini diventano sempre meno credibili».
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