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POTENZA – Gli alloggi per i migranti possono attendere. Almeno in Basilicata. E “ghetti” e ripari di fortuna, per chi si rompe la schiena nei campi, possono pure continuare a proliferare. Già, perché è questa la realtà, al di là delle tante parole di circostanze e delle buone intenzioni, più volte e da più parti manifestate. Malgrado gli aiuti finanziari del Governo disponibili.
Basti pensare che la Basilicata (insieme al Molise) è l’unica regione del Sud che non ha sfruttato i finanziamenti che erano stati predisposti dal ministero del Lavoro per la realizzazione di alloggi per i lavoratori migranti. Le amministrazioni comunali, in particolare quelle meridionali, hanno invece risposto alla richiesta ministeriale e dell’Anci nazionale per usufruire di quei 200 milioni del Pnrr disponibili.
«Dalla Basilicata nessuna richiesta, nonostante gli innumerevoli solleciti – rimarca, con rammarico misto a delusione, Pietro Simonetti, che siede al Tavolo contro il caporalato del ministero del Lavoro – la Regione non ha svolto nessuna iniziativa pur conoscendo da tempo l’avviso del Ministero e le esigenze i bisogni dei lavoratori. Si tratta di una ennesima vicenda che fotografa la distanza, che si allarga sempre di più tra i bisogni dei lavoratori, compresi i migranti, e la gestione pubblica degli interventi per il diritto al lavoro ed alla casa».
«Nessuna proposta da Bernalda, che ha vissuto il dramma della Felandina, Palazzo San Gervasio e da altri comuni che conoscono la vita dei senza casa e dello sfruttamento lavorativo», aggiunge Simonetti, riportando alla mente tristi vicende, a volte anche tragiche, vissute in Lucania. Come non ricordare la terribile storia della giovane mamma nigeriana di 28 anni, quella che tutti chiamavano Eris Petty Stone (il suo vero nome era probabilmente un altro), morto nello spaventoso rogo del 7 agosto 2019 scoppiato nel ghetto de “La Felandina” a Bernalda? Oppure le proteste dei migranti che rifiutavano di andare nel ghetto Mulini di Matinelle, a Palazzo?
«Al Tavolo nazionale stiamo lavorando per nuove misure che riguardano la Basilicata – fa sapere Simonetti – a partire da risorse trasferite da altre regioni per l’accoglienza 2022 nel Bradano e Metapontino oltre alla prossima programmazione dei Fondi Ue». Ciò però non può essere di consolazione per l’ennesima occasione persa.
«La vicenda dei 200 milioni si collega anche – conclude Simonetti – alla assoluta mancanza di risorse regionali per le politiche migranti nel bilancio 2022 ed «i gravi ritardi della gestione dei finanziamenti Ue assicurati nel 2018 a partire dal blocco di 800mila euro per i corsi di italiano e per la formazione destinati all’Arlab e del completamento della “Città della Pace” di Scanzano.
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