Piero Marrese, candidato alla presidenza della Regione Basilicata da Pd, M5s, Alleanza Verdi Sinistra, Basilicata possibile e Psi,
7 minuti per la letturaPOTENZA – Avanti con il “campo largo” modello Sardegna, con Pd, M5s, Alleanza Verdi Sinistra, Basilicata possibile e Psi, e un nuovo candidato governatore indicato dai democratici: il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese. Fuori, almeno per ora, gli ex laici cattolici di Basilicata casa comune e il loro candidato presidente, Angelo Chiorazzo. Come pure Azione e l’ex governatore Marcello Pittella, che, dopo aver tentato vanamente di convincere proprio Chiorazzo e gli ex laici a sostenere la sua corsa a un secondo mandato, hanno deciso di seguire i renziani di Italia viva nel centrodestra guidato da Vito Bardi.
Si sono chiuse così, ieri pomeriggio, le ennesime, frenetiche trattative per la nascita di un “fronte progressista” a guida Pd-M5s in vista del voto del 21 e 22 aprile in Basilicata. Dopo il passo indietro annunciato, mercoledì scorso, dal re delle coop bianche lucane Chiorazzo, al termine di almeno sei mesi di tentativi di mettere assieme una coalizione suo sostegno. Quindi la designazione, su proposta dello stesso Chiorazzo ai vertici nazionali di Pd e M5s, Elly Schlein e Giuseppe Conte, del primario di oculistica del San Carlo, Domenico Lacerenza. Infine la rivolta dei “chiorazziani”, seguita, dopo appena tre giorni, dalla clamorosa retromarcia del medico, affidato a una nota redatta da un computer riconducibile al re delle coop. E nella notte tra sabato e domenica il ritorno in campo di quest’ultimo, con un appello a sostenere la sua candidatura senza guardare alle tessere in tasca. Siano esse «di una associazione, di un partito o di un movimento».
A condurre i giochi, questa volta, sono stati in prima persona i responsabili nazionali organizzazione ed enti locali del Pd, Igor Taruffi e Davide Baruffi. Riaprendo il confronto interrotto bruscamente la sera prima del passo indietro di Lacerenza. Per effetto dell’apertura – a sorpresa – alla candidatura a governatore di Chiorazzo da parte di Azione, dopo mesi di contestazioni, e del successivo l’abbandono della discussione da parte dei “chiorazziani” di Basilicata casa comune e degli stessi calendiani. Ricomposta la tavola rotonda coi referenti di Pd, M5s, Alleanza Verdi Sinistra, Psi e Basilicata possibile, il nome del 44enne Marrese, già circolato con insistenza dei mesi scorsi, prima dell’impasse su Chiorazzo, è apparso subito la soluzione migliore per vari motivi. Dalla materanità, dopo tre governatori espressione della provincia di Potenza, alla capacità di tenere assieme le varie anime della coalizione, oltre che di contenere il rischio di una spaccatura interna ai democratici. Con la fuoriuscita di voti e aspiranti consiglieri regionali a favore delle liste in costruzione attorno alla candidatura a governatore di Chiorazzo. Una candidatura, quest’ultima, a lungo sostenuta, e con forza, dallo stesso Marrese e dalla maggioranza del Pd lucano, con in testa l’ex ministro della Salute, Roberto Speranza. Nonostante i “no” arrivati dalla gran parte dei possibili alleati.
Durante le trattative che sono andate avanti per tutta la giornata ci sarebbe stato anche un tentativo dell’ex ministro di riportare subito al tavolo Chiorazzo, che a sua volta avrebbe posto come condizione per rinunciare, di nuovo, alla corsa come governatore, e, di indicare il candidato. Accantonando Marrese per il consigliere regionale Roberto Cifarelli. Bocciata quest’ultima proposta dell’imprenditore di Senise, quindi, si è deciso di procedere subito con l’investitura del presidente della Provincia di Matera Marrese, lasciando la porta aperta «ad altre forze civiche dello stesso campo che vorranno aderire» al progetto con in prima fila Pd e M5S. Un’espressione chiaramente rivolta allo stesso Chiorazzo, e a quanti si preparavano a giocarsi al suo fianco l’elezione in Consiglio regionale. Inclusi diversi membri del parlamentino lucano uscenti come Donatella Merra, Giovanni Zullino e Giovanni Vizziello, eletti 5 anni orsono nel centrodestra, e il pentastellato Gianni Leggieri, tentato da una ri-candidatura civica avendo esaurito i due mandati previsti dallo statuto del Movimento.
«Umiltà, determinazione e perseveranza sono sempre stati i miei valori ispiratori, da quando, sin da giovane, ho deciso di abbracciare l’impegno sociale e politico, dopo la laurea in Giurisprudenza e il dottorato di ricerca presso l’Università di Bari, scegliendo di tornare nella mia amata Basilicata». Queste le prime parole da candidato governatore pronunciate da Marrese, che è anche sindaco del Comune di Montalbano Jonico. «Sono pronto – ha aggiunto – ad affrontare le sfide future, lavorando instancabilmente insieme a tutti voi per costruire un futuro migliore per la nostra meravigliosa Basilicata». La candidatura del presidente della Provincia di Matera è stata commentata in maniera positiva, poco dopo l’annuncio ufficiale, da un altro esponente dei democratici lucani come l’ex presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, che dopo il passo indietro di Lacerenza si era messo a disposizione per guidare la coalizione, e scongiurare una nuova dichiarazione di sostegno del Pd a Chiorazzo.
Soddisfatto anche il responsabile organizzazione del Pd, Taruffi. «Abbiamo lavorato in modo ostinato per tenere insieme il più ampio schieramento di forze». Ha spiegato l’uomo di fiducia di Schlein. «C’è stata un’ampia convergenza su Marrese. Sono state giornate difficili, ma l’esito e’ stato positivo». Taruffi è anche tornato sulla clamorosa rinuncia alla candidatura di Lacerenza, balzata tra le notizie del giorno delle principali testate d’informazione nazionale. «Sono intervenuti – ha spiegato – tanti fattori, c’e’ stato un concorso di elementi che ha fatto sì che quella candidatura non si sia consolidata nel modo in cui ci auguravamo. Si sono determinati una serie di incastri che hanno portato allo stallo». Il responsabile organizzazione Pd ha anche ribadito che «Marrese ha già il sostegno di un ampio schieramento di forza, con in testa il M5S», ma resta aperta l’interlocuzione «con altre forze civiche». «Con Basilicata casa comune – ha spiegato – stiamo continuando a interloquire e siamo ottimisti per definire il quadro della più larga convergenza».
Mentre con Azione i canali di comunicazione si sono interrotti dopo gli elogi rivolti da Carlo Calenda a Bardi, e l’abbandono del confronto che era in corso con le forze del “fronte progressista”. «Prendiamo atto dei termini in cui ha parlato di Bardi». Così ancora Taruffi. «E’ difficile riuscire a capire esattamente quali saranno le sue valutazioni finali, ma dal tavolo sono andati via loro. Adesso dobbiamo andare avanti con chi c’è. Noi abbiamo interloquito con tutti. Questo è al momento il punto di caduta più ampio». Quasi immediate le risposte al dirigente dem del coordinatore politico di Basilicata casa comune, Lindo Monaco, e di Pittella per conto dei calendiani. «Le notizie su una trattativa in atto tra Pd e Chiorazzo sono destituite da ogni fondamento. Non è in atto alcuna trattativa e Chiorazzo va avanti con la candidatura». Questa la smentita diffusa alla stampa da Monaco. Si è rivolto ai suoi «amici» con un audio-messaggio, invece, Pittella, annunciando un’intesa col centrodestra, dopo il veto subito da Azione da parte di Pd e M5s («io per loro sono come un ebreo che deve morire nelle camere a gas»), e il no di Chiorazzo a una corsa in tandem che non prevedesse la candidatura alla presidenza di se stesso. Un cambio di campo eclatante, quello di Pittella, data le profonde radici socialiste del suo impegno politico e di quello di suo padre, l’ex senatore Domenico, e suo fratello, l’attuale sindaco di Lauria, Gianni. Tanto che voci insistenti, ieri pomeriggio, accreditavano la possibilità di uno strappo, a livello politico, tra i due fratelli, che potrebbe concretizzarsi nella candidatura di Marcello nel centrodestra, e del figlio di Gianni, Domenico, in una delle liste a sostegno di Marrese con Pd e M5S.
In serata sulla bacheca Facebook di Chiorazzo è comparso anche un post sugli ultimi dati Istat sul problema dello spopolamento dei comuni lucani. A riprova del perdurante impegno sui temi fondamentali della campagna elettorale in una regione come la Basilicata. «Per invertire la tendenza non basteranno mesi: ci vorranno anni di duro lavoro». Queste le parole del fondatore della coop Auxilium. «Ci vorrà un piano di infrastrutture che favorisca la circolazione nelle aree interne, serviranno opportunità occupazionali distribuite sul territorio, servirà una sanità di qualità e prossimità. Servirà un presidente di Regione che lavora incessantemente contro il declino della Basilicata, il cui orgoglio di appartenenza non sia scritto solo sui manifesti elettorali ma che sia vero e tangibile dal primo all’ultimo giorno del suo mandato».
Significative, come sempre, le interazioni sul post del ri-candidato governatore di Basilicata casa comune. Anche se rispetto a qualche giorno fa è evidente l’assenza tra chi ha commentato e chi ha espresso gradimento con un “mi piace” del grosso dei suoi sostenitori del Partito democratico. Fatta eccezione per due segretari di circolo come il santarcangiolese Nino Martorano, e il marateota Raffaele Lamarca.
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