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Angelo Chiorazzo

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Il “campo largo” tratta per candidare, alle regionali della Basilicata, un adepto di Chiorazzo che sul più bello si smarca di nuovo


POTENZA – Altre ventiquattro ore senza un’intesa nel campo opposto al centrodestra su una guida diversa dal re delle coop bianche lucane, Angelo Chiorazzo. Dopo che i vertici, nazionali e locali, di Pd e Movimento 5 stelle si sono arrovellati, inutilmente, sulle possibili candidature alternative di 2 dei suoi fedelissimi, politici di esperienza entrambi, e di estrazione democratica. Prima il sindaco di Castelmezzano, Nicola Valluzzi; e poi quello di Genzano, Viviana Cervellino. Candidature che in serata sono state disconosciute, a sorpresa, dallo stesso campione dei civici cattolici lucani, Chiorazzo.
Assomigliano sempre più a un teatrino di marionette le trattative per la nascita una coalizione a traino giallo-rosso. In grado di frapporsi al governatore uscente, Vito Bardi, nella sua corsa per un secondo mandato presidenziale. Quando mancano 10 giorni esatti alla scadenza del termine per presentare liste e candidature in vista del voto del 21 e 22 aprile.

A iniziare le danze, ieri mattina (12 marzo), sono state le indiscrezioni – non smentite – apparse sul quotidiano La Repubblica a proposito dell’ennesima dichiarazione di disponibilità a un passo indietro dell’imprenditore di Senise. Scelto come candidato presidente dagli ex laici cattolici di Basilicata e appoggiato dalla maggioranza del Pd lucano. Disponibilità condizionata al riconoscimento del «ruolo» politico assunto dal mondo civico da lui rappresentato con la designazione quale guida alternativa della coalizione di un nome di sua indicazione.
Di fatto già a metà mattina le consultazioni tra i referenti nazionali e regionali di democratici e pentastellati hanno raggiunto livelli di concitazione assoluti. Ma il nome al centro delle discussioni, quello del sindaco di Castelmezzano Valluzzi, ha destato subito un certo stupore. Per l’evidente contraddizione tra la sua storia personale e politica e la legittimazione civica rivendicata dal suo dante causa Chiorazzo. Per quanto a farsene portatori siano stati, formalmente, i vertici democratici, raccogliendo la sua ultima dichiarazione di disponibilità a un passo indietro.

Una contraddizione, quella rappresentata da una eventuale candidatura di Valluzzi, ancora più evidente in considerazione dei servizi resi, tra il 2019 e il 2022, come capo della segreteria dell’allora sottosegretario e senatore Pd, Salvatore Margiotta. Lo stesso Margiotta che per essersi opposto a Chiorazzo è finito per mesi nel mirino dei suoi sostenitori. Venendo additato, spesso assieme all’ex governatore Marcello Pittella (Azione), come l’incarnazione dei mali di un «sistema Basilicata», che si oppone al nuovo e al bello che avanza.
L’eco delle consultazioni in corso all’interno di Pd e Movimento 5 stelle sul nome di Valluzzi, con tanto di veti e minacce di dimissioni da parte di alcuni dei referenti pentastellati in caso di accordo sulle loro teste, sarebbe arrivato a stretto giro agli esponenti delle altre forze politiche del “campo giusto allargato” in costruzione in Basilicata.

A chiedere un incontro chiarificatore ai referenti regionali giallo-rossi, quindi, è stato ancora una volta il segretario regionale Psi, Livio Valvano. Incontro saltato, in serata, quando il nome di Valluzzi è uscito di scena. E la discussione, ancora una volta ristretta a Pd e M5s, si è spostata, sempre su formale indicazione dei democratici, su quello di Cervellino. Già candidatasi, senza successo, alla segreteria regionale dei democratici, nel 2021, nonostante il sostegno degli stessi Margiotta e Pittella, e rieletta sindaca del suo comune nel 2023 con un plebiscito di quasi l’80% delle preferenze.
Inevitabile, nonostante la suggestione di una donna presidente come la neo governatrice sarda Alessandra Todde, il fuoco di sbarramento aperto dall’interno dei pentastellati. E quello indiretto anche di parte dei democratici, e degli altri possibili alleati, risentiti per questi reiterati tentativi di calare dall’alto una candidatura. Senza considerare altri due nomi sui quali si sono detti pronti a chiudere un’intesa in tempi rapidi come quello del presidente dell’Ordine dei medici di Potenza, Rocco Paternò, e quello dell’ex direttore generale dell’Asp, Lorenzo Bochicchio.

A pesare, infatti, c’è l’evidente carattere politico di candidature spacciate per un riconoscimento del protagonismo del mondo civico da un imprenditore, Chiorazzo, che è da sempre vicino al centrosinistra lucano. E che deve in massima parte le sue fortune politiche al sostegno dell’ex ministro della Salute, Roberto Speranza, e di un pezzo importante del Pd lucano, oltre che di altri influenti imprenditori della stessa “area”. Su tutti l’editore e patron del Potenza calcio, Donato Macchia.
I sospetti che vanno avvelenando l’aria, insomma, continuano ad aumentare. Coi renziani che ormai parlano apertamente di strategie di gestione di una sconfitta annunciata. E secondi fini rivolti alla riscrittura dei rapporti di forza interni dal Pd a favore dei chiorazziani-speranziani, in vista dei prossimi appuntamenti elettorali. Mentre altri ormai scommettono su una strategia dilatoria del re delle coop per vincere per sfinimento le resistenze dei detrattori. Dopo aver fatto per mesi spallucce di fronte ai loro “no”. Facendo gioco sul poco tempo rimasto per costruire un’alternativa, oltre che sul traino che potrebbe offrire alla coalizione l’imponente macchina elettorale avviata, senza badare a spese, dal fondatore della coop Auxilium.
Ad avvalorare congetture di quest’ultimo tipo ieri sera sono arrivate anche le parole dello stesso Chiorazzo. A margine di un evento in cui ha presentato, come candidato governatore, alcune misure per il sostegno all’occupazione femminile.

«Io non ho fatto nessun nome. Non mi è stato chiesto e non l’ho fatto». Così l’imprenditore di Senise ha replicato a una domanda sulle sue interlocuzioni con la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, e il capo politico del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte, e sulle trattative andate avanti per tutta la giornata, ribadendo di sentirsi pienamente in corsa per la presidenza della Regione.
Chiorazzo si è anche mostrato fiducioso in una composizione delle opposizioni al centrodestra «se tutti mettono la responsabilità che abbiamo messo noi sul tavolo». Evidenziando che «in queste settimane» a mancare di senso di responsabilità sarebbero stati gli «altri partiti» e non certo lui.
«Forse per la prima volta – ha aggiunto il fondatore di coop Auxilium – c’è un movimento civico che coinvolge tanta gente. E questo ha destabilizzato chi fa politica per professione».
Chiorazzo ha puntato il dito anche contro il Movimento 5 stelle per il mancato sostegno alla sua candidatura, definendolo «incommentabile».
«Io non ho mai fatto una questione sui nomi». Ha proseguito, pur riconoscendo a Valluzzi di essere «unanimemente» considerato « uno dei migliori amministratori di questa terra».
Il re delle coop bianche ha anche negato di perseguire una «strategia di sfinimento» di quanti sino a ora non hanno voluto sostenerlo. Infine ha ironizzato sulla linea «testardamente unitaria» della segretaria nazionale del Pd. Convinta della necessità di perseguire l’alleanza strategica con i 5 stelle, rivendicando una sua propria linea «testardamente lucana».

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