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Quello del voto in Abruzzo un segnale molto atteso anche in Basilicata: una speranza per Chiorazzo; nulla di fatto nelle trattative tra Pd e M5s per individuare il candidato alle regionali
POTENZA – Il “campo larghissimo” sperimentato in Abruzzo è vivo. Anche contro un centrodestra molto più forte, sulla carta, di quello lucano.
E’ questo il primo segnale arrivato, ieri in serata, dal voto abruzzese. Un voto molto atteso anche in Basilicata, dopo le speranze alimentate nel Pd e nel Movimento 5 stelle dalla vittoria in Sardegna. Specie in considerazione del protrarsi delle trattative per individuare un candidato governatore capace di guidare l’alleanza giallo-rossa e allargarne il più possibile il perimetro. Per ricomprendere anche Azione e Italia viva, che in Sardegna avevano sostenuto un altro candidato governatore, e i turbocattolici di Basilicata casa comune.
Dopo le anticipazioni su un possibile annuncio domenicale del nome del candidato governatore individuato dai vertici nazionali di Pd e Movimento 5 stelle, infatti, la giornata di ieri è trascorsa senza alcun segnale al riguardo. Quindi sulla strada per un secondo mandato presidenziale del governatore lucano uscente, Vito Bardi, resterebbero ancora il re delle coop bianche lucane, Angelo Chiorazzo. Sostenuto da Basilicata casa comune e dal Pd lucano, Eustachio Follia di Volt, e Pasquale Tucciariello di Area Popolare.
Nelle scorse settimane a scommettere sul trionfo, in Abruzzo, del governatore uscente, il meloniano Marco Marsilio, erano stati, in particolare, i sostenitori di Chiorazzo. Convinti che soltanto il presunto consenso personale del fondatore della coop Auxilium può rendere competitivo il fronte progressista lucano. Anche nel caso di un accordo capace di tenere assieme in un’unica coalizione i giallo-rossi, Verdi-Sinistra, Psi, Azione, Italia viva e Basilicata possibile.
Di fronte a un esito favorevole al candidato del campo larghissimo abruzzese, Luciano D’Amico, d’altra parte, era chiaro che l’imprenditore di Senise avrebbe avuto un peso contrattuale minore per chiudere la trattativa in corso a Roma con la segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, e il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte. Per individuare un nome alternativo al suo per guidare il “campo giusto allargato” lucano. Tanto che qualcuno ha ipotizzato che il protrarsi delle negoziazioni, dopo la smentita di un ritiro dalla corsa diffusa dal re delle coop, sia stato il frutto di una vera e propria strategia dilatoria da parte sua e dei suoi sostenitori. In primis l’ex ministro Roberto Speranza e buona parte del Pd lucano.
Per vincere le resistenze dei detrattori, dopo aver ripetutamente fatto spallucce di fronte ai loro “no”. Facendo gioco sullo sconforto per un eventuale vittoria del centrodestra in Abruzzo. E sul traino che potrebbe offrire alla coalizione l’imponente macchina elettorale avviata dal fondatore della coop Auxilium.
Un’organizzazione, quella di Chiorazzo, difficile da pareggiare per qualsiasi altro candidato governatore. Vuoi per i tempi ristretti a disposizione dato l’incombere del termine per la presentazione di liste e candidature del 23 marzo. Vuoi per l’ingente investimento economico già sostenuto dall’imprenditore di Senise e i suoi fedelissimi. Tanto in seguito all’avvio della sua propria campagna elettorale da parte di Bardi.
Sempre ieri, in mattinata, era stato il presidente dell’assemblea nazionale del Pd, nonché governatore dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, a mostrarsi fiducioso sull’esito delle trattative per la nasciata di un “campo giusto allargato” in Basilicata. Citando i risultati delle elezioni politiche del 2022, in cui il centrodestra si è fermato al 38,2% di consensi (FdI 18,2%, Forza Italia 9,4%, Lega 9%, Noi con l’Italia 1,8%), Mentre il Movimento 5 stelle ha raggiunto il 25%. Il Pd il 15,2% e il terzo polo (Azione più Italia viva) il 9,8%. Un risultato che consegnerebbe a un’intesa a guida Pd-M5s il 46,6% di consensi, che salgono al 56,4% con calendiani e renziani.
«Stiamo lavorando per trovare un accordo positivo che mette insieme tutte le forze democratiche e progressiste. Se ci dividiamo noi hanno già vinto gli altri».
Così Bonaccini, durante il suo intervento al convegno “L’Europa che vogliamo” organizzato dalla sua area all’interno del Pd.
«In Basilicata – ha aggiunto il governatore emiliano – basta guardare i voti delle politiche. Stare uniti, trovare una candidatura forte può essere la premessa per vincere come abbiamo fatto in Sardegna».
Il presidente dell’assemblea nazionale dem aveva accennato anche a «passi avanti» nelle trattative compiuti «in queste ore».
«Unire – aveva concluso – deve essere sentita come responsabilità di tutti, nessuno escluso».
Quanto ai nomi dei possibili candidati governatori alternativi a Chiorazzo, ieri è tramontata l’ipotesi dell’ex sottosegretario Giampaolo D’Andrea, su cui si era espresso favorevolmente lo stesso re delle coop.
Tra i nomi più quotati, quindi, restano quelli di estrazione civica dell’ex direttore generale dell’Asp, Lorenzo Bochicchio, e del presidente dell’Ordine dei medici di Potenza, Rocco Paternò, proposti dai 5 stelle e già vagliati positivamente dagli altri possibili alleati, tranne il Pd.
Poi ci sono alcuni esponenti dei democratici come il presidente della Provincia di Matera, Piero Marrese, e l’ex presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazz. Anche se alcuni ragionamenti portano all’ex sindaco di Matera, Salvatore Adduce.
Un po’ più staccati, invece, altri nomi vicini all’imprenditore di Senise come i sindaci di Genzano e Castelmezzano, Viviana Cervellino e Nicola Valluzzi, e l’ex direttore generale di Asm, San Carlo e Sviluppo Basilicata, Giampiero Maruggi.
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