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POTENZA – Rischia di logorare più di qualcuno l’attesa della decisione del governatore Vito Bardi sulla data delle prossime elezioni regionali in Basilicata. All’interno del centrodestra, dove non manca chi scalpita sperando di guidare la coalizione al suo posto. Ma anche all’interno del centrosinistra, in particolare tra Pd ed ex laici cattolici di Basilicata casa comune. Dove a un certo punto si è fatta largo la speranza di tempi ristretti per costringere i dissidenti a “ingoiare” la candidatura a governatore di Angelo Chiorazzo.
A tornare alla carica sul tema, ieri, è stato proprio un consigliere regionale democratico, Roberto Cifarelli, che già una ventina di giorni fa aveva indirizzato una lettera aperta al governatore chiedendogli di condividere con le opposizioni il suo orientamento al riguardo. Un po’ come avvenuto 5 anni orsono, quando l’allora governatrice Flavia Franconi anticipò l’intenzione di prorogare la scadenza della legislatura da novembre 2018 a maggio del 2019. Per poi tornare sui suoi passi e fissare la data del voto a marzo, dopo l’accoglimento del ricorso presentato al Tar da alcuni esponenti del Movimenti 5 stelle.
Cifarelli ha ricordato il quesito rivolto al presidente della giunta uscente, per sapere se avesse intenzione di abbinare le elezioni regionali con il voto per le europee, fissato per l’8-9 giugno, compiendo una piccola forzatura dal punto di vista legale, o avesse in mente un’altra data tra quelle ancora disponibili «nel rispetto dello Statuto e delle regole vigenti», che prevedono la possibilità di prorogare per non più di 60 giorni la durata naturale della legislatura regionale in corso, in scadenza il 24 marzo, e non meno di 60 giorni tra la pubblicazione del decreto e l’apertura delle urne. Vale a dire le domeniche tra il 21 aprile, in caso di pubblicazione del decreto entro martedì prossimo, e il 26 maggio.
Il consigliere regionale dem ha pertanto stigmatizzato il silenzio del governatore al riguardo, «nella sua inesistente considerazione per il ruolo del Consiglio regionale e dei consiglieri regionali, come lui eletti dal popolo». «La scelta della data per indire le elezioni regionali, sebbene nelle prerogative del presidente della giunta regionale, coinvolge l’intera comunità e dunque non appannaggio esclusivo di Bardi». Ha sottolineato Cifarelli, definendo «un’opera di disinformazione o di distrazione di massa» le dichiarazioni dello stesso governatore sull’intenzione di attendere la firma dell’accodo col governo sull’utilizzo del Fondo di coesione prima di fissare la data delle urne. «Ritengo ci sia abbastanza tempo per completare questo atto con il governo – ha aggiunto ancora Cifarelli – e quindi Bardi dovrebbe comunicare se ritiene di indire le elezioni per il 28 aprile, che significherebbe far presentare le liste a Pasqua o addirittura in coincidenza con la presentazione delle liste per le europee. Possiamo conoscere con quali criteri il presidente si approccia a questo argomento o pensa di tenere l’intero popolo lucano sulle spine fino a quando otterrà, se otterrà, la ricandidatura a presidente?»
«Noi crediamo – ha concluso il consigliere – che Bardi debba dire le cose come stanno per davvero e stabilire la data del voto senza utilizzare le sue prerogative per mero uso di bottega. E’ un atto di serietà e di rispetto dell’intera comunità lucana, almeno alla fine del mandato, considerato lo scarso rispetto che ha avuto per i lucani in questi cinque anni».
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