Un’operatrice e una paziente del servizio di Assistenza domiciliare integrata di Auxilium (foto da Facebook)
3 minuti per la letturaPOTENZA – Se Angelo Chiorazzo sarà il candidato governatore del Pd, del laicato cattolico di Basilicata casa comune, e quanti altri decideranno di sostenerlo, c’è un argomento che è destinato a finire al centro della campagna elettorale. Ed è la gestione dell’appalto milionario per l’assistenza domiciliare integrata dei pazienti del servizio sanitario regionale lucano da parte della sua cooperativa, Auxilium.
E’ stata trasmessa a fine novembre al dipartimento Salute della Regione, infatti, un’interrogazione a risposta immediata del capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Coviello, mirata proprio a portare nell’aula del parlamentino lucano la vera storia della principale commessa lucana della coop di Senise, fondata nel 1999 da Angelo e Pietro Chiorazzo. Una storia che risalirebbe al lontano 2005, con la firma di un primo contratto pochi giorni dopo l’avvicendamento alla guida della giunta regionale tra Filippo Bubbico e Vito De Filippo, che oggi compaiono tra i principali sostenitori della discesa in campo del re delle coop bianche.
Da allora ai nostri giorni Auxilium avrebbe continuato a gestire l’assistenza domiciliare integrata nel territorio di competenza dell’Azienda sanitaria di Potenza, e poi anche in quello dell’Azienda sanitaria di Matera. Talvolta con proroghe dell’affidamento più lunghe della durata complessiva dell’appalto, a causa di lungaggini e problematiche varie nell’espletamento delle gare. Di qui l’interrogazione di Coviello, volta evidentemente a capire se non vi sia stato un “disinteresse interessato” all’espletamento di queste gare. A maggior ragione dopo le particolari difficoltà incontrate dall’amministrazione uscente, guidata dal governatore Vito Bardi, dopo la decisione di spezzettare l’appalto in 4 e impedire che un’unica ditta potesse aggiudicarsi più di 2 lotti. Una decisione che ha comportato la rottura del monopolio di Auxilium, nonostante la protesta inscenata dai dipendenti davanti al palazzo della giunta regionale.
Nella sua interrogazione Coviello ricorda che «l’ Adi (Assistenza Domiciliare Integrata) è un servizio gratuito di cure ospedaliere a domicilio, rivolto a persone in situazioni di fragilità, senza limitazioni di età o di reddito». Quindi spiega che «è stato oggetto di importanti interventi economici per garantire un principio di concorrenza tra gli operatori di mercato , con la fissazione di standard qualitativamente ed economicamente competitivi». Infine ricorda che «la Regione Basilicata è destinataria di oltre 40 milioni di euro per i prossimi tre anni e (…) ha approvato con delibera di giunta a giugno 2023, un aumento del volume delle prestazioni che consenta la presa in carico entro la metà del 2026 del 10% della popolazione di età superiore ai 65 anni con una o più patologie croniche e/o non autosufficienti».
Al presidente della giunta regionale, Vito Bardi, e all’assessore alle politiche della salute, Francesco Fanelli (Lega), Coviello ha chiesto, pertanto, di conoscere: « Quale sia stata la gestione dell’Adi negli ultimi anni, con durata dei contratti, proroghe e importi di spesa per l’erogazione del servizio».
Il capogruppo dei meloniani ha optato per la «risposta immediata» di Bardi e Fanelli, che è prevista in caso di «urgenza o particolare attualità politica» dell’argomento trattato. Per questo motivo, da regolamento del Consiglio regionale, dovrebbe essere trattata nella prima seduta del mese, che a dicembre non si è ancora tenuta, anche in caso di assenza del numero legale in aula, con un’esposizione del presidente o dell’assessore competente.
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