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Carlo Calenda e Matteo Renzi

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POTENZA – Di nuovo insieme tre anni dopo: il consigliere regionale renziano Mario Polese, all’epoca segretario del Pd della Basilicata, e il referente regionale dei calendiani Donato Pessolano, già segretario del circolo cittadino dei democratici di Potenza, si ritrovano nel terzo polo.

C’è anche questo tra gli ingredienti del terzo polo lucano in costruzione per le elezioni del 25 settembre. Con l’accordo raggiunto ieri tra l’ex premier Matteo Renzi e l’ex ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, infatti, è entrato nel vivo il lavoro per mettere a punto, sul territorio, una macchina elettorale adeguata alla sfida. Sfida che in una regione come la Basilicata potrebbe riservare una piacevole sorpresa ai centristi per effetto degli strani meccanismi della legge elettorale. Tanto che per il posto da capolista nel collegio plurinominale della Camera, su cui si concentrano le possibilità di portare a casa 1 dei 7 seggi da assegnare in regione, è data per probabile l’indicazione di uno dei maggiorenti dell’intesa, come le due ministre uscenti Elena Bonetti, renziana doc, e Mara Carfagna, ex forzista transitata con Azione di Calenda.

Se così non sarà appare ancora difficile prevedere chi prevarrà tra Polese, Pessolano e gli altri esponenti lucani dei due partiti. A ieri, inoltre, non si erano sopite nemmeno le voci di possibili nuovi arrivi dalla destra lucana lungo il sentiero tracciato di Carfagna e dell’altra ex forzista, Mariastella Gelmini.

Poco più che suggestioni, forse, per cui anche un assessore regionale in carica come Franco Cupparo potrebbe raccogliere la sfida di una candidatura nel terzo polo abbandonando una compagine, Forza Italia Basilicata, in cui ha spesso mostrato di sentirsi stritolato. D’altra parte una scelta simile la fece, 5 anni orsono, anche il suo mentore politico e compaesano Guido Viceconte, uscito da Forza Italia e candidatosi, senza successo, nella coalizione guidata dal Pd.

A rendere particolarmente attrattivo il collegio lucano per gli esponenti del nuovo polo sarebbe soprattutto il tesoretto dei renziani, che in Basilicata potrebbero contare su percentuali di consenso molto più alte della media nazionale.

Sondaggi alla mano e per effetto del meccanismo di ripartizione dei seggi della Camera da assegnare col sistema dei resti, quindi, è possibile che tra i 3 deputati lucani eletti al proporzionale, affianco a un esponente del centrodestra, venga fuori un centrista e uno tra i capilista di Pd e alleati e Movimento 5 stelle. Anche se questi ultimi dovessero ottenere un numero assoluto di voti molto maggiore a quello di renziani e calendiani.

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