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ROMA – Domenica 3 e lunedì 4 ottobre oltre 12 milioni di cittadini andranno alle urne per eleggere i sindaci in 1.162 Comuni, a cui si aggiungeranno quelli delle regioni a statuto speciale, come il Friuli Venezia Giulia. Il decreto che ne fissa la data è stato firmato dal ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e l’eventuale turno di ballottaggio per l’elezione diretta dei sindaci è previsto domenica 17 e lunedì 18 ottobre.

In Basilicata si voterà – tra gli altri – in comuni popolosi come, nel Potentino, Melfi, Rionero in Vulture, Lauria; e nel Materano a Pisticci, Bernalda, Montescaglioso e Ferrandina.

Resta aperta la partita sulla data per le regionali, laddove è previsto il ritorno ai seggi: è il caso di Sicilia e Calabria: è naturalmente probabile un ’election day’ che comprenda quindi anche le amministrative. In tutta Italia i Comuni coinvolti saranno 1.162, tra i quali 18 capoluoghi di provincia – ivi comprese le sfide clou tra i candidati alla poltrona di prima cittadino a Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli – e 9 Comuni sciolti per fenomeni di condizionamento e infiltrazione di tipo mafioso, per un totale di 12.015.276 elettori. Si chiude dunque il calendario per il rinnovo dei vertici amministrativi in autunno, che nelle ultime settimane aveva diviso la maggioranza e con una finestra elettorale ristretta, che andava dal 15 settembre al 15 ottobre, come deliberato dalle Camere.

Il Pd aveva spinto per anticipare le urne mettendo al riparo le elezioni dal rischio Covid: un’idea definita “ragionevole» dal Nazareno, che aveva spiegato questo orientamento come una scelta dettata dalla prudenza di fronte all’aumento veloce dei contagi per la variante Delta.

E per evitare quindi l’eventualità di ulteriori slittamenti, considerando che il rinnovo dei consigli comunali arriva già con cinque mesi di ritardo. In direzione opposta era andato il leader della Lega, Matteo Salvini, che a margine di un incontro con il premier Mario Draghi aveva stoppato qualsiasi ipotesi di anticipo, spingendo per il 10 ottobre con l’obiettivo di scongiurare «il rischio di liste a ferragosto». In queste ore il decreto del Viminale ha chiuso la questione.

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