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Alessia Araneo

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Ancora un episodio di intolleranza e offese ai danni della Araneo, coordinatrice provinciale del M5s di Potenza: pubblica un video per la raccolta di firme per il salario minimo, si ritrova la bacheca invasa da insulti personali

POTENZA – Pubblica un video sui suoi canali social per promuovere la raccolta di firme per l’istituzione del salario minimo. Ma, nel giro di qualche ora, si ritrova la bacheca invasa da post e commenti carichi di insulti e offese personali. E’ quaquanto accaduto ad Alessia Araneo, coordinatrice provinciale del Movimento 5 stelle a Potenza. L’ennesima vicenda dell’uso distorto dei social network, utilizzati sempre più spesso per diffondere frasi sopra le righe, insulti e offese personali anche su fronte politico.

«Qualche giorno fa – denuncia Araneo -, ho pubblicato sui miei canali social un video dedicato alla promozione della raccolta firme sulla proposta del salario minimo. Dopo poche ore dalla diffusione, ho subìto quello che, per la forma e per i contenuti, definirei attacco squadrista. Orde di opinionisti da tastiera, infatti, hanno iniziato a rivolgermi gli insulti più volgari, attaccando non le mie parole ma la mia persona. Pertanto, ho ritenuto opportuno bloccare i commenti».

L’esponente pentastellata spiega che «questo non ha nulla a che vedere con la democrazia e con il sacrosanto diritto di ciascuno di esprimere la propria opinione. Un insulto, oltre a non rappresentare un argomento, non è un’opinione, ma una violenza. E, in questo caso, una violenza collettiva, perché questi internauti si muovono insieme, si rafforzano l’uno della barbarie dell’altro e giocano a superarsi in volgarità. Si spalleggiano vicendevolmente, l’uno apprezza l’insulto usato dall’altro e rilancia a chi fa più male, a chi demolisce più rapidamente. Tutto questo veleno, però, non correrà lungo la bacheca della mia pagina, non può essere da noi avallato e incoraggiato. Non sarò io ad alimentare tutto questo odio».

Araneo precisa che «non consento a nessuno di giudicare il mio aspetto fisico, la mia acconciatura e tutto quanto pertiene al mio corpo e alla dimensione privata della mia vita. Quando ho scelto di fare politica, l’ho fatto nella piena convinzione che il rispetto delle persone fosse un presupposto prepolitico irrinunciabile, non ulteriormente negoziabile. E provo a fare in modo che questo principio ispiri tutta la mia attività. Dunque, no: la mia non è una forma di censura, bensì una forma di cura. Di cura – aggiunge la coordinatrice provinciale potentina M5s – verso le persone e verso gli spazi pubblici che queste abitano. E Internet è diventato, a tutti gli effetti, uno spazio pubblico. Uno spazio che, tuttavia, non può essere deregolamentato, ma che ha bisogno della massima attenzione possibile, di cura appunto».

«Immaginiamo cosa accadrebbe -prosegue Araneo – se ci ritrovassimo in piazza e gruppi di persone iniziassero ad aggredirci perché abbiamo tagliato i capelli o indossato troppi orecchini. A me è successo questo: sotto gli occhi di tutti. E no, non lo consento, per rispetto della mia persona, delle altre e dello spazio che condividiamo. Quel che resta – dopo questa pioggia di offese che nulla aggiunge e nulla toglie al contenuto del video, ma molto danneggia la nostra umanità – è la corroborata convinzione del tanto lavoro che c’è ancora da fare.

La facilità con cui si propaga l’odio in rete è il sintomo di un’umanità disorientata, alla quale bisogna rispondere tendendo le mani e non opponendo altra violenza. Per questa ragione, anziché ingiuriare con la stessa moneta i tanti odiatori (casualmente appartenenti a una certa area politica), ho preferito fermare l’emorragia di veleno e invitare tutti alla fatica dell’argomentazione, piuttosto che alla facilità dell’insulto».

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