Margherita Perretti, Vito Bardi e Francesco Bortolan
2 minuti per la letturaIl commento della presidente della Commissione regionale pari opportunità, Margherita Perretti, sul “caso” delle presunte molestie telefoniche all’interno della Regione Basilicata
«A DIFFERENZA di quanto dichiarato dal presidente Bardi, le dimissioni del direttore generale, a nostro avviso, non chiudono affatto questa vicenda».
E’ arrivato come una doccia fredda, ieri, il commento della presidente della Commissione regionale pari opportunità, Margherita Perretti all’epilogo, 24 ore prima, del “caso” delle presunte molestie telefoniche dell’ormai ex direttore generale del Dipartimento Politiche per la persona della Regione Basilicata, il vicentino Francesco Bortolan, ai danni di una funzionaria regionale. Caso esploso a fine luglio quando i messaggi scabrosi inviati dal direttore alla funzionaria sono stati inoltrati al consigliere regionale di minoranza Massimo Zullino (Basilicata oltre), che ha posto a sua volta l’accaduto all’attenzione, tra gli altri, della presidente della commissione consiliare Sanità, Dina Sileo (Misto).
Perretti ha bocciato la «presa d’atto» della rinuncia all’incarico del dg, arrivato in Basilicata a novembre dell’anno scorso, da parte del governatore Vito Bardi, che aveva parlato di «un gesto che chiude una vicenda delicata», rivendicando la difesa di quei «principi di etica ed estetica pubblica», da lui più volte evocati allorquando sono state sollevate questioni di opportunità rispetto al comportamento di esponenti della maggioranza.
«Come già chiedemmo con il nostro comunicato stampa dello scorso 31 luglio – ha spiegato la presidente della Commissione pari opportunità -, occorre fare chiarezza e rispondere a diversi interrogativi attraverso un’accurata indagine interna». Sullo sfondo, infatti, restano aperti diversi interrogativi inquetanti.
«Ci sono altre donne – si domanda l’imprenditrice potentina – che sono state oggetto di molestie e magari costrette a trasferirsi in altri uffici? Si conosceva già da tempo questa situazione ma si è fatto finta di nulla?»
«Limitarsi ad accettare le dimissioni – prosegue la presidente della Commissione regionale pari opportunità – significherebbe occultare la verità dei fatti e non rispettare la dignità delle donne. Sappiamo che è stata presentata un’interrogazione e forse, data la gravità della vicenda, sarebbe opportuno discuterne all’interno della massima Assise regionale. Come in più occasioni abbiamo ribadito, è fondamentale l’esemplarità dei comportamenti di chi rappresenta l’Istituzione Regione, ma anche di chi lavora al suo interno, a partire dalle figure apicali».
«Occorre partire dal rispetto delle donne e degli uomini, sia attraverso un uso adeguato del linguaggio, che la correttezza nei comportamenti interpersonali». Conclude Perretti. «Pertanto, come Commissione regionale pari opportunità vigileremo affinché non si occulti la verità di questa indegna vicenda e si arrivi agli opportuni chiarimenti in modo trasparente».
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