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L'opposizione in Parlamento mostra la Costituzione

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ANCHE in Basilicata numerose le reazioni contrarie all’approvazione della legge sull’autonomia differenziata. L’opposizione sta reagendo in modo vivace e ai deputati leghisti che hanno esposto in Parlamento le bandiere di stampo secessionista e contro il Sud, ha risposto con le bandiere tricolori e con in mano il testo della Costituzione. Numerose le reazioni contrarie anche in Basilicata e nelle altre regioni del Mezzogiorno, in Calabria dove il presidente Occhiuto, vice segretario di Forza Italia ha espresso non poche perplessità sulla nuova legge (LEGGI LE DICHIARAZIONI DI OCCHIUTO).

“Legge che spacca l’Italia. Ha vinto Lega secessionista aiutata dai sedicenti patrioti di FdI. Stanotte la destra ha approvato la legge sull’Autonomia Differenziata, una legge che spacca l’Italia mettendo a rischio la coesione e l’unità nazionale. Ha vinto la Lega secessionista aiutata dai sedicenti patrioti di Fratelli d’Italia. Una riforma contro gli interessi del Sud, che aumenterà le disuguaglianze territoriali togliendo ricorse lì dove servierebbero investimenti”, scrive il deputato dem Enzo Amendola, eletto in Basilicata.

Reazioni anche sul fronte dei Cinque Stelle: «Una giornata funerea, quella odierna, per la Basilicata, per il Mezzogiorno e per il Paese tutto – scrivono in una nota Alessia Araneo, Viviana Verri, consigliere regionali lucane del M5s – «Durante la lunga e travagliata notte appena trascorsa, la maggioranza di centrodestra ha approvato il disegno di legge (ddl) Calderoli sulla autonomia differenziata. Un ddl che impoverisce le casse dello Stato e che sottrae svariati miliardi al bilancio pubblico. Somme, queste ultime, utilizzate a beneficio della collettività per la gestione di materie di fondamentale importanza, come la sanità, l’istruzione, l’energia e le infrastrutture». «Un disegno di legge – continuano Alessia Araneo e Viviana Verri – che perpetra l’ennesimo schiaffo al Mezzogiorno e che rischia di decretare l’estinzione della Basilicata, la regione demograficamente più vulnerabile del Sud. Fratelli d’Italia, dopo aver fatto incetta di voti al Sud, tradisce la tanto decantata patria e vende il Mezzogiorno alla Lega Nord in cambio del premierato».

«Un ignobile baratto a danno della nostra regione e di tutte le aree svantaggiate del Paese – commentano ancora Alessia Araneo e Viviana Verri – chi già possiede più risorse ne avrà ancora di più e chi già possiede poco avrà sempre meno. Un disegno di legge decisamente anticostituzionale, che viola i principi di solidarietà e coesione alla base della nostra Costituzione. A firmare, tra gli altri, questa condanna a morte per il Mezzogiorno – che non avrebbe bisogno di iniziative politiche ordinarie, bensì straordinarie – è stato proprio il neo-rieletto presidente Vito Bardi. Vito Bardi che, prima di essere ricandidato alla presidenza della Regione Basilicata, in barba alla discussione svolta in consiglio regionale, ha detto Sì alla proposta scandalosa di Giorgia Meloni, probabilmente nella speranza di non essere messo in discussione alla guida della Regione stessa», sostengono sempre Alessia Araneo, Viviana e Verri. «Oggi, vinte le elezioni, celebra il “successo” del centrodestra, ma deplora, assai timidamente, l’accelerazione dell’iter parlamentare. Forse, a determinare lo scrupolo di coscienza è stato il suo omologo calabrese Occhiuto, che invece ha sollevato qualche obiezione al disegno di legge. Ma se i parlamentari calabresi hanno espresso voto contrario al ddl Calderoli, è bene che si sappia che – con la sola eccezione dell’onorevole Lomuti – gli altri parlamentari lucani Caiata, Mattia e Rosa hanno votato sì alla condanna della Basilicata – continuano Alessia Araneo e Viviana Verri, – con buona pace dei grandi meridionalisti che questa terra l’hanno difesa a mani nude, i rappresentanti lucani della destra hanno capitolato e svenduto la Basilicata. Fortunatamente, tuttavia, la nostra regione è molto di più e siamo certe del fatto che il M5s, insieme a tutte le altre opposizioni, alle forze civiche e associative del nostro territorio sapranno compiere quello che certa politica ha smesso di fare: tutelare i diritti della comunità lucana e salvaguardare la coesione del Paese».

Contrarietà alla legge sull’autonomia differenziata viene espressa anche dal mondo sindacale: “La legge sull’autonomia differenziata penalizzerà ulteriormente la Basilicata e il Mezzogiorno, minando l’unità del Paese. Si apra un dibattito pubblico in Basilicata e i governatori delle Regioni del sud facciano rete affinché il governo nazionale faccia dietrofront per tutelare i territori da questa sciagurata decisione”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Basilicata Fernando Mega.

“La contrarietà espressa dal presidente della Regione Calabria, di Fi, attenzionata anche dal presidente della Regione Basilicata Vito Bardi, è un segnale che il governo nazionale non può ignorare – ha aggiunto Mega – non è una questione partitica ma di sopravvivenza. Non può esistere il nord senza il sud. Vedere parlamentari della Lega festeggiare in aula sbandierando qualche vessillo padano, oltre che irrispettoso verso istituzioni e cittadini, è indice dell’elevato livello di allarme sul crescente antimeridionalismo che potrebbe esplodere portando il Paese indietro di sessant’anni. Come Cgil attiveremo tutti gli strumenti democratici a disposizione per evitare che le prospettive dell’Italia siano compromesse. Chiediamo dunque al governo regionale della Basilicata di valutare ogni iniziativa istituzionale utile a questo scopo, a cominciare dalla possibilità di promuovere, sulla base dell’articolo 127, secondo comma, della Costituzione, la questione di legittimità costituzionale a tutela della sfera di competenza della Regione”.

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