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«In vista della prossima convocazione dell’Ufficio di Presidenza, nonostante nel mio contegno non si ravvisino gli estremi delle previsioni di cui al comma quinto dell’art. 59 del Regolamento interno del Consiglio Regionale, comunico l’intenzione di astenermi, a titolo di autocensura, dalla partecipazione alle sedute del Consiglio e delle Commissioni per due settimane a decorrere dalla data di ieri, rinunciando ai corrispondenti emolumenti».
Sono le parole del consigliere regionale Rocco Leone in una lettera inviata all’ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Basilicata, dopo la bufera su sue parole durante un voto in aula.
Scrive ancora il consigliere: «Nel rinnovare le scuse all’assessore Merra e in genere a tutte le donne, alle mamme e ai lucani, e all’intero Consiglio Regionale – dice di essere – pronto, da uomo delle istituzioni, a pagare le conseguenze della leggerezza nel pronunciare quella pessima frase».
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«Quanto accaduto ieri mi ha profondamente segnato – aveva scritto ieri mattina in una nota, ricordando che all’assessore Merra lo lega un rapporto di rispetto – Che sono certo sappia benissimo che non volevo in alcun modo mancarle di rispetto né istituzionale tantomeno personale. Al mio partito – aveva aggiunto – a cui ho certamente creato imbarazzo, soprattutto perché rappresentante di una storia fatta di uomini e di donne altamente legati al senso di rispetto e di garbo e sicuramente lontano da atteggiamenti irriguardosi in sedi private ed istituzionali. Il mio più forte rammarico è che una pessima frase pronunciata come battuta tra colleghi, perché di questo si tratta, nonostante il moralismo che dagli stessi ne è venuto successivamente in maniera totalmente ipocrita e strumentale, possa oscurare il mio impegno professionale, sociale e solo da ultimo politico a sostegno delle donne».
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«Ricordo a me stesso, prima ancora che agli altri, che la mia vita è sempre stata devoluta al sostegno delle donne e ancor più delle mamme e dei loro bambini e decine di anni di dedizione non possono essere cancellate da una frase. Certo, quel microfono ieri era casualmente aperto, e io da uomo di istituzione, sono pronto a pagare le conseguenze della leggerezza nel pronunciare quella frase (che ribadisco ritenere pessima). Allora – ha concluso Leone – questa sia l’occasione per me innanzitutto, ma per tutti noi, per mettere da parte il falso moralismo di circostanza, e cominciare a pensare, parlare e soprattutto agire nel rispetto di ogni essere umano».
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