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Piero Lacorazza

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Piero Lacorazza annuncia la sua defezione dall’inaugurazione del comitato elettorale di Angelo Chiorazzo e avverte il Pd: «Così ci si gioca il centrosinistra»

POTENZA – Non c’è più il «clima positivo» di quei giorni di fine ottobre, dopo l’investitura di Angelo Chiorazzo come candidato governatore del Pd. Quando «sembrava potessero incontrarsi forze non autosufficienti per costruire un’alternativa» al centrodestra. Per questo, oggi, con l’inaugurazione del comitato elettorale del re delle coop bianche, a Potenza, «si sta mettendo a rischio» proprio la costruzione di quell’«alternativa». Nel «chiaro tentativo di andare avanti comunque», sostenendo che non vi sono altre candidature possibili, e provando «forzatura dopo forzatura» a conquistare quanti più «simboli» alla causa. Anche a costo di spaccare «partiti e movimenti».

Assomiglia a un ultimo avvertimento quello lanciato dall’ex presidente del Consiglio regionale, Piero Lacorazza, al “suo” Partito democratico e ai laici cattolici di Basilicata casa comune. Vale a dire i principali sostenitori, a oggi, della candidatura a governatore dell’imprenditore di Senise.

LACORAZZA, CHIORAZZO E L’EQUILIBRIO DEL CENTROSINISTRA

Lacorazza, che già nelle scorse settimane aveva chiesto di tornare a discutere nella direzione regionale del partito sull’investitura di Chiorazzo, è tornato a farsi sentire con un post su Facebook alla vigilia di un evento dal forte valore simbolico quale è la prima apertura della sede di un comitato elettorale in vista del voto di inizio 2024 in Basilicata. Quindi ha annunciato che non vi prenderà parte così come non ha preso parte due settimane fa, assieme all’ex senatore Salvatore Margiotta, all’evento di lancio della campagna elettorale di Chiorazzo al Park Hotel di Potenza.

Un bagno di folla che ha sancito, tra l’altro, una profonda spaccatura anche all’interno del Movimento 5 stelle. Con una pattuglia di dissidenti guidati dal sindaco di Matera, l’ex sottosegretaria Mirella Liuzzi e il consigliere regionale Giovanni Leggieri, che ha deciso di esserci a tutti i costi, e ignorare la linea della “non partecipazione”, concordata tra i vertici regionali e nazionali del Movimento. Continuando ad alimentare le speranze dei sostenitori del re delle coop di un’intesa con gli ex grillini lucani, nonostante le veementi resistenze che a tuttora hanno avuto la meglio persino sul tentativo di convincimento portato avanti dal capo politico dei pentastellati in persona. Ovvero l’ex premier Giuseppe Conte.

«Non è un no ad Angelo Chiorazzo, ad una persona che rispetto e con al quale più volte ci siamo confrontati». Così Lacorazza ha spiegato la sua decisione, ironizzando sul tentativo dell’imprenditore di Senise, e dei suoi consiglieri politici, di fare qualcosa di meglio del suo «capolavoro» del 2013, quando venne sconfitto, a sorpresa, da Marcello Pittella nelle consultazioni primarie indette per la scelta del candidato governatore del centrosinistra. Sebbene avesse dalla sua parte la quasi totalità dell’allora “partito-regione”.

«NON CI SARÒ PERCHÉ SI COMPIE GIÀ UNA SCELTA»

«Non ci sarò all’inaugurazione di un comitato elettorale perché si compie già una scelta. Appunto non è la riunione del Park Hotel, che pure avrebbe dovuto comportare una riflessione preventiva più accorta e successiva meno spinta, ma l’inaugurazione di un comitato elettorale. È una scelta che si compie a prescindere. E credo che tale scelta a prescindere non possa essere fatta da un gruppo dirigente». «Ho provato in questi mesi – ha aggiunto l’ex presidente del Consiglio regionale – a consigliare più strade, ad aiutare, per come mi è stato possibile, il campo largo, giusto, possibile, bianco, rosso, verdone, stellato, azionato, eccetera eccetera».

Lacorazza, tra gli artefici del principale esperimento di successo dell’intesa tra Pd e 5 stelle in Basilicata, che è quello che ha portato all’elezione del pentastellato Christian Giordano alla presidenza della Provincia di Potenza, ricorda di aver suggerito già nello scorso mese di giugno di indire consultazioni primarie per la scelta del candidato governatore di questa nuova coalizione di centrosinistra traino Pd-M5s. Quindi boccia il tentativo di «riesumarle» adesso, dopo aver preso atto dell’impossibilità di una convergenza sul nome di Chiorazzo, in seguito alle resistenze dei 5 stelle e i “no” pronunciati da Azione, Psi, Sinistra italiana e Possibile.

CANDIDATURA CHIORAZZO, L'”AVVERTIMENTO” DI LACORAZZA A LETTIERI

L’ex presidente del Consiglio regionale parla di «un tardivo tentativo che rischia di rompere prima di unire e poi di avvantaggiare alcuni a scapito di altri», e sottolinea che «la direzione del Pd non le ha scelte». Un messaggio evidentemente rivolto al segretario regionale dem, Giovanni Lettieri, che invece ha raccolto senza esitazioni l’apertura alle primarie dichiarata da Chiorazzo al Park Hotel. «Io, anche in diverse epoche – ha proseguito Lacorazza -, pur restando nel Pd, sono stato critico verso metodi di governo e di direzione politica che scambiavano la diversità come lesa maestà».

Fatta questa premessa, quindi, il primo segretario regionale del Pd lucano, ha completato la sua analisi impietosa della situazione. «Spero – queste le sue parole – che un’alleanza si possa comporre intorno ad Angelo Chiorazzo così come ha indicato e votato la direzione regionale. Al momento al di là dei desideri che portano ognuno ad interpretare le idee degli altri, o di parte degli altri, vicine alle proprie, non mi pare che ci sia il “campo” che anche io vorrei contribuire ad arare. E ancora si fatica a capire il progetto per la Basilicata del futuro».

I GRANDI ASSENTI DALLA DISCUSSIONE POLITICA SECONDO LACORAZZA

Tra i grandi temi assenti da una discussione politica egemonizzata, nel centrosinistra, dal “Chiorazzo sì- Chiorazzo no”, Lacorazza ha citato la città di Potenza, dove si andrà al voto per il rinnovo di sindaco e consiglio comunale
Quindi ha sottolinato che «tanto la politica (partiti e movimenti del centrosinistra) quanto il laicato cattolico se divisi sono solitudini», anche se ormai è evidente che «senza l’occhiolino della politica la candidatura di Angelo Chiorazzo non avrebbe messo vento nella vela». Come è evidente che questa linea di andare avanti a tutti i costi con la sua candidatura a governatore possa essere dettata da logiche inconfessabili di «chi ha intenzione di “prendere in mano”».

«Ma mi chiedo da mesi – si domanda allora Lacorazza-: è questo il contesto e il clima che può aiutare Angelo? Non rischia di essere Angelo stesso strumento di un altro disegno? Conoscendolo e avendo rispetto della sua persona penso di no, ma intanto i passaggi che si stanno consumando almeno stimolano il dubbio». Ecco dunque i motivi di non partecipare all’inaugurazione del comitato «per segnalare il rischio di una lesione tra organismi statutari del Pd e scelte in vista delle prossime elezioni regionali».

L’ex presidente del parlamentino lucano ha anche pubblicato, a chiusura del post, il deliberato della direzione regionale del Pd in cui si valuta positivamente la candidatura a governatore di Chiorazzo, proposta da Basilicata casa comune, ma si evidenzia la necessità di perseguire una «proposta politica la più condivisa possibile dagli alleati del centrosinistra (…) consapevoli che non si può perdere nessun pezzo».

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