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POTENZA – L’unico tassello da sostituire forse è il gessato, che non si addice a un teorico del primato dell’agricoltura, per il resto Luca Braia c’è da poco eppure c’è più della Ceres. «Tra qualche minuto la relazione sugli AGRITURISMI a in Basilicata. Per la prima volta facciamo il punto su una delle più importanti Assets del nostro sistema Agricolo e dell’accoglienza a presidio della nostra Biodiversità e strumento straordinario per la tutela e della valorizzazione della produzione agroalimentare della Basilicata», e gli perdoniamo sia il refuso che l’anglicismo (col genere errato) e il tutto-maiuscolo che nel suo caso non è un urlo ma un focus sull’argomento — solo la classifica social di Zoro a “Gazebo” potrebbe chiarire. In ogni caso, non si può dire che il carattere di Braia non sia maiuscolo, non soltanto in senso tipografico. Nella prima uscita da assessore, per dire, ha cancellato lo sciopero dei lavoratori delle Vie Blu, il che nella Basilicata delle vertenze ventennali (vedi mobilità) equivale a Superman che blocca il treno. Prendete lunedì: «MATTINATA dedicata a fare un primo punto sulle criticità UECA (ex-Arbea) e poi proseguita ad incontrare i dipendenti di un’ALSIA da rilanciare ed a cui presto dobbiamo dare una guida stabile e competente . POMERIGGIO a passato con gli uffici del FITOSANITARIO per organizzare le azioni da mettere in campo per la difesa delle nostre biodiversità e delle nostre produzioni agroalimentari . SERATA a ROMA alla Direzione Nazionale del PD per incrociare Politica e relazioni . E DOMANI il ritorno in Consiglio Regionale per presentare nella PRIMA VOLTA la Relazione sugli AGRITURISMI in Basilicata». E ieri: «Stanotte Rientrato da Roma e questa mattina con centinaia di ALLEVATORI Lucani presso (ARA) Agenzia Regionale Allevatori per ascoltare reazioni sulle Misure nazionali a TUTELA della razza PODOLICA dal Virus IBR. Rendere efficiente il sistema pubblico del settore Agricolo , aggregare l’offerta e VALORIZZARE il Prodotto Carne Lucana e migliorare il ruolo dei servizi erogati dalle agenzie». Trasmette un po’ di ansia ma di certo non ignavia.
Noto alle cronache locali per essere forse l’assessore in pectore più paziente del dopoguerra, Braia è legato a una stirpe politica materana che per attivismo e consensi compete con quella lauriota del governatore. È il nuovo volto del centrosinistra abbronzato, rampante e in camicia bianca – preferibilmente senza cravatta – che nel terzo millennio fa sembrare paleolitica l’era dei Colombo e affini. In mezzo secolo, la foto seppiata del “tavolo della presidenza” coi volti allineati tipo dipinto bizantino s’è ribaltata, ha mutato prospettiva e infatti anche il buon Luca, accanto al campionario di selfie, piazza un ritratto in absentia come quelli che fanno gli scrittori alle presentazioni dei propri libri, con la platea di aficionados che nel suo caso è rappresentata dai consiglieri regionali e una prima fila Benedetto-Rosa degna di nota. Il politico si è fatto targa.
«Molto bene, Luca. Ora però la Basilicata dovrà promuovere ( e realizzare) le Fattorie sociali, come quelle nate in Trentino, Emilia e Piemonte. Ripopolano le campagne, danno lavoro ai giovani, rendono la Regione più ricca e accogliente», lo incalzano nella discussione social sugli agriturismi (chiediamo scusa all’assessore se usiamo le minuscole, è una pura questione di editing). «Assessore c’è bisogno di fondi per le ristrutturazioni di quelli esistenti e la costruzioni di nuovi… confidiamo in Lei, che è uno che ne capisce». Francesco da Matera gli aveva proposto la sua idea di «AgriCultura in sintesi: 1. terra per tutti; 2. Risorse economiche Zero; 3. finanziamenti diretti per acquisti Strumenti indispensabili; 4. Obbligo di “fare rete”; 5. Ciclo Corto: Agricoltura, mercato diretto, prima_trasformazione, mense, ristorazione.. “CortoCircuito” portale web per vendita diretta». E lui: «Ottimo!», controrisposta: «Mettiamo in campo un percorso per “l’AgriCultura sostenibile” in Basilicata». Ed è subito feeling.
Nell’iperattivismo social gli sfugge uno sfoglio del Corriere della Sera con un reportage di 4 pagine su “Sette” tutto su biodiversità ed eccellenze della Basilicata (umilmente gliene consigliamo la lettura). Braia si fa anche ricettore della lucanità in the world: «La nostra biodiversità è presente sulle riviste europee, orgoglio lucano sudore quotidiano», gli segnala con tanto di ritaglio un amico su fb. Perché la sua pagina, rigorosamente aperta, è un ricettore sul “territorio”, quell’entità spesso evocata e le cui “istanze” tanto piacciono alla politica della Terza Repubblica orfana della vita di sezione. Nel partito liquido di Renzi, che peraltro in queste ore sta pensando come ricomporre la frattura interna tra analisi del voto e riforme in stand-by, il giovane Luca rappresenta un renzista anomalo: cita il premier («Analisi del VOTO e non del VUOTO !! #grandematteo!!! Cita PITTELLA per #MelfiPerEsempio», le maiuscole le lasciamo anche qui ché fa parte del personaggio) ma non è di strettissima osservanza.
PS. Nell’immediato, urge risposta per le rime al dubbio gomblottista dei grillini sul caso Xylella (via libera agli abbattimenti indiscriminati degli ulivi?), e qui ci aspettiamo una gragnuola di maiuscole. Poi, avanti fino al prossimo gessato.
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