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POTENZA – Sarà in aula il prossimo 2 aprile e di fronte ai giudici confermerà di rinunciare alla prescrizione.

Lo ha annunciato ieri pomeriggio Filippo Bubbico, commentando l’esito dell’ultima udienza del processo che lo vede imputato per una consulenza sulla riorganizzazione del consiglio regionale lucano.

Assieme al senatore del Pd sono accusati di abuso d’ufficio 4 ex consiglieri che nel 2005 hanno fatto parte dell’ufficio di presidenza del parlamentino lucano da lui guidato: Rosa Mastrosimone (Idv), Antonio Flovilla (Udc), Giacomo Nardiello (Pdci) ed Egidio Digilio (Fli).

Nei giorni scorsi il viceministro all’Interno, riconfermato da Renzi, era finito nel mirino di Beppe Grillo assieme agli altri esponenti democratici del governo con questioni giudiziarie aperte.

Dopo le dimissioni da sottosegretario di Antonio Gentile, per il caso delle pressioni sull’Ora della Calabria, il leader 5 Stelle aveva chiesto un passo indietro anche da parte loro.

Ma prima ancora della difesa del ministro dei Rapporti con il Parlamento, c’era stata la dura replica proprio di Bubbico. 

Al quotidiano la Stampa il senatore aveva dichiarato di aver rinunciato ad avvalersi della prescrizione. «Avrei potuto fare finta di niente e nascondermi dietro la prescrizione. Ma io non ho paura del processo». Così nell’intervista di Francesco Grignetti, seguita a un’altra a Repubblica e un’altra ancora al direttore di Libero Maurizio Belpietro.

Solo che ieri, quando il presidente del Tribunale Aldo Gubitosi ha chiesto agli imputati di formalizzare le loro rinunce, soltanto in due si sono fatti avanti: Nardiello, che era presente di persona, e l’avvocato di Digilio, con una procura speciale del suo assistito. Gli stessi che già alla scorsa udienza avevano anticipato l’intenzione di rimettersi in toto alle valutazioni del collegio nel merito della vicenda.

A questo punto il collegio non ha potuto far altro che prendere atto della mancata rinuncia da parte di Bubbico, Mastrosimone e Flovilla e stralciare le rispettive posizioni. Poi ha dichiarato chiuso il dibattimento solo per loro, e ha invitato le parti a concludere subito.

E’ stata la difesa di Bubbico, rappresentato dall’avvocato Tuccino Pace, a chiedere un rinvio per ragioni di organizzazione dell’udienza, spiegando l’intenzione di chiedere l’assoluzione nel merito.

«Serviva la presenza del senatore per poter rinunciare alla prescrizione». Ha dichiarato l’avvocato all’uscita dall’aula. «Ma non è potuto essere a Potenza per impegni parlamentari legati all’approvazione della nuova legge elettorale».

Di qui il rinvio al 2 aprile per le discussioni e la decisione, quanto Bubbico ha assicurato che ci sarà: «La mancata formalizzazione della rinuncia alla prescrizione è stata dovuta a una problema procedurale. Rimedieremo subito».

Nardiello e Digilio, invece, dovranno comparire il 21 maggio per il prosieguo del dibattimento.

Stando all’ipotesi dell’accusa la consulenza “incriminata” sarebbe stata affidata all’esterno del Consiglio regionale nonostante al suo interno esistessero le professionalità adatte per svolgere quel compito. Inoltre si sarebbe rivelata del tutto inutile.

A riguardo ieri è stata sentita in aula la senatrice Maria Antezza, sempre del Pd, che prese il posto di Bubbico alla presidenza del Consiglio regionale nel 2006.

Di fronte ai magistrati Antezza ha dichiarato che il progetto realizzato dal consulente incaricato da Bubbico e gli altri non è stato del tutto accantonato. Infatti sarebbe servito come punto di partenza per un approfondimento che ha portato alla riorganizzazione degli uffici realizzata in seguito.

Anche Agostino Giordano, il direttore generale del Consiglio nominato dal successore di Bubbico, ha confermato quanto sostenuto dalla Antezza, rispondendo alla difesa del viceministro sulle tensioni esistenti tra i responsabili dei vari uffici, in vista della loro riorganizzazione.

l.amato@luedi.it

 

 

 

 

 

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