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POTENZA – Dentro al voto lucano per Renzi ci soni diversi fattori di cui tener conto. Un importante spunto di analisi arriva dal grafico che ci propone, all’indomani delle primarie del Partito democratico, l’Istituto di ricerca Cattaneo. Misura, regione per regione, la differenza fra la percentuale di preferenze per il nuovo segretario nella prima fase, quella in cui si sono espressi i soli iscritti, e nella seconda, in cui a votare sono stati elettori e simpatizzanti. La Basilicata è seconda, con un aumento, rispetto alla prima tornata, che sfiora il quaranta per cento. Dentro questo dato c’è sicuramente il “fattore Pittella”: il vicepresidente del Parlamento europeo che al primo turno si era affermato in regione con il 42,66 dei voti, rispetto al 36,41 e il 18, 83 del sindaco di Firenze totalizzato da Cuperlo, che appoggiando Renzi al secondo turno, ha spostato su di lui i suoi voti. Ma non c’è solo questo. La Basilicata mostra, infatti, la stessa tendenza delle cosiddette regioni considerate roccaforti rosse, nella quali il nuovo segretario ha fatto piazza pulita alla seconda tornata. Il che in buona sostanza, a livello nazionale, dice che lo scollamento maggiore patito-elettori si registra proprio nella rispetto alla cosiddetta area “rossa”. La Basilicata – che solo l’anno scorso aveva regalato a Bersani un più 44,5 per cento – conferma la tendenza. Anche se continua a fare una piccola eccezione, riservando comunque a Cuperlo una percentuale quasi doppia rispetto alla media nazionale. Certo, c’è da dire che quest’ultimo ha avuto anche il sostegno dell’area moderata del segretario De Filippo. Sostanzialmente la stessa coalizione che aveva appoggiato la corsa di Piero Lacorazza lo scorso 22 settembre, a eccezione del senatore Margiotta questa volta schierato dall’altra parte. Che esce nuovamente sconfitta dal confronto con l’altro pezzo di partito. Certo, nella vittoria di Renzi, i rapporti di forza politici regionali hanno avuto un peso solo parziale. Il risultato complessivo è dato anche da quegli elettori e simpatizzanti cosiddetti “liberi” che hanno votato il candidato Renzi, più che l’area di cui è espressione a livello locale.
Fatta questa doverosa premesse, resta comunque interessante provare a tracciare un parallelo tra le primarie lucane dello scorso 22 settembre – in cui i lucani erano chiamati a esprimere il candidato presidente – e quelle di domenica scorsa. Se non altro perchè gli schieramenti erano sostanzialmente gli stessi: Folino, Bubbico, De Filippo e Speranza, contro i fratelli Pittella e Antezza. Con l’eccezione di Margiotta, questa volta capolista dei renziani. Ed ecco gli spunti più interessanti che arrivano dalla lettura dai dati sul territorio:
La debacle di Potenza e Matera
Anche a Potenza, dove il presidente della Provincia era riuscito a portare a casa il 5 per cento in più rispetto a Pittella, Renzi stravince con mille voti in più. Le 300 preferenze a Civati, non riescono a compensare le perdite dell’area ex Ds. Più di quello del capoluogo di regione, dove comunque un’affermazione del sindaco di Firenze era quasi atteso, sorprende il boom nella città dei Sassi: 1.200 e voti in più che più o meno ripropongono le percentuali di vantaggio che il nuovo governatore incassò alle primarie del 22 settembre.
Bubbico, Folino e De Filippo vincono solo nei propri comuni
I big del Pd lucano che hanno sostenuto Cuperlo – nonostante le batoste delle due province – hanno fatto comunque la loro parte. L’ex segretario della sinistra giovanile nazionale supera Renzi nella Sant’Arcangelo di De Filippo, e in generale in diversi comuni dell’area Sud. Come a Montemurro, paese di origine di Lacorazza, e in diversi paesi della Val d’agri. Cuperlo va meglio del sindaco di Firenze anche a Pietrapertosa e Castelmezzano, dove l’hanno rispettivamente sostenuto il deputato Folino e l’assessore provinciale Valluzzi. Si afferma nettamente a Montescaglioso, il comune del capolista Bubbico (475 conto i 163 di Renzi). Perde, ma di poco, nella Melfi di Simonetti. A Venosa, il comune del candidato di De Filippo alle ultime regionali, Renzi vince per una sessantina di voti.
A Pignola Ferretti si sposta su Civati
A Pignola, invece, il sindaco Ferretti ha sostato le preferenze sul candidato Civati che prende 93 voti, più dei 79 di Cuperlo: ma la somma dei due non supera i 193 di Renzi.
L’eccezione di Anzi: per Cuperlo la percentuale più alta d’Italia
Il consenso massimo, in termini percentuali, l’ex segretario della Fgci lo ottiene ad Anzi, il comune guidato dal sindaco Giovanni Petruzzi, che qualche settimana fa aveva festeggiato il successo di Lacorazza alle regionali sulle note di “bandiera rossa”: con 180 voti sui 200 complessivi, Cuperlo si afferma con il 90 per cento dei consensi. Probabilmente la percentuale più alta in Italia. Ma quello di Anzi è un caso isolato. Nella gran parte dei comuni in cui ha la superiorità numerica, Cuperlo vince di poco (con le rare eccezione proprio di Pietrapertosa, Sant’Arcangelo e Montescagliso). Comunque troppo poco rispetto alle vittorie nette di Renzi, schiaccianti nelle due città capoluogo, dove i sostenitori di Cuperlo sembrano non avere nessuna presa; soprattutto a Potenza, bacino di voti alle scorse regionali per due candidati come Lacorazza e Santarsiero, praticamente spariti domenica scorsa.
Le raccoforti dei renziani. L’area Sud non tradisce i Pittella
Ma anche in altri centri “nevralgici”, come Lauria e Policoro. Nel paese di fratelli Pittella, com’era facile immaginare, i voti per Renzi sono stati ben 646 contro le 165 di Cuperlo. Il sindaco di Firenze lascia di molto indietro il suo sfidante in tutta l’area Sud. A Maratea – altra roccaforte dei renziani lucani – il nuovo segretario vince con oltre il 73,57 per cento dei consensi. Nettissima affermazione anche nella Latronico del sindaco De Maria.
m.labanca@luedi.it
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