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«VERRÒ sul serio a Matera da segretario del Partito Democratico». Giuseppe Civati si collega così con una battuta nel cinema Piccolo a Matera. Non è riuscito a venire fisicamente in città ma sottolinea che «è una città che mi piace molto a prescindere dalla politica, ci vengo sempre volentieri». L’occasione dunque per averlo fisicamente non mancherà, oggi però è concentrato sulla battaglia all’interno del Pd. E’ D’Alema in particolare il suo punto di riferimento almeno in termini polemici. Ci sono battute del leader storico che non gli sono andate giù.

«Non capisco come si faccia a dire che sono pericoloso, quando sento queste cose mi fa ridere. Mi piacerebbe parlare con D’Alema magari potrebbe essere lui a spiegarmi cosa ha fatto nella famosa notte dei 101, come l’ha trascorsa (il riferimento è alla notte dopo il voto che ha bocciato con 101 franchi tiratori la nomina di Prodi a Presidente della Repubblica, ndr).

Di certo oggi le cose sono molto cambiate, prima era Cuperlo che scriveva i discorsi a D’Alema mentre oggi è D’Alema che scrive quelli a Cuperlo». Civati non teme che il Partito Democratico possa fare la fine del Pdl anzi rigetta decisamente queste ipotesi e ne spiega anche il motivo: «Io sento parlare di scissioni ma non è un’ipotesi che può esistere, in questo momento bisogna essere responsabili e andare avanti senza scissioni. Poi è chiaro che se vinciamo noi sarà più facile gestire la situazione, in caso contrario la contrapposizione che si verrà a creare sarà molto forte.

Ma il messaggio che vedo è la necessità di dover affrontare le questioni concrete che la gente vuole dal lavoro ai giovani all’ambiente, allo sviluppo».

Molte le parole d’ordine che vengono usate contro la precarietà ad esempio e non senza qualche battuta piccata sulle presenze, non certo di primo pelo, che ci sono nel resto dello schieramento. Ed allora quando Nino Carella gli ricorda che a capeggiare le altre liste in Basilicata ci sono Filippo Bubbico e Salvatore Margiotta per Civati è molto semplice replicare: «più di così non sono proprio riusciti a rinnovare, ma non staranno esagerando?».

Una battuta che fa il paio però con il messaggio complessivo che la lista capeggiata da Andrea Casarano in Basilicata vuole dare cioè quella di un generale rinnovamento.

Civati prova a segnare i suoi cavalli di battaglia ed il primo che a sinistra trova ampio spazio è quello che porta «al voto nel 2014» e dunque a chiudere immediatamente l’esperienza con questo governo.

Lo dice a chiare lettere anche quando deve parlare del porcellum e della sentenza dell’Alta Corte che lo ha dichiarato incostituzionale. Non forza i concetti ma è molto esplicito.

«Adesso semplicemente bisogna cambiare la legge elettorale e poi tornare da subito a votare.

Il porcellum è diventato oramai una filosofia di vita e noi vogliamo combatterla preferendo una leadership collettiva. In democrazia non si può fare diversamente».

Non gli manca una battuta sull’alluvione lucano quando gli chiedono di fare qualcosa: «sono cosciente dei danni che ci sono stati, lo ho visto in Abruzzo e Sardegna e lo immagino anche in Basilicata.

Mi dicono addirittura che si è allagato il posto nel quale volevano fare il sito di scorie a Scanzano. E’ la dimostrazione di un paese che sottovaluta troppo i temi ambientali».

Civati chiude la sua campagna elettorale con gli slogan che lo hanno portato a combattere questa battaglia da segretario.

Con una battuta ed una convinzione che continua a ripetere: «tornerò da segretario in Basilicata». Di sicuro ad oggi è la vera mina vagante della competizione elettorale tra Renzi e Cuperlo e comunque a giudicare dalle sue parole sicuramente al secondo è più lontano che al primo. Anche quando dice: «si può ancora usare la parola sinistra, vero».

 p.quarto@luedi.it

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