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MATERA – Appena archiviata la corsa personale per la segreteria nazionale del PD, il vice presidente del Parlamento europeo, Gianni Pittella, è tutt’altro che in pausa e prosegue la sua attività sul territorio«Non dobbiamo disperdere il consenso ricevuto in questo sforzo compiuto durante le primarie; dobbiamo continuare, per riportare al centro del dibattito e nell’agenda del prossimo segretario i temi a noi cari», ha detto ieri all’eurodeputato all’Hilton di Matera nell’appuntamento i cui è stato presentato “Laboratorio democratico”: un contenitore di idee e progetti su Europa, Mezzogiorno, diritti civili e welfare.
«Vuole rappresentare – ha spiegato – un reale contributo alla direzione politica del Pd, un laboratorio aperto e vi chiediamo massima partecipazione».
All’appuntamento era presente anche il neo governatore Pittella, in una sala affollata da quanti hanno condiviso le sue battaglie e le sue vittorie, ed oggi pronti a sostenere Matteo Renzi.
E’ che la corsa dell’europarlamentare non si è interrotta dopo il voto delle Convenzioni. Oggi il suo impegno è per il sindaco di Firenze, andandosi ad intersecare, in maniera quasi parallela, con le scelte compiute a suo tempo dal nuovo presidente di regione. La proposta di laboratorio democratico diventa quindi un strumento di valorizzazione di un patrimonio di idee che, tengono a sottolineare, è espressione specifica del programma affermato durante le primarie, quelle nazionali, ma, potremmo dire, anche quelle condotte in regione per la scelta del candidato presidente.
«Federalismo, Mezzogiorno ed Europa saranno i temi per i quali ci impegneremo. Oggi il nostro candidato è Matteo Renzi – chiarisce Gianni Pittella – ma noi continuiamo a coltivare la nostra identità. Vorrei anzi lanciare una serie di appuntamenti che servano a costruire le idee politiche su cui lavorerà il laboratorio, che deve strutturarsi, che deve avere riferimenti ed identità. La contrarietà di Renzi al Fiscal compact e la condivisione sul modello degli Stati Uniti d’Europa rappresentano gli elementi di convergenza. Per lui saremo – ha proseguito – alleati scomodi perché gli chiederemo risposte precise sul Mezzogiorno».
Quindi un invito, che Gianni rivolge alla platea presente, a non tirare per la giacca il neogovernatore, trascinandolo in questioni di “bassa cucina”, perchè, scandisce, “dovrà invece occuparsi di temi strategici, stare a Roma, e fare qualcosa per tutti”.
Per parte sua Marcello, risponde ben volentieri: ribadisce che si dovrà mettere da parte il “microegoismo” e fare scelte strategiche nel contesto europeo.
«Ma il Mezzogiorno deve imparare a lavorare in squadra, e sapersi vedere come una grande regione che si proietta attraverso i corridoi europei, altrimenti non può avere un futuro».
Infine il dato sull’affluenza durante la tornata elettorale regionale: è mancata la partecipazione del 50 per cento degli elettori e su questo il neo presidente non si nasconde: «Dovremo dimostrare che di noi ci deve fidare; dobbiamo saper recuperare il rapporto con i cittadini: si tratta di un dovere». Una sfida, l’ennesima, appena lanciata.
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