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POTENZA – A chi 900 e a chi 35mila perlopiù per spese di ristorazione, ma anche per soggiorni e varie elargizioni considerate poco attinenti anche «con l’esercizio del mandato senza il vincolo di mandato».
E’ il “conto” dell’inchiesta sui rimborsi per le spese di segreteria e rappresentanza dei consiglieri regionali lucani condotta negli scorsi mesi dalla procura contabile del capoluogo che ha preso di mira la fine dell’VIII legislatura.
Gli avvisi, che in gergo tecnico vengono chiamati “inviti a dedurri” sono partiti nei giorni scorsi e stanno arrivando in queste ore agli indirizzi di residenza di 27 ex consiglieri e consiglieri uscenti, i 2 rieletti Michele Napoli (Pdl) e Franco Mollica (Udc), più il presidente in pectore Marcello Pittella (Pd) e il deputato Vincenzo Folino (Pd).
In totale le fatture contestate dal procuratore Michele Oricchio ammontano ad oltre 300mila euro.
Il capitolo di gran lunga più significativo è quello delle spese di ristorazione. In effetti dalle parti di via Verrastro non si è mai lesinato su pranzi e cene di lavoro, durante le pause delle sedute del Consiglio o delle commissioni. Ma in molti casi il concetto stesso di pranzo di lavoro si sarebbe esteso alle più disparate occasioni conviviali. Inclusi “incontri con l’elettorato” che si sa, almeno in Italia, equivale alla quasi totalità della popolazione.
Di diverso avviso i pm contabili che hanno delegato l’aliquota delle fiamme gialle di stanza al secondo piano del palazzotto di viale del Basento ad annotare le fatture senza una documentazione di sostegno che ne giustificasse il carattere politico o di lavoro.
Per capirsi: la convocazione della seduta di commissione con la parte del verbale in cui il presidente rinvia al pomeriggio per ragioni straordinarie la conclusione della discussione. Oppure la brochure dell’incontro politico o del convegno a cui il consigliere avrebbe partecipato. E così via.
Idem per le spese di soggiorno in albergo, fuori e dentro la regione. Più quant’altro è apparso difficile da ricondurre nel dettato della legge nel 2002 aveva istituito il rimborso per le spese di segreteria e rappresentanza abolito a dicembre dell’anno scorso, aumentando in compenso la diaria da 3.500 a 4.200 euro senza più obblighi di rendicontazione di fatture e scontrini vari.
Ricevuto l’avviso a dedurre i consiglieri finiti nel mirino della Corte di conti potranno chiedere di essere sentiti o depositare memorie difensive per spiegare il proprio punto di vista. Anche allegando documenti, brochure e quant’altro siano ancora in grado di recuperare.
Le contestazioni contenute negli avvisi a dedurre notificati ieri fanno riferimento a tutto il 2009, un’annualità rimasta fuori dall’inchiesta condotta dalla procura ordinaria (vedi box affianco) e i primi 5 mesi del 2010.
Nelle prossime settimane verranno quindi notificati quelli che riguardano gli anni successivi e i consiglieri della legislatura che si è appena conclusa.
l.amato@luedi.it
TUTTI I NOMI E LE SOMME CONTESTATE (cifre arrotondate per difetto):
Emilia Simonetti: 5.000 euro
Roberto Falotico: 17.000 euro
Donato Salvatore: 9.000 euro
Rocco Vita: 11.000 euro
Innocenzo Loguercio: 3.500 euro
Nicola Pagliuca: 2.500 euro
Sergio Lapenna: 8.500 euro
Franco Mattia: 5.000 euro
Vito De Filippo: 4.500 euro
Antonio Di Sanza: 18.000 euro
Vincenzo Folino: 9.000 euro
Marcello Pittella: 7.800 euro
Vincenzo Santochirico: 25.000 euro
Gennaro Straziuso: 35.500 euro
Adeltina Salierno: 15.500 euro
Rosa Mastrosimone: 14.500 euro
Michele Napoli: 3.500 euro
Pasquale Di Lorenzo: 900 euro
Franco Mollica: 2.500 euro
Luigi Scaglione: 15.000 euro
Antonio Autilio: 16.000 euro
Nino Carelli: 13.000 euro
Prospero De Franchi: 19.000 euro
Antonio Flovilla: 9.000 euro
Agatino Mancusi: 5.500 euro
Gaetano Fierro: 10.500 euro
Giacomo Nardiello: 20.000 euro
Vincenzo Viti: 7.000 euro
Antonio Potenza: 3.400
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