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POTENZA – Dall’Università al Consiglio regionale, in soli sette mesi. Ma Vicenzo Robortella, che con i suoi soli 26 anni è di fatto il consigliere regionale più giovane di questa legislatura, più che atteggiarsi a politico prodigio, ammette: «So bene che se sono stato eletto è anche per il lavoro di mio padre». Papà Pasquale. L’ex sindaco di San Martino d’Agri, consigliere nella precedente legislatura, che ha subito il veto dell’incandidabilità posto dal Partito democratico. Il seggio rimarrà comunque in famiglia. Ma Robortella junior, pur essendo “figlio d’arte”, assicura: «Il mio impegno sarà rivolto tutto alla valorizzazione dei giovani. Affinché prevalgano meritocrazia e competenze. E perchè non si facciano valere solo i cognomi».
Ma andiamo con ordine. Torniamo a qualche me se fa. Precisamente al mese di aprile, quando Robortella ha conseguito la laurea in Ingegneria civile presso l’Università di Potenza. Dopo poco sarebbe arrivata la candidatura nella lista del presidente Pittella.
Com’è maturata questa candidatura? E quando ha deciso di scendere in campo?
Le sembrerà strano ma i primi con cui ne ho parlato non sono stati i miei genitori, ma i miei amici. Ho trovato in loro un forte sostegno. Mi sono detto: perché non essere il protagonista diretto di quel rinnovamento di cui la politica e le istituzioni hanno bisogno? Mi sono confrontato con loro. Mi hanno appoggiato. Solo successivamente ne ho parlato con mio padre. Ci ha dovuto pensare un pò. Ma alla fine è stato d’accordo anche lui.
Eppure pare che il suo nome nella lista del presidente Pittella sia stato inserito all’ultimo minuto.
Questa è una sciocchezza. La mia candidatura c’era già. E’ stato detto che io avrei il posto dell’avvocato Glinni che ha fatto un passo indietro qualche giorno prima della presentazione delle liste. Ma non è così. Le ripeto: ci stavo pensando da tempo. E al cosa c’era già.
Insomma, la sua sarebbe passione politica autentica. Qual è il partito a cui si sente più vicino?Ha un politico di riferimento, a chi vorrebbe ispirarsi?
Mi sono candidato nella lista del presidente Pittella e ho la tessera del Pd. Essendo figlio di un uomo delle istituzioni non avrei potuto non coltivare questa passione.
Un politico di riferimento?
No, nessuno. Credo che oggi la politica non abbia bisogno di guardarsi indietro. Servono risposte nuove per esigenze e problematiche nuove che arrivano dalla società civile. Ed è per questo che credo fortemente nell’impegno dei giovani. Anche se sono altrettanto convinto che la testimonianza di chi ha una certa esperienza non vada messa da parte. Anzi, a mio avviso, è necessario uno scambio intergenerazionale.
E cosa risponde a chi ritiene che, data la sua giovane età e gli studi universitari terminati da poco, non abbia le competenze necessarie per svolgere il suo mandato da consigliere?
Che chi è alla sua prima prova, com’è normale che sia, inevitabilmente potrà scontrarsi con un pò di inesperienza. Superabile con l’impegno e con la voglia di fare sul serio. E poi per me è diverso. Posso contare sull’esperienza di mio padre. E questo sicuramente torna a mio vantaggio.
Consigliere, ma se lei non fosse stato il figlio di suo padre, sarebbe stato comunque candidato. E, soprattutto, sarebbe stato eletto?
Beh, per quanto riguarda la candidatura, ho fatto il mio passo avanti per passione politica, come avrebbero potuto fare tanti altri. So che il consenso che si è venuto a creare intorno a me è anche merito di mio padre. Intendo dire che è anche frutto del buon lavoro da lui svolto in questi anni.
Ma forse sarà un pò difficile spiegarlo ai giovani che lei intende rappresentare in Consiglio?
E perché mai? Come le dicevo, la mia candidatura è nata proprio dal confronto con i miei coetanei. C’è bisogno che qualcuno li rappresenti con serietà nelle istituzioni. Alla Regione soprattutto. Io lavorerò per loro. Per valorizzare meriti, competenze e professionalità. Per fare in modo che non vada avanti solo chi porta un determinato cognome. Questa regione è ricca di risorse. Ci sono le condizioni giuste per fare in modo che i ragazzi trovino i loro spazi senza bisogno di andare via dalla Basilicata.
E quindi, se dovesse indicare una priorità di cui intende occuparsi in aula?
Credo molto nel rilancio dell’agricoltura. Per anni è stato il settore trainante di questa regione e può ancora esserlo. Così come credo sia necessario trasformare in maggiori vantaggi per i lucani la ricchezza derivante dal petrolio. Vengo da un paese della Val d’Agri. So bene quali siano le aspettative della gente del posto, soprattutto in termini occupazionali.
Lei ha studiato ingegneria. Ora cosa farà? Si dedicherà esclusivamente all’attività politica?
Già, sono un ingegnere, con tanto di abilitazione. E’ questa la mia professione. E non la metterò sicuramente da parte. Sarebbe un grosso errore. Non voglio rinunciare a quello che è costruito fino a questo momento. Quando questa esperienza sarà finità sarò pronto a ritornare al mio lavoro.
m.labanca@luedi.it
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