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IL vero vincitore di queste elezioni regionali è stato il partito dell’astensione. Lo sa bene anche il neo governatore Marcello Pittella, che ha dichiarato fin da subito l’intenzione di affrontare i problemi reali della Basilicata, proprio per recuperare questa enorme sacca di scontenti, evidenziata dalla diserzione delle urne.

Un fenomeno spontaneo, di pancia, il quale ha incontrato fatalmente, ma neppure tanto, la battaglia di princìpi, che da sei anni combatte civilmente la Commissione di vigilanza sulla democrazia partecipativa (Cvdp), un movimento nazionale nato nel 2007 a Bernalda, su iniziativa del movimento civico dei “Cittadini Attivi”. Dopo la diffidenza e persino le indagini dei servizi segreti, che vedevano negli astensionisti l’embrione di un movimento sovversivo e anarchico, oggi la Cvdp gode del riconoscimento ufficiale sia del Quirinale, che del ministero dell’Interno. Si tratta di persone civili, che si battono contro quello che definiscono “un sistema politico marcio ed autoreferenziale”, partendo dalla Basilicata fino a Roma.

Proprio loro oggi aprono al neo governatore, dimostrando di non avere alcuna pregiudiziale verso la politica lucana tout court, pronti a riconoscere un eventuale impegno concreto nella direzione annunciata. A precisarlo è il portavoce nazionale della Cvdp, il bernaldese Antonio Forcillo, secondo cui non ci sono dubbi sul segnale che il lucani hanno dato spontaneamente. «Noi non abbiamo fatto nulla per orientare l’astensionismo -precisa Forcillo- è stato un moto naturale, perchè la gente si è stancata di vedere in questa regione finanziamenti che arrivano e spariscono nelle tasche dei soliti noti. Noi, ovviamente, non abbiamo votato Pittella, ma è chiaro che la sovranità popolare che lo sostiene si aggira intorno al 24%, quindi il governatore dovrà dimostrare concretamente un cambio di rotta, per riconquistare la fiducia del popolo lucano. Un lavoro duro, perchè occorre spuntarla sull’atavica morsa dei partiti, tutti centrati sulle convenienze personali, soprattutto in Basilicata. Il movimento astensionista è da sempre autofinanziato -chiarisce Forcillo- perchè noi non siamo e non vogliamo essere un partito; ci interessa cambiare il modo di fare politica in questa regione, dopodichè saremo pronti a farci da parte e sostenere chi lo facesse». Quindi, Pittella paradossalmente potrebbe vedere gli astensionisti come validi alleati? «Certo -ribatte Forcillo- perchè noi siamo strenui difensori della democrazia in tutta Italia, purchè dall’astensione motivata scaturisca un cambiamento reale, dicendo alla politica: state attenti, perchè potreste perdere il consenso popolare. A Pittella chiediamo trasparenza e partecipazione». Il movimento astensionista politico italiano, rilancia affermando che, se il presidente indirizzerà effettivamente i suoi sforzi in questa direzione, avrà centrato il 100% dei suoi obiettivi, e il movimento astensionista non resterà “impassibile”, ma è pronto a schierarsi al suo fianco. A differenza dei suoi predecessori, è la prima volta in assoluto per la Basilicata, che un neo presidente eletto apre, almeno a parole, alla sovranità popolare, riconoscendo che gli astensionisti non sono alieni, ma semplici ex elettori non desaparecidos».

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