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MATERA – Beppe Grillo mattatore. Poi i fischi e le urla contro il partito Democratico fino all’arrivo del segretario Epifani che  nell’avvicinarsi al palco ammette “in tanti anni da segretario della Cgil e del Pd non ho mai visto una cosa del genere”.

La giornata politica più intensa ed importante a piazza Vittorio Veneto è tutta a favore di Beppe Grillo che riesce a far valere il proprio ruolo di trascinatore di folle e di piazze, contro tutto e tutti  ma “a favore dei cittadini” come sottolinea dal palco di piazza Vittorio Veneto con  almeno tremila persone presenti ad ascoltare e partecipare. Un cordone di sicurezza che si crea minuto dopo minuto che prova a seguirlo e che di certo infiamma la piazza fino al punto che la voglia di andar via quando arriva il Pd non c’è. Le presenze si riducono notevolmente, la piazza rimane presente ma con fischi e urla che rischiano in qualche caso di sfociare in qualcosa di più. Servono degli interventi immediati delle forze dell’ordine per spegnere la tensione che non scoppia ma sale.

L’intero comizio del partito Democratico è tutto corredato dalle proteste e dai fischi, il sindaco Adduce è il primo a sfidarle “non avevamo paura delle camicie nere non possiamo averne ora di questi fischi” ma anche Marcello Pittella ha identica determinazione. Qualche minuto dopo sotto il palco ammette “questo clima è normale in campagna elettorale, non mi faccio certo intimidire. Bisogna ammettere che la gente è sfiduciata ma questo non deve spaventarci».

Epifani al suo arrivo in piazza sottolinea che «essere democratici vuol dire anche ascoltare quello che gli altri hanno da dire in maniera composta. Questa non è democrazia».

Ma a tenere banco in realtà per l’intera serata è la presenza di Grillo. Autentico mattatore, convoglia la gente ed entusiasma le folle con un discorso che si fonda sul cambiamento e sulla necessità di risollevare la regione. «Vinceremo, dobbiamo avviare questo casino e dobbiamo partire proprio da qui dalla Basilicata perchè gli ultimi e i dimenticati riprendano il cammino». Grillo sottolinea le difficoltà di collegamento che ci sono «Matera non ha una stazione, per arrivare fin qui ci ho messo 14 ore». Oppure ancora all’inizio del suo discorso «dove è la Basilicata? Questo molti si chiedono, non dobbiamo chiedere il voto qui, noi dobbiamo solo mandarli a casa e sostituire questi parassiti e dilettanti che da trent’anni governano. Oramai siamo al punto di non ritorno, questo è il punto»

E poi parla dei cavalli di battaglia del movimento a cominciare dalle questioni economiche, del lavoro, dei soldi che non ci sono.

Parte dal reddito di cittadinanza: «oggi si va incontro ad avere sempre meno lavoro, è necessario perciò che ci siano un reddito ridistribuito e sicuro per tutti. Tanti di quelli che vanno in pensione non l’avranno più una pensione, noi dobbiamo cambiare pensiero, non puntare più sul lavoro ma sulle famiglie. Salvarle togliendo profitto e ridistribuendo le ricchezze». Grillo sventola il pericolo che «con la nuova legge elettorale facciano un superporcellum, non ci facciano partecipare alle elezioni».

Poi parla di agricoltura e dice «stamattina a Metaponto volevo ascoltare i problemi degli agricoltori e invece volevano sentirmi insieme agli altri, noi non siamo come gli altri. Non siamo con chi deve scegliere da che parte stare».

Grillo non manca di attaccare l’informazione «vergognosa perchè non dice cosa stiamo realmente facendo».

La piazza applaude, acclama anche mentre Grillo va via tra due ali di folla. «Adesso viene il Pd» dice prima di andarsene, «non ve ne andate». L’ironia funziona perchè molta gente rimane e partono i fischi, qualche discussione che richiede l’intervento della Polizia. La tensione sale, le parole dal palco del Pd sono forti, rievocano tempi passati. Manifestano che la sfida è giunta al sua cuore. In questi giorni si decide e gli umori di ieri a Matera dicono che si tratta di una partita aperta.

 p.quarto@luedi.it

 

 

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