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POTENZA – Volendo metterla in termini semplici, si potrebbe dire così: se il tessuto economico è il malato, non si può correre il rischio di arrivare a babbo morto. I principali indicatori della Basilicata – come hanno confermato anche i recenti dati Svimez – non sono buoni. Questa potrebbe essere l’ultima chiamata: la regione deve tornare a crescere. A partire dai quei vantaggi potenziali che vanno trasformati in punti di forza concreti. A qualche giorno dal voto, il mondo produttivo lucano – attraverso la voce dell’associazione degli imprenditori lucani e quella delle associazioni datoriali – chiama a confronto i candidati presidente delle coalizioni scese in campo per le regionali. Sulla base delle proposte elaborate in questi mesi che portano la firma di Confindustria e e del cartello “Pensiamo Basilicata”. L’incontro in programma per questo pomeriggio al Park hotel, si chiama “Basilicata, impresa possibile”. Proposte di contenuto, ma anche di metodo. Perché per il leader degli imprenditori lucani, Michele Somma e il presidente di Pensiamo Basilicata, Paolo Laguardia, che esprimo la propria posizione in un documento congiunto la ripresa è possibile ma passa anche attraverso il maggior grado di concertazione possibile che si saprà mettere in campo.
L’iniziativa, dicevamo, è congiunta. Ma Confindustria e Pensiamo Basilicata presenteranno ognuna le proprie proposte, che, in molti casi si intersecano ma rispecchiano anche singole le specificità. Petrolio, nuova programmazione dei fondi comunitari, turismo sono alcuni degli assi principali intorno ai quali esse si articolano.
Le proposte di Confindustria
Sul petrolio, la posizione dell’associazione degli imprenditori lucani è molto forte. Il presidente Somma non solo ribadisce la propria contrarietà alla moratoria che la Regione ha adottato l’anno scorso, successivamente bocciata dalla Corte Costituzionale. Ma soprattutto – in controtendenza rispetto all’orientamento di buona parte dell’opinione pubblica – afferma la necessità di accelerare, nei limiti consentiti dalle leggi, tutti i procedimenti amministrativi di competenza regionale e comunale, propedeutici al rilascio delle diverse autorizzazioni necessarie alla concreta attività estrattiva. Pieno sostegno al Memorandum, quindi, a patto di un decreto attuativo che consenta al territorio di raccogliere maggiori vantaggi derivanti dalle attività estrattive. Stategico rimane anche il settore dell’automotive lucano, legato per via indiretta e indiretta ai nuovi investimenti che stanno interessando la Fiat Sata di Melfi. «E’ importante – chiede Somma – che le aziende delle indotto siano messe nelle condizioni e, quindi supportate, per intercettare questa enorme opportunità». Il che passa dalla garanzia di ammortizzatori sociali che consentano di superare questa fase di transizione, in vista delle nuove produzioni. Ma anche attraverso percorsi di formazione per l’adeguamento delle competenze professionali. E ancora, interventi di breve durata, ma strategici per il Polo del mobile imbottito, facendo leva anche sul cuneo fiscale.
E quelle di Pensiamo Basilicata
C’è una priorità su tutte per il cartello delle associazioni datoriali: dare “più” credito alle aziende. E’ il più grande problema delle piccole e medie imprese, ovvero la tipologia di attività del settore più diffusa in Basilicata. Per il presidente Paolo Laguradia bisogna agire in questa direzione, attraverso consistenti contributi per la formazione o l’integrazione dei fondi rischi e del patrimonio di garanzia ai Confidi e l’istituzione del Fondo regionale
di garanzia e controgaranzia. Una presa di posizione molto forte anche sulla riorganizzazione della governace regionale.
Quindi, razionalizzare gli enti sub regionali e le partecipate. Ma riammodernare anche i dipartimenti regionali, con l’istituzione di un assessorato alla programmazione e garantire la semplificazione burocratica. Anche le associazioni datoriali condividono la posizione espresse rispetto al Memorandum: il petrolio deve trasformarsi in reali vantaggi (compresa la tutela dell’ambiente) per il territorio. In termini di royalty, ma anche di gettito fiscale dei grandi player. Da trasformare in convenienze localizzative, in grado d’attrarre nuovi investimenti.
Ai candidati presidente spetterà la valutazione delle proposte
m.labanca@luedi.it
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