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“Se i Cinquestelle sono una valanga, allora noi che siamo? Uno tsunami?”. Addirittura. Ad affermarlo senza temere di sfidare il ridicolo, aprendo la conferenza stampa dei radicali di ieri mattina a Matera, è Maurizio Bolognetti, capolista della Rosa nel Pugno alle prossime Regionali.
Lamenta che i giornali locali non hanno dato spazio al comizio del partito a Matera (per il quale si sono mossi da Roma tutti i big: oltre alla candidata Elisabetta Zamparutti, al tavolo ci sono Marco Pannella, il ministro Emma Bonino e il neo segretario Rita Bernardini).
E sebbene ci sia molta esagerazione nel suo sfogo (i 5 Stelle sono pur sempre il primo partito in città e il secondo nella regione, laddove Pannella alle ultime politiche ha raccolto uno zero virgola qualcosa per cento) non si può negare che l’incursione radicale a Matera non sia passata inosservata. Un po’ per merito di Pannella che nella due giorni materana ha dato fondo a tutto il suo repertorio di vecchio militante (si è improvvisato perfino strillone) riuscendo a coinvolgere la piazza locale e annunciando l’ennesimo sciopero della fame per riportare l’attenzione sulle carceri italiane; un po’ perché l’invettiva contro la partitocrazia e i candidati dei maggiori schieramenti in campo, da lui giudicati sic et simpliciter soci per delinquere, fa sempre il suo effetto su un elettorato a dir poco sfiduciato.
Il fatto è che quelli agitati dai radicali, anche qui in Basilicata, sono i temi di una campagna che nasce ben prima delle elezioni lucane e che ruota ossessivamente intorno alle parole d’ordine dell’amnistia, dello stato di diritto e del ripristino della legalità; gli stessi che sono al centro dei dodici referendum sui quali tra pochi giorni si esprimerà la Corte. Temi che, spiega la candidata presidente Elisabetta Zamparutti, restano centrali anche nel contesto lucano. Anzi, in Basilicata più che altrove. “Il ripristino della legalità è la condizione perché in questa regione si possa tornare a fare politica”, afferma. “E’ proprio qui che una diffusa pratica consociativa condiziona il lavoro dei governi e delle amministrazioni locali traducendosi in mancati controlli ambientali e sanitari e in impure commistioni con opachi interessi industriali. Il tutto a danno dei cittadini: i quali scontano sulla propria pelle le conseguenze dell’illegalità politica”. A dimostrarlo non ci sarebbero soltanto i brogli sulle liste elettorali (denunciati proprio dai radicali) ma i dati che vedono la regione ai primi posti in Italia nelle classifiche delle patologie e dei decessi dovuti a malattie respiratorie e a tumori (numeri addirittura superiori a quelli registrati a Taranto).
“E dunque non è affatto strano – dice, accanto a lei, Rita Bernardini – che Pannella abbia scelto Matera e la Basilicata per annunciare il suo sciopero della fame. La battaglia per l’amnistia non interessa soltanto i carcerati. La drammatica situazione delle carceri è soltanto l’ultimo anello di uno stato di illegalità i cui effetti si ritorcono su tutta l’economia del Paese e soprattutto nelle sue aree più deboli, cone è appunto la Basilicata”.
Per Emma Bonino quella prospettata dai radicali rappresenta una grande occasione per i lucani. “Dateci un consigliere e vedrete. Noi non vendiamo illusioni”. Ma ammette: “Votarci è un lusso. Anche perché non siamo messi nelle condizioni di farci conoscere. Le nostre informazioni non passano”. “Noi – dice poi, con un trasparente riferimento ai Cinque Stelle – non puntiamo ad assecondare la rabbia, non ci interessa la demagogia. Il nostro unico interesse è far funzionare l’amministrazione nell’interesse dei cittadini. E dare una speranza di futuro a una regione che non è connessa, neanche sotto il profilo telematico, con il resto del Paese”.
a.grassi@luedi.it
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