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POTENZA – Alla proposta di un confronto aperto e pubblico tra i candidati alla presidenza della Regione Basilicata hanno aderito la radicale Elisabetta Zamparutti e Maria Murante di Sinistra ecologia e libertà. Era stato Marcello Pittella giovedì a proporre ai competitor un confronto aperto su temi e priorità per «costruire un momento di consapevolezza negli elettori». Con regole chiare e dibattito.
Il Quotidiano ha raccolto l’idea perché siamo convinti che il ruolo di un giornale locale sia quello di creare connessioni, di sviluppare rete all’interno della comunità in cui opera. Il momento di confronto sarebbe uno spazio importante. Ieri, in una nota, Gianni Rosa, candidato al consiglio regionale con Fratelli d’Italia ha denunciato la «santificazione di Pittella, messa in atto da certa stampa».
Abbiamo rilanciato l’appello del candidato presidente del centrosinistra perchè in premessa conteneva una richiesta: «Scelgano i cittadini luogo e modalità», ha infatto dichiarato lo stesso Pittella. Per questo mettiamo a disposizione i nostri spazi, le nostre pagine, i nostri canali sociali per raccogliere idee, proposte, far circolare voci, rilanciare dubbi dei cittadini che non potranno esserci e mescolarci a quelli che vorranno partecipare. Sarebbe un momento collettivo importante. Ma solo con alcune condizioni. Il luogo e le modalità dovrà sceglierli davvero la comunità.
Lo scambio tra alcuni candidati ieri è arrivato su Twitter. Marcello Pittella ha ringraziato spiegando subito di attendere altre adesioni per organizzare. Ma forse – se le premesse sono quelle della scelta dei cittadini – il momento di confronto vero non dovrà essere organizzato da alcuni candidati. Non da soli almeno. Perché sia davvero un momento di partecipazione utile alla cittadinanza – nel periodo di massima distanza dalla politica – il confronto dovrà essere indirizzato dai cittadini che hanno voglia di esserci. Il luogo dovrà essere un luogo pubblico.
Ne abbiamo suggeriti alcuni nel capoluogo come il centro sociale di Malvaccaro, il teatro Stabile, il museo provinciale, la sala del cortile di palazzo Loffredo. Altri spazi sono stati già offerti: i gestori dell’auditorium Cecilia Salvia di Tito hanno dato la disponibilità. Perché il confronto sia davvero aperto dovrà partire dai suggerimenti o dalle idee che i cittadini daranno. E l’unico modo per farlo è la trasparenza.
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