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Se mettiamo insieme la notizia dei due Oscar di bilancio che la Basilicata si è guadagnata (quello della Regione e quello del San Carlo) e le considerazioni che fa a margine il candidato del Pdl Miche Napoli abbiamo, forse, la densità della materia di cui è strutturato il nostro microterritorio. Al netto delle frange di propaganda elettorale si confrontano due verità. Oggettivamente è difficile immaginare una macchinazione nazionale per far vincere la Basilicata (tutto è possibile in Italia ma io sto ai fatti che conosco) così come è innegabile lo strascico lungo di ombre e affarismo che accompagna la gestione pubblica. E’ proprio quella Basilicata ibrida che ho visto e conosciuto attraversandola un mese fa. 

Se noi guardiamo la Basilicata all’interno dei suoi limes possiamo fare un lunghissimo decalogo delle sue miserie. Se guardiamo la Basilicata con occhi relativi e la confrontiamo con il resto d’Italia, soprattutto il Mezzogiorno d’Italia, essa ci apparirà ancora come uno dei migliori e sconosciuti brand territoriali. Tra il bene e il male ci sono mille sfumature. Scrivevo ieri dell’irrazionale gestione delle risorse e dei servizi per i piccoli comuni. Il contributo che offre oggi Giuseppe Tralli rafforza il mio pensiero con dei dati. Vi invito a leggerlo. Governare le distanze non è semplice, ci dicono questo i dati: la nostra è la peggiore condizione orografica italiana. Il Trentino ne ha fatto una forza, però. 

Certo le nostre Dolomiti non potranno mai competere con quelle vere che stanno lassù, ma la nostra specificità, quelle “hills” che ha gridato un mio amico canadese appena ha messo piede a Potenza (non parliamo di Matera) possono essere lo sfondo giusto per una rappresentazione che coniughi forza dei territori, razionalità e trasparenza amministrativa, orientamento di visione. Io credo che, terminata la campagna elettorale, la Basilicata si troverà davanti al vero bivio. Il nuovo presidente dovrà farsi carico di recuperare la fiducia della metà della popolazione lucana che si preannuncia astensionista. Molto dissenso da queste parti è rabbia di esclusione. Esclusione dalla cintura di favori ottenuti in passato. Il nuovo dovrà essere una vera liberazione. I cittadini devono liberarsi dalla politica e la politica deve liberare i cittadini. Fissiamo questi due oscar e ricordiamoci contemporaneamente delle pesanti critiche della Corte dei conti come ci sollecita Napoli, o di Rimborsopoli che non sarà roba da Batman ma non attenua il disonore. 

Rimborsopoli pone però una seria questione di controllo amministrativo e di patto di fiducia tra elettori ed eletti. La Basilicata è dunque in bilico: deve decidere se rafforzare il versante positivo da Oscar o precipitare giù nella vasca dei serpenti. Le due cose finora sono state mischiate perchè reggeva il sistema (e la sostenibilità economica) dei privilegi. Ora linea retta: anche perchè il mondo ci guarda (prima no) e i nostri limiti finiranno col diventare una bella macchietta.

l.serino@luedi.it

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