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C’è poco da fare. Il Pd continua a farsi male. Ci vuole veramente molta fantasia per darsi pugnalate come quella che vi raccontiamo oggi. In piena campagna elettorale, anche a voler essere strategicamente astuti, proprio non ce la fa il Pd a trovare una ragione di buon senso.
Epurare, sospendere, allontanare: l’arte della guerra e del nemico ormai è una specializzazione nella quale i democratici sono diventati davvero insuperabili. Altro che unità, progetto comune. I candidati della lista di Pittella non possono mettere piede nei circoli materani democratici. L’editto frena un cammino nato già storto.
Eppure il Pd di questioni interne imbarazzanti ne ha e ne ha avute.
Il caso Pisticci, ad esempio. O quello di Scanzano. Nessuno ha fiatato. Per Pittella, ora, porte sbarrate. C’è poco da stare tranquilli per il futuro. Se dovesse vincere la campagna elettorale abbiamo già pronto il copione dicotomico che replicherebbe la lunga storia di convergenza e divergenza tra De Filippo e Folino.
Sarà per questo che tutte le parole che si stanno spendendo su contenuti e programmi sembrano bolle leggere piene di niente. Se non c’è unità adesso, quale potrebbe essere quella futura?
A meno che al Pd non piaccia moltissimo l’appellativo che il Quotidiano ha attribuito a Pittella, il gladiatore, e abbia perciò deciso di allenarne la forza combattiva in una corsa a ostacoli.
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