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ERANO stati i primi a essersi mossi, quando la politica “ufficiale” sembrava ancora completamente latitante rispetto agli impegni sempre più vicini delle imminenti elezioni regionali. Ora sono a tutti gli effetti gli illustri esclusi da questa campagna elettorale.
Pesa, fra tutte, l’assenza nelle liste presentate lo scorso sabato di uno dei protagonisti della prima ora del voto di novembre, il sindaco di Lagonegro, Domenico Mitidieri. E con lui sparisce lui anche quella lista dei sindaci portata avanti con l’iniziativa promossa insieme al primo cittadino di Muro Lucano, Gerardo Mariani, che aveva ravvivato la scena politica con un movimento di amministratori pronti a scendere in campo già dai primi mesi estivi. Una lista evaporata nelle ultime settimane, dopo l’impossibilità di chiudere l’accordo con Marcello Pittella, che, dopo il niet del partito, non ha potuto arruolarli nella sua squadra.
Molti degli amministratori che si consideravano quasi a tutti gli effetti già candidati saranno comune protagonisti della campagna elettorali, dopo essere confluiti in vari partiti, soprattutto nelle liste del centrosinistra.
Solo che lui, il primo cittadino di Lagonegro, che doveva essere il candidato presidente dei sindaci, amministratore Pd di area defilippiana, schieratosi a sostegno di Marcello Pittella, non ha trovato alcuno spazio, a differenza di quello che in molti si aspettavano.
Lui spiega così: «Non si sono venute a creare le condizioni per una mia candidatura». Nella pratica, il suo nome nella lista del partito o in quella del presidente lo avrebbe messo in diretta competizione con altri amministratori della stessa area politica, senza la garanzia del giusto supporto politico. Ed è per questo che il primo cittadino di Lagonegro aveva sperato in un posto nel listino. Il diretto interessato conferma, con una punta di amarezza: «Mi auguravo che il lavoro svolto per questa comunità, con l’importanza strategica che ricopre e buoni risultati conseguiti, fossero valutati diversamente».
E aggiunge pure: «Sì, un pò di delusione c’è stata. Forse, anche in qualità di membro del direttivo regionale, andava interpellato e coinvolto in un altro modo». Mitidieri si dice comunque soddisfatto per i risultati raggiunti dal movimento dei sindaci, che è riuscito a esprimere propri rappresentanti per queste regionali.
Ma il primo cittadino dell’area sud non è l’unico illustre escluso da questa tornata elettorale. Che fine ha fatto, a esempio, Gianpiero Perri, il direttore dell’Apt che nei mesi passati aveva messo in piedi un movimento che raccoglieva imprenditori e pezzi di società civile che avrebbe dovuto fare da stimolo al dibattito in vista del voto di novembre? Il progetto non è si è concretizzato in un’iniziativa politica, ma non ha lasciato tracce, almeno per ora, nemmeno in termini di contenuti programmatici. Stesso dicasi per il presidente della Camera di Commercio, Pasquale Lamorte, che per un periodo è stata dato per candidato presidente del centrodestra. Ipotesi che sembrava trovare conferma dai proclami al veleno contro il centrosinistra e lo stato dell’economia lucana pronunciati dall’alto della sua carica istituzionale, a cui poi però è seguito il totale silenzio. Spariscono dalla scena anche i cattolici lucani che nei mesi scorsi avevano considerato la doppia possibilità di un coinvolgimento diretto e del sostegno dichiarato a uno schieramento. Per assurdo, chi si è mosso per primo, sembra essere rimasto travolto dalle manovre posticipate dei grandi partiti. Che anche per questa campagna elettorale rimangono i protagonisti assoluti.
marlab
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