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POTENZA – Quattordici pagine per una sintesi del programma elettorale del Movimento 5 Stelle. Una serie di proposte di rottura rispetto a quanto preparato, invece, dai candidati del centrosinistra già alle primarie. Nel pdf, scaricabile dal sito lucano del Movimento, si dicono cose chiare. ma la versione “estesa” è ancora in fase di approvazione da parte degli attivisti. In ogni caso stop alle trivellazioni, obbligo di pubblicazione di dati e progetti sui pozzi, ripristino del tavolo sul nucleare per fare chiarezza su quanto si fa all’interno dell’Itrec di Rotondella e raccolta differenziata spinta porta a porta in tutti i comuni della Basilicata. Insomma, il Movimento supera l’ultimo “scoglio” prima delle regionali con un lavoro frutto di una commistione tra l’identità “pura” dei 5 Stelle e la concertazione tra gruppi di lavoro. Si parte dall’agricoltura. I pentastellati immaginano piattaforme ortofrutticole comprensoriali, maggiore promozione dei prodotti locali con tanto di tracciabilità della filiera e valorizzazione dei marchi Igt, Igp, Doc con attenzione alla costituzione dei consorzi agricoli. Un “marchio Basilicata da valorizzare assieme ai presidi slow food, con divieto assoluto di utilizzo di organismi geneticamente modificati. A questo si affianca una politica di recupero dei terreni abbandonati tramite consorzi e abbattimento dei costi notarili.

C’è poi l’allevamento estensivo e biologico da favorire e facilitazioni burocratiche e fiscali per la promozione del pascolo senza sfruttamento intensivo. A questo si affianca una progressiva informatizzazione delle aziende assieme all’uso di energie rinnovabili. Sulla filiera i 5 Stelle propongono la promozione della produzione di cereali lucani con ripristino della distribuzione comprensoriale dei mulini.

Un lavoro che ovviamente si affianca all’idea di ambiente e tutela del territorio che parta proprio dal petrolio. La linea è questa: bonifica delle aree di interesse nazionale (come la ex liquichimica di Tito) con vigilanza sugli appalti, piano paesaggistico sul dissesto idrogeologico e stop a nuove cementificazioni così come a nuovi impianti ad alto impatto paesaggistico tra eolico e fotovoltaico, con l’istituzione di un limite massimo.

Massima promozione della produzione a chilometro zero e a bassa richiesta di energia. Sul patrimonio boschivo, tra le varie proposte, si pensa anche ad un censimento delle piante secolari da affiancare al recupero e alla tutela delle foci e dei fiumi, delle coste per frenare l’erosione e riqualificazione di parchi e aree protette. Ma arriviamo a nucleare e petrolio. Il primo punto prevede l’abolizione della cabina di regia sul nuclerare e una verifica della gestione delle scorie all’Itrec, a questo si aggiunge il ripristino del tavolo di trasparenza sul nucleare con partecipazione aperta ai cittadini.

Sulle estrazioni le idee sono molte: chiusura dei pozzi già attivi dove dimostrato l’inquinamento di acqua, aria e sottosuolo. Pubblicazione dei piani ingegneristici e dell’elenco di sostanze rilasciate nel sottosuolo. Nomina di una commissione di indagine indipendente per valutare los tato di salute delle acque di Pertusillo, Agri, Camastra e Basento. Confronto tecnico con Eni per il blocco immediato dei pozzi che anche indirettamente perforano nei bacini idrici di ricarica delle sorgenti dell’Agri. E, ovviamente, è previsto il blocco a tutte le nuove richieste di perforazione. E sempre in ambito energetico il pentastellati mettono in programma la soppressione della Sel per immettere del gas in rete per abbattere i costi delle famiglie e aziende.

E se sull’acqua spicca un piano di depurazione in ogni comune e il riciclo delle acque basse del metapontino, si pensa anche ad una revisione dei regimi di tassazione soprattutto sulle concessioni sulla quantità di acqua imbottigliata. A questo va aggiunto il recupero e il riuso dell’acqua piovana.

Anche sui rifiuti non esiste che la linea dura. Primo punto: blocco degli inceneritori e delle centrali a biomassa e blocco dell’uso nei cementifici di combustibili derivati da petrolio, rifiuti e carbone. E poi No agli inceneritori ma sì alla differenziata porta a porta con l’abolizione dei piani di gestione dei rifiuti operativi e non. Con la differenziata serviranno delle postazioni di raccolta automatica di riciclabili e recuperabili e la creazione delle compostiere. Sarà lo stesso cittadino a farlo, in cambio di un valore economico spendibile in beni o servizi. Meno smaltimento, più riuso con un progressivo smantellamento delle attuali pratiche di smaltimento con tanto di responsabilità civile e penale per il reato di danno ambientale.

I punti sono tanti e affrontano in toto l’intero sistema Basilicata, ma c’è da porre l’accento su due aspetti che riguardano la trasparenza in relazione all’attività della Regione e la pubblica amministrazione. In primis il reddito minimo. Un assegno mensile per disoccupati e meno abbienti tra i 400 e i 600 euro da incanalare in un fondo regionale apposito. Bilancio regionale “open data” in rete, contrasto al conflitto di interesse nelle istituzioni e commissione di verifica sulla precedente gestione della Regione per verificare irregolarità ed eventuali responsabilità. Questo ultimo aspetto è strategico in una regione appena uscita da rimborsopoli. Non a caso una delle voci del programma recita testualmente la “riduzione dello stipendio di tutti i componenti del Consiglio Regionale, dei loro privilegi e rinuncia ai rimborsi elettorali, abolizione dei rimborsi forfettari e ricorso a forme di rimborso dietro documenti giustificativi della spesa”. Ma i 5 Stelle pensano anche ad un osservatorio sugli appalti con divieto di subappalto. Chiaro che si dovrà agire anche su altri fronti di razionalizzazione della spesa pubblica con un monitoraggio degli investimenti e limitazione al ricorso di professionalità esterne a fronte di una stabilizzazione del precariato storico e una riduzione dei costi del settore sanitario con ricorso in sclusiva del mercato elettronico pubblico. Prevista anche la dismissione del progetto Copes con il riuso dei fondi su programmi di inclusione sociale e graduatorie per l’inserimento dei diversamente abili.

In merito invece all’urbanistica sono due i punti economicamente sensibili: abolizione delle tasse patrimoniali e incentivazione al risparmio energetico con diminuzione dell’Imu in maniera proporzionale all’aumento dell’efficienza energetica degli immobili.

v.panettieri@luedi.it

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