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POTENZA – «Nessuna “furbata” dell’ultimo minuto» nella composizione della lista del presidente Pittella, che, dopo la sentenza di ieri sera, rischia ora di sparire definitivamente da questa campagna elettorale.

E’ quanto fanno sapere dal comitato dell’ex assessore alle Attività produttive. In particolare, è la candidatura dell’avvocato potentino, Carlo Glinni,  sostituita solo sabato mattina con quella  di Vincenzo  Robortella, figlio del più noto consigliere regionale uscente Pasquale,  a far discutere. Glinni non sarebbe stato fatto fuori per favorire il secondo. Tutt’altro. Il cambio in lista sarebbe avvenuto solo per necessità. E precisamente per il venir meno della disponibilità dell’avvocato, fino a qualche mese fa esponente del movimento politico di Montezemolo, Italia Futura. Si sarebbe tirato indietro all’ultimo minuto. Solo venerdì, Glinni avrebbe comunicato di non poter più scendere in campo per sopraggiunti motivi di carattere personale.

Il candidato, non eletto, alle scorse politiche di febbraio nella lista per il presidente Monti, avrebbe motivato la decisione improvvisa con la necessità di partire per il Brasile.

Da qui ne sarebbe conseguita la necessità di trovare in fretta e furia un altro nome da inserire in lista. E alla fine la scelta è ricaduta sul figlio dell’ex sindaco di San Martino d’Agri, ufficializzata però solo sabato mattina. Perché, come abbiamo avuto modo di ribadire già subito dopo la ricusazione della lista, è anche a causa del ritardo con cui è stata chiusa la lista, ultima a essere consegnata presso l’ufficio della Corte d’Appello di Potenza che si è verificato il pasticcio del documento mancante ai fini della sua validità.

La candidatura di Robortella aveva comunque provocato molte polemiche. E non solo perché è parsa come la soluzione più comoda ma anche meno opportuna per superare lo scoglio dell’incandidabilità del padre, per via di quella discontinuità “imposta” dal partito.

I primi a essere risentiti il sindaco di Sant’Arcangelo, Domenico Esposito e il segretario regionale De Filippo. Vincenzo Robortella attinge allo stesso bacino di voti di Esposito.

Era nello sfogo di quest’ultimo era emersa la rabbia per l’operazione condotta “sottobanco”. Non in polemica con Robortella – aveva precisato lo stesso primo cittadino sulle colonne del Quotidiano – ma contro i «sotterfugi» che sarebbero stati utilizzati per condurre le ultime manovre elettorali sull’elenco degli uomini del presidente. 

Qualcuno racconta di una lista blindata, fino a un attimo prima di essere consegnata, con dei cambiamenti che sarebbero stati apportati a sorpresa e all’insaputa di tutti, anche degli stessi candidati. Ma rispetto al caso Glinni le cose, a questo punto sarebbero, andate ben diversamente.

Certo, rimane la questione di opportunità rispetto alla candidatura del giovanissimo figlio del consigliere uscente. ma questo non ha nulla a vedere con il pasticcio di quel documento mancante, che adesso è l’aspetto su cui è completamente concentrata la squadra di Pittella.

Nella speranza che i legali    che stanno preparando il ricorso al Tar riescano a trovare il modo per uscire da questo pasticcio.

marlab

m.labanca@luedi.it

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