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POTENZA – È stata una giornata di tavoli, di spostamenti a destra e a sinistra nell’universo politico che si muove oltre il Pd e il centrosinistra. Una corsa all’ultimo minuto per cercare di mettere ordine dove, evidentemente, negli ultimi mesi non c’è stato. Ma partiamo da un dato assodato. Gianni Rosa e Fratelli d’Italia non ne vogliono sapere di giocarsela assieme al Pdl. E oggi alle 11, in conferenza stampa ufficializzaranno la rottura. ma il candidato non sarà Gianni Rosa. Impossibile pensare che si possa concorrere insieme a ex del centrosinistra, freschi di rimborsopoli, come Mollica che due giorni fa senza colpo ferire ha bussato alla porta dei berlusconiani. Tant’è che su facebook lo die chiaramente. “Abbiamo detto no agli scarti di Folino che altri stanno raccogliendo”.
A fare eco è Nicola Cosentino: “Sono contento che i tanti amici che stimo abbiano deciso di non tornare indietro. Il dado era ormai tratto per me. Ed oggi con soddisfazione e gioia dico non solo per me. Augurandomi anche per i tanti uomini e le donne che credono ancora in una politica di servizio alla propria comunità e nazione. Affogare nella palude di accordi e/o coalizioni politiche tese solo al posizionamento di uomini e non di programmi sarebbe stato devastante! no al Pdl e no al Pd”. Ma Il rischio, pesantissimo, è che non si arrivi neanche ad eleggere un consigliere, ma c’è anche da tenere conto dello “spin off” di movimenti civici vicini alla destra lucana che stanno confluendo dentro il “Comitato di liberazione” guidato da Primavera Lucana di Gianni Fabbris. L’idea sarebbe quella di creare un polo indipendente da Pd e Pdl ma lo spostamento a destra non era proprio nei programmi. Scelta Civica, da questo caos è quella che ne esce distrutta. Ieri ancor ariunioni per Ernesto Navazio, che intanto, dopo le dimissioni di Bronzino, strenuo sostenitore dell’alleanza con il Pd, fa sapere, tramite un comunicato stampa, che il partito continua a guardare avanti e a puntare sulle alleanze. È chiaro che il partito di Monti è una risorsa fondamentale, ma la divisione è purtroppo in atto. Mentre vengono smentite le candidature di Navazio e del senatore Tito Di Maggio il fronte si spacca in tre parti. Da una parte Carlo Glinni e i montezemoliani che hanno già ufficializzato il sostegno a Pittella, dall’altra l’avvicinamento, addirittura, ai Radicali di Pannella e Bonino. E poi resta in piedi ancora quell’area che spera di stare a destra o quantomeno di correre da soli.
Insomma, la situazione non è certamente la migliore, ma si devono tentare tutte le strade possibili pur di arrivare alla presentazione delle liste. I termini scadono tra due giorni e tempo non se ne trova. E intanto quello che resta tra i più clamorosi degli indecisi è proprio il Pdl, che adesso deve far fronte anche a questi nuovi ingressi. E forse la decisione di qualche settimana fa di non presentare nessun candidato di partito adesso sta pesando nelle decisioni delle ultime ore. Il gruppo dei berlusconiani infatti è chiuso nuovamente nel bunker nel cercare di smorzare l’irruenza dell’Udc, che non cede sul nome di Michele Cannizzaro come candidato ideale per la coalizione. Ma intanto i nomi che escono fuori dal Pdl sono quelli di Taddei e Latronico.
E non è un caso, diciamo che tutte le volte che il Pdl si è dovuto confrontare con una tornata elettorale le cose sono andate avanti fino all’ultimo minuto. L’ultimo caso è stato quello di Magdi Allam, quindi la situazione “al limite” è un po’ nel dna del Pdl da queste parti. Il problema è che in questo modo ci si espone nuovamente ad un possibile flop, soprattutto dopo le critiche piovute da più parti con l’ingresso di ex sostenitori di Pittella. C’è bisogno di fare ordine e forse per Scelta Civica la notte porterà consiglio. Navazio ieri si stava dirigendo verso Matera per concludere l’ultimo passaggio. A chiudere il cerchio è Fli con Digilio che lancia l’ultimo appello all’unità del centrodestra: Credo – dice Digilio – che una situazione politica oggettivamente positiva come questa sarà irripetibile perché attraverso la competizione tra i poteri forti del Pd ha fatto saltare il “tappo” della cosiddetta visione unitaria di partito e di coalizione. Perciò – dice il coordinatore di Fli – diventa necessario mettere da parte ogni interesse di partito e personale per osare di più nella competizione elettorale di metà novembre. Anche il rito della consultazione-confronto nel centrodestra è inadeguato nel metodo e nel merito. Sarebbe sufficiente costruire una proposta credibile nel programma e nelle rappresentanze delle liste di alternatività, chiamando i cittadini a dare il proprio contributo di idee, per ottenere un risultato alla portata che sicuramente né il M5S e né altri movimenti di protesta, perché privi di programma credibile, sono in grado di insidiare”.
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