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POTENZA – Ci sono militanti storici che si sentono “snaturati” e che sarebbero pronti a strappare la tessera di partito, sindaci che con il simbolo del Pd si sono scontrati contro amministratori di altri partiti che ora sostengono Marcello Pittella, segretari di circolo che fanno da sportello sul territorio a elettori che non si sentono più rappresentati da un partito allo sbando, giovani democratici che chiedono rinnovamento totale. La sala delle sede regionale del Pd di rione Lucania si riempie mentre Giovanni Casaletto spiega le ragioni dell’iniziativa nata d’emblèe. “Il Pd faccia il pd” è il titolo: più che una vera e propria occupazione, è un’assemblea far emergere, raccogliere, e portare ai vertici del partito il punto di vista della base. C’è molta gente, la gran parte ha sostenuto Lacorazza alle primarie. E per quanto ribadiscano di “non essere contro nessuno”, man mano che l’assemblea si riempie di contenuti, si capisce che in realtà è la linea Pittella che contestano. A parole sono tutti d’accordo a riconoscere che il vincitore sia lui, ma poi c’è qualcuno che mette anche ancora in dubbio il modo in cui è stato eletto. Ad ogni modo resta l’accusa «E’ il candidato presidente, non un imperatore». Lo stesso Casaletto asserisce: «Non possiamo consentire che un esterno come Pannella entri a gamba tesa a dirci che Pittella è il candidato del Pdl. Questo partito sembra ormai commissariato. Il Pd siamo noi e non siamo disponibili farci tirare da una parte e dell’altra».
«Non possono ignorare e snaturare natura e ragioni di una partito e di una coalizione», dice il segretario cittadino di Rionero, Emilia Libutti. Che aggiunge: «Chi ha vinto queste primarie non faccia l’errore di credere che il voto di novembre sia la stessa cosa. «E poi? Di quale centrosinistra parliamo?», chiede il segretario dei Gd di Tito, Fabio Laurino che parla del caso Tito: il sindaco Scavone che nel 2009 ha vinto le comunali contro la la lista del Pd e che ora sostiene Pittella. «Abbiamo scelto un candidato, non un capo», dice l’ex sindaco Antonietta Botta che però lascia spazio pure all’autocritica: «Forse – aggiunge – siamo arrivati in ritardo. Ben venga l’iniziativa di oggi ma probabilmente andava fatta prima». Stessa critica arrivata dal segretario cittadino di Potenza, Giampiero Iudicello: «Non abbiamo aperto nessun dibattito né dopo le dimissioni di De Filippo, nè in vista delle Primarie, nè successivamente. Oggi stiamo dicendo cose giuste nel momento sbagliato». Alla fine è stato predisposto un documento, poi sottoposto alla direzione regionale, in cui si chiede rinnovamento totale, pulizia delle liste «rispetto a chi ha contribuito a determinare la crisi politica di aprile che ha portato alle dimissioni di De Filippo».
Chiusura a chi fuori, dal partito e dalla coalizione sta provando a salire su un carro che non gli appartiene. Insomma, chiedono che non si mettano in discussione i contenuti del documento approvato nell’ultima assemblea del partito.
marlab
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