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Apprendo di essere candidato in una lista di sostegno al Presidente Pittella (uso, visti i tempi, il termine Presidente come esorcismo e come inconfutabile argomentazione logica e politica) e mi affretto, per quel che conta, a chiarire:
– Che non intendevo ne intendo, al termine di una vita nelle istituzioni vissuta con qualche apprezzabile risultato, rinnovare un’esperienza peraltro difficile e tormentata. D’altra parte ero stato, senza che lo avessi richiesto o sollecitato, richiamato in servizio al massimo livello nelle responsabilità regionali, soprattutto per la personale amicizia che non rinnego con il senatore Chiurazzi e con altri commendevoli amici e, immagino, anche per qualche memoria del lavoro realizzato nel Parlamento e nelle Istituzioni e del contributo offerto al dibattito culturale e civile nella mia città, nella mia Regione e fuori di qui;
– Che nel momento stesso dell’iniziativa giudiziaria particolarmente suggestiva nei miei confronti, mi sono contestualmente dimesso da assessore e da consigliere regionale: vicenda quest’ultima che appare essere stata messa fra parentesi e magari considerata ovvia, mentre non lo è al punto che meriterebbe di essere sottolineata, soprattutto per il rispetto profondo che ho portato e che porto (talvolta non corrisposto) ai miei colleghi e amici e soprattutto per la lealtà che avverto verso le Istituzioni. Sarebbe grottesco che io rinnegassi le dimissioni da consigliere regionale per propormi, come una salamandra, per una nuova risibile esperienza;
– Che non intendevo e non intendo tuttavia sottrarmi ai doveri dell’intelligenza e della libertà che ne è la condizione. Sicchè ho sostenuto Pittella e con lui l’idea che la Basilicata debba perseverare sulla strada del superamento di aggregazioni costruite per conservare insieme vecchie trincee ed appassionate intransigenti quando non ultimative intenzioni di rinnovamento. Ho anche detto con chiarezza a Pittella che è mia convinzione che il confronto non vada esacerbato, pur se condotto con intransigenza e lealtà dentro il PD, almeno finchè non intervengano ragioni costrittive insuperabili. E’ un’opinione politica che esprimo con rispetto verso tutti coloro che hanno fatto valutazioni diverse dalla mia. E per la quale esigo rispetto anch’io per la matura libertà che mi è consentita dalla vita che ho vissuto e limpidamente testimoniato, al di là degli ultimi accidenti giudiziari che immagino verranno chiariti sia nella dimensione che nelle specifiche soggettive responsabilità;
– Comprendo che potesse far notizia che io venissi candidato addirittura nella lista del Presidente in luogo che in quella del PD, partito nel quale, se non sbaglio o se non si sbagliano, continuo a militare. E immagino che la manina che attiva l’informazione, come spesso accade nel “contesto” della recitazione drammaturgica e della regia che da tempo la amministra, altro obbiettivo non aveva (e non avrebbe) se non di mettere un pò di piombo e di veleno nelle vele del candidato premier lucano, contro il quale si esercitano le quotidiane fucilerie;
– Per queste ragioni, pur se non interessano che il gossip di periferia, confermo che non solo non penso ma non ho mai pensato a candidarmi. Il tempo è passato. Vi saranno nuovi luminosi talenti, com’è giusto, ai quali auguro il successo cui li condurrà la fatica di vivere soprattutto di conoscere e di studiare;
– Intanto sosterrò Pittella e, nella battaglia congressuale, quegli indizi di rinnovamento nella qualità della proposta, nella modernità della comunicazione e nella capacità di interpretare tutte le voci che vengono dalla storia delle idee e delle passioni che hanno reso moderna e civile la nostra Regione. La mia speranza e che possa venire un tempo diverso da quello amarissimo che stiamo frequentando.
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