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POTENZA –  Giuseppe Di Bello lascia il Movimento 5 Stelle. Lo fa in un breve messaggio sul forum di facebook del movimento, dopo le centinaia di proteste e discussioni aperte sulla rete per discutere su quella clamorosa esclusione post voto. Di Bello, lo ricordiamo, era arrivato primo nella votazione per la scelta del candidato portavoce presidente ma a dieci minuti dalla chiusura delle votazioni c’è stato il dietrofront di Beppe Grillo che ha annunciato “irregolarità” nella presentazione di documenti.

Pertanto il testimone è passato a Piernicola Pedicini, arrivato secondo. Dunque adesso, per colpa di quella selezione, Di Bello ha deciso di lasciare, ma si è riservato ulteriori comunnicazioni nei prossimi giorni. “Ci sono tante cose da scrivere e non si può fare in sole due righe – dice Di Bello sul profilo facebook del Movimento –  Nel rispetto di quanti e sono tanti, che hanno votato per me e nel rispetto della gente comune che crede nelle battaglie che porto avanti, questo a prescindere dal movimento, anzi molti non lo sono affatto. Io non faccio più parte del Movimento 5 stelle. Potrò un giorno valutarne il rientro quando non ci saranno Grillo e Casaleggio a fare la parte dei padroni. Ad un uomo si può chiedere tutto non la propria testa né di subire il trattamento cui sono stato mio malgrado sottoposto. Grazie a tutti e per quanto mi riguarda, spero almeno che da questa assurda storia ne esca fuori del bene per quanti malauguratamente dovessero viverla in futuro”.

In molti hanno seguito la stessa strada tutto mentre ieri sulle mail degli iscritti lucani è arrivata la comunicazione definitiva dallo staff di Beppe Grillo. Nella mail si legge: “Il candidato portavoce Presidente per le elezioni delle regionali in Basilicata è Piernicola Pedicini, il secondo più votato. Secondo le regole del M5S “ogni candidato non dovrà avere riportato sentenze di condanna in sede penale, anche non definitive”. Giuseppe Di Bello, il candidato più votato, è stato condannato in primo grado. All’invio della candidatura si firma un documento che certifica l’assenza di carichi pendenti. Questo documento è stato firmato dal sig. Di Bello che ha così dichiarato il falso. La sua candidatura è quindi risultata nulla e non potrà far parte della lista certificata del M5S”.

Tutto chiaro, quella firma sull’autocertificazione che ha allertato lo staff dei 5 Stelle e ha portato all’esclusione del candidato. D’altronde, gli fanno notare diversi attivisti, anche per Beppe Grillo stesso vale la regola della non candidatura, vista la condanna a quattordici mesi per omicidio colposo. Condanna non iscritta nel casellario, proprio come Di Bello, anche se la portata dei reati non è paragonabile. E così, mentre Michele Cornacchia inneggia allo stalinismo nel forum perchè bloccato per un paio di giorni a causa dei suoi ripetuti e costanti contenuti offensivi, c’è anche chi cerca di chiarire ulteriori aspetti. Scrive un attivista, riferendosi al tenente. “Sapevi bene la tua situazione giudiziaria, sapevi che il 22 novembre devi presentarti in tribunale per l’appello e a noi e al movimento non hai detto nulla, la tua denuncia per me rimane sempre una medaglia al valore , ma nel movimento sai benissimo come funziona. Dovevi essere sincero e portare pazienza, se non era per questa volta la candidatura, ce ne sarebbe stata un’altra di occasione per candidarti. Sinceramente mi sono sentito tradito come amico, o meglio ingannato. Ti chiedo, se sei sempre stato un 5 stelle doc, se lo sei ancora: chiedi scusa al movimento, metti l’orgoglio da parte e il movimento ti accoglierà a braccia aperte. Ma sopratutto riacquisterai la mia fiducia e di tutte quelle persone che ti vogliono bene. Fai questo passo, diventeresti umano e capirebbero tutti”. E nonostante la defezione, sofferta, di Di Bello, Vito Petrocelli all’incontro di Venosa ha ben spiegato la linea. Va avanti dal 2005, ed è sempre quella.

v.panettieri@luedi.it

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