3 minuti per la lettura
POTENZA – Vincenzo Folino ha detto la sua, sempre la stessa, poi innervosito ha lasciato la stanza ed è andato via, a Pietrapertosa. «Aveva una cena», dicono dalla sede del Pd di Potenza, diventata un po’ il quartier generale delle trattative del centrosinistra.
«No no, nessuna soluzione definitiva». Non per ora, almeno. Non in questo clima. E sicuramente non senza Marcello Pittella presente. «Un problema familiare», dicono anche in questo caso dalla sede del Pd.
Assenza improvvisa, ieri, che ha modificato l’agenda della serata. Impossibile arrivare alla quadratura senza quello che dovrebbe essere il candidato presidente.
Almeno su questo, sulla corsa di Pittella a governatore, non dovrebbero esserci ostracismi in coalizione. Ma è il contorno, è la costruzione degli equilibri a creare incertezze e tensioni.
Così gli altri sono andati comunque avanti ancora un po’ a discutere e limare la mediazione.
Sul tavolo del centrosinistra diverse opzioni da risolvere o modificare.
L’area vicina a Folino e al viceministro Bbbico (quella che ha sostenuto Piero Lacorazza alle primarie) mantiene ferma la posizione già espressa nel documento con cui ha votato l’elezione di De Filippo nel ruolo di segretario: rinnovamento completo. Nessun consigliere uscente, quindi indagati, nella lista del Pd.
C’è poi in piedi l’opzione “lista del presidente”: in questo elenco potrebbero trovare spazio i consiglieri uscenti dell’area moderata che hanno sostenuto Pittella. Sarebbe questa la lista utile a risolvere il nodo di Luca Braia e Pasquale Robortella: toccati da rimborsopoli, i due democratici non potrebbero trovare spazio nella lista con il simbolo del Pd. Ma – fanno notare invece i progressisti – questa scelta creerebbe alcuni paradossi. Il primo, per esempio, il tagliare fuori dalle candidature consiglieri uscenti del Pd, come Santochirico o Dalessandro, che hanno sostenuto l’elezione di De Filippo, e far entrare nella competizione chi, proprio come Braia o Robortella, ha invece sottoscritto il secondo documento all’assemblea di domenica scorsa.
Per chiudere l’assetto delle candidature ci potrebbe essere anche una seconda lista collegata al candidato presidente, quella con il simbolo di Realtà Italia, guidata in Basilicata dal consigliere uscente Enrico Mazzeo.
Anche in questa situazione, si verrebbe a creare un piccolo caso: uno dei dirigenti del movimento, il consigliere Angelo Lamboglia, è stato a lungo lo sfidante storico di Pittella nei territori di origine di entrambi.
Sel ha ribadito l’adesione alla linea di sempre: rinnovamento totale. «E non è solo un tener fuori gli indagati, sia chiaro. È un cambiamento reale, con punti precisi nel programma e nessuna situazione equivoca», dice da tempo la coordinatrice Maria Murante. Anche per questo i vendoliani non potrebbero accettare l’ipotesi di “una lista del presidente”. Al di là della vicenda giudiziaria che ha coinvolto la legislatura appena chiusa, ne fanno una questione politica, di temi e di assetti. Del resto nella storia del centrosinistra, fanno notare, sarebbe la prima volta con in corsa liste non di partito.
Più possibilisti sulla mediazione invece i socialisti. Ma la coalizone è ampia. Per ora una sola certezza: l’accordo tarda ad arrivare.
s.lorusso@luedi.it
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA