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POTENZA – La notizia arriva come una doccia fredda, una mail, scritta “ancora una volta a titolo personale”, visto che i pentastellati a livello di polemiche non si fanno mancare nulla, dove Francesco Vespe, primo “classificato” nella lista di Matera con 31 voti e uno dei sei candidati come portavoce governatore per le regionali lucane, annuncia la sua esclusione dalle primarie.
E’ un a lettera che però non spiega nulla, non si dice perché sia stato escluso, quali sono state le motivazioni, se effettivamente la “sfiducia” e la segnalazione effettuata da alcuni attivisti con una lettera aperta sia veramente la causa di tutto questo. Sta di fatto che Vespe è fuori dalle primarie ma non dal movimento. Non è fuori perché non c’è stato contraddittorio, neanche consultazione interna agli attivisti lucani. Solo una decisione presta dall’alto, senza discussione alcuna e ribadita attraverso uno scarno comunicato stampa. L’espulsione, in pratica, doveva essere votata dagli attivisti. Gli stessi che pochi giorni fa avevano sottolineato come Vespe, in diverse occasioni, si fosse scagliato contro il Movimento stesso con alcune lettere. Non pago si sarebbe fatto anche “autopromozione” elettorale con un comitato “pro Vespe” a sostegno della sua candidatura. Un comitato che gli avrebbe permesso, a pochissimo tempo dalla sua iscrizione ufficiale, di arrivare primo in lista a Matera, gabbando di fatto attivisti, Movimento e regolamento (che vieta espressamente la creazione di comitati).
“Risulta inspiegabile e non rispettoso della volontà del popolo grillino lucano – spiega Vespe – questa dolorosa esclusione che il 15 settembre scorso a Vietri di Potenza scelse con voto democratico dagli esiti limpidi i suoi candidati portavoce consiglieri e presidenti. Questa esclusione manomette e falsa gli esiti di una votazione democratica regolarmente effettuata, lede gravemente la sovranità del popolo grillino e viola la regola aurea del movimento dell’ “uno vale uno”. L’unica mia consolazione è l’orgoglio di aver subito lo stesso trattamento di persone dal libero pensiero come Stefano Rodotà e la Gabbanelli, anch’essi trattati “ruvidamente” dal Movimento a 5 Stelle. Chi salverà ora il nostro popolo lucano?”.
Insomma, Vespe cerca anche di giocarsi la carta di “eroe escluso” pronto a salvare il popolo lucano, ma al di là della demagogia resta un dubbio serissimo. Se Vespe ha sbagliato, è andato contro il regolamento e ha spiegato la sua posizione anche durante l’incontro di Potenza, dove ha chiaramente detto di essere «mosso da passione, pur sottolineando i molti limiti della democrazia diretta», ancora il metodo dei due pesi e delle due misure resta. Perché Vespe è fuori dalla candidatura e Giuseppe Di Bello è ancora dentro? Non si tratta di violazione delle regole anche in quel caso nonostante si tratti di una condanna che, come espresso dallo stesso tenente della polizia provinciale «vale come medaglia al valore»? Due pesi e due misure che rischiano di mettere i pentastellati in una posizione difficile. la notizia dell’esclusione però ne tira fuori una buona. Lo staff nazionale sta lavorando alle certificazioni delle candidature, ed è anche ora visto che le elezioni sono vicinissime e ancora non si è scelto il candidato presidente né tantomeno è stata approvata la lista dei consiglieri.
Attualmente in lizza ci sono Gianni Perrino, Gabriele Di Stasio, Giuseppe Di bello, Angela Calia e Piernicola Pedicini ma si attende certificazioni per tutti. Sta di fatto però che la lettera aperta contro Vespe è stata, da giorni, inspiegabilmente rimossa dalla home page del sito lucano dei 5 Stelle. In pratica quindi, si capisce poco. Francesco Foschino, a rigor di logica, dice una cosa chiara. Questa esclusione è stata fatta senza contraddittorio, senza motivazione scritta e senza ratificazione degli iscritti. Ora, molto probabilmente dopo questa trafila l’esclusione sarebbe stata votata comunque, ma dei fatto si è andati molto oltre l’ordinario, con buona pace della democrazia diretta. I 5 Stelle infatti sono stati letteralmente scavalcati dallo staff nazionale per la seconda volta (la prima riguardava la piattaforma Liquid Feedback) quasi a ribadire come il centralismo dello staff sia incontestabile. E intanto Grillo sul suo blog se la prende con i presunti ignoranti dei giornalisti che non hanno capito che cosa sarà la piattaforma del Movimento 5 Stelle. Peccato per lui che chiama il progetto un “sistema operativo”, che a rigore di logica dovrebbe essere ben altra cosa. Sta di fatto che questo portale, applicazione, software, non esiste. Non c’è. Di che stiamo parlando allora? Intanto mentre arrivano voci sul fatto che oggi si dovrebbe votare sul portale nazionale ai candidati sembra non essere arrivata alcuna comunicazione.
v.panettieri@luedi.it
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