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MATERA – Un ribaltone in piana regola. Sul filo di lana a livello regionale, chiaro a Matera città e anche in provincia. Le primarie del Partito Democratico nella città di Matera danno ragione a Marcello Pittella e al suo principale alleato Maria Antezza. Luca Braia prudente nel corso della votazione non nasconde la soddisfazione per un risultato che matura con sempre maggiore concretezza man mano che arrivano i dati. Matera non tradisce sotto l’aspetto della partecipazione con 4284 votanti che riempiono per dodici ore la Palestra del XXI Settembre, in particolare gli ultimi novanta minuti, come in una partita di calcio, sono i più intensi perchè la gente arriva in gran numero e lo spazio in palestra diventa sostanzialmente inesistente. Alle 20 in punto, pur con piccole difficoltà, le porte della palestra vengono chiuse e la gente all’interno può tranquillamente esercitare il proprio rito del voto alle primarie. Si finisce alla spicciolata con l’ultima sezione che chiude alle 21.40 con moltissima gente in coda.

Così iniziano le procedure di voto nelle diverse sezioni e subito la sensazione è che Pittella sia decisamente avanti. A metà scrutinio ci sono oltre quattrocento voti di vantaggio che aumentano con il passare del tempo.

Alla fine prevale Pittella, 2208 voti contro i 1296 di Lacorazza, i 590 di Benedetto e i 29 di Niko Somma. Un risultato chiaro ed evidente che non ammette dubbi e considerazioni di sorta. Alla fine con la maggior parte dei Comuni chiusi anche in provincia il trend è lo stesso. I votanti sono 12.464. A prevalere  con 5696 è Pittella che sopravanza di 1802 voti Lacorazza a 3894. Benedetto  terzo a 2712 e 39 per Niko Somma. Numeri non ancora ufficiali ma che segnano chiaramente l’andamento del voto nel materano.

La vittoria di Pittella appare chiara oltre che alquanto larga. Non si ferma tra l’altro a Matera. Pian piano dai Comuni, soprattutto piccoli emerge che Pittella ha la meglio anche a San Giorgio e Grassano, Tursi e Aliano, Garaguso e poi un super exploit a Pisticci e Montalbano. Mentre Lacorazza vince facilmente a Nova Siri e Tricarico e anche Montescaglioso insieme a Colobraro e con ottimi riscontri che arrivano anche da Policoro e Stigliano. E’ la fascia jonica il principale motivo di soddisfazione di Lacorazza.

Nel corso della giornata molta la tranquillità dei contendenti. Piero Lacorazza fa capolino a Matera nel primo pomeriggio, si trattiene per un paio d’ore.

Stringe mani e parla con molti dei dirigenti del Pd: «sono tranquillo, c’è una grande partecipazione. Il risultato? Vediamo». Non si sbilancia, conferma di aver girato diverse tappe nella sua giornata elettorale chiusa ancora a Potenza. Le ultime ore di voto vedono alzarsi l’affluenza fino ai picchi del recente passato. Con presenze anche a sorprese e alcune infiltrazioni del centrodestra.

Il VOTO – Assomiglia ad una strategia militare. L’attacco viene sferrato dal primo gruppo, poi segue un altro tentativo per espugnare il fronte nemico, infine il colpo finale. E’ accaduto ieri alle primarie dl Pd, a Matera. Quello che all’inizio era sembrato un fenomeno folcloristico si è trasformato con il passare dei minuti in un chiaro, evidente tentativo di inquinare il voto. Alcuni gruppi di cittadini asiatici, infatti, si sono presentati al seggio per votare il loro candidato come governatore della Basilicata,  in rappresentanza del Pd. Il regolamento del voto prevede che vengano ammessi alle urne i cittadini stranieri che siano in possesso di documento che ne accerti l’identità e di regolare permesso di soggiorno. In alcuni casi sarebbero state  segnalate delle incongruenze ma fa specie, soprattutto, il fatto che mai prima d’ora gli asiatici che vivono in città hanno mai preso parte a iniziative politico amministrative e, cosa ancora più evidente, molti di coloro che si sono recati alla palestra dello stadio XXI settembre, non parlavano italiano dunque, difficilmente sarebbero stati in grado di comprendere con chiarezza quale dei candidati era quello al quale esprimere la propria preferenza.

Lo stesso tentativo, questa volta ripetuto dopo alcune ore, ha riguardato un altro gruppo asiatico (questa volta solo quattro persone) tra i quali, secondo uno degli scrutatori, c’era una persona che aveva già votato al mattino. Inutili le osservazioni di alcuni dei loro “accompagnatori” che con discrezione fino a quale momento si erano tenuti a distanza. Medesimo tentativo era stato effettuato nel pomeriggio con alcuni cittadini rumeni che, alle prime avvisaglie di contestazioni, hanno preferito girare i tacchi e andare via. Infine è toccato ad alcuni extracomunitari (questa volta accompagnati, sempre a distanza,  da una sola persona, ndr.) che in fila, hanno atteso il loro turno e dato il voto all’esponente politico che più li rappresenta. Il loro arrivo, a poco meno di un’ora dalla chiusura del seggio, non è passato inosservato ed è stato al centro di un acceso colloquio fra il loro chaperon e un consigliere comunale, concluso ovviamente con l’autorizzazione al voto.

 

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