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MESSE da parte le contraddizioni, placati i litigi e anche qualche perplessità si comincia a votare anche all’interno del MoVimento 5 Stelle. Nulla che riguardi le primarie o l’eventuale rosa dei nomi o ancora la costruzione delle liste. In questo momento gli attivisti hanno iniziato le votazioni sulla piattaforma Liquid Feedback per stabilire quali saranno i criteri sulle liste, chi potrà votare alle primarie e in che modo si dovrà stilare il programma definitivo da presentare alle elezioni regionali. Cinque giorni di votazioni e poi, dal primo settembre, si dovrà cominciare a discutere sui nomi e sul programma. Di mezzo sembra che ci sia la proposta di Petrocelli tra quelle votabili sulla possibilità di non candidare nessuno che abbia partecipato precedentemente ad altre elezioni in una qualsiasi lista. Eppure questo passaggio era stato terreno di scontro piuttosto pesante nei giorni scorsi. In ogni caso i quesiti, un po’ come quelli a risposta multipla, cercheranno di risolvere alcuni aspetti che per tre mesi sono stati oggetto di discussioni fittissime sul forum di Basilicata a 5 Stelle.
Su un punto sembra che non si dovrà neanche votare, ed è la cosiddetta questione etica. I candidati infatti non dovranno avere problemi con la giustizia di nessun tipo, non dovranno, quindi, né risultare indagati né tantomeno condannati anche se solo in primo grado. Una vera e propria operazione trasparenza che dà l’idea di come si stiano muovendo gli attivisti. E sembra infatti che dal fine settimana scorso le cose si siano velocizzate. Le votazioni su Liquid Feedback infatti dovevano iniziare il 21, poi una serie di problemi, anche tecnici, hanno arrestato l’avanzata delle decisioni. In mezzo c’è stata la diatriba con Petrocelli, culminata in una telefonata a Casaleggio da parte di Filippetti. In questa telefonata, stando a quello che ha riportato proprio Filippetti, Casaleggio avrebbe mostrato un po’ di preoccupazione verso la Basilicata perché a fine agosto ancora non erano arrivate al comitato centrale né bozze di liste né tantomeno programmi. Insomma, il guru 5 stelle e braccio destro di Beppe Grillo avrebbe anche cercato di “spaventare” il gruppo lucano affermando il serio rischio di una possibile assenza delle liste cinque Stelle in lucania.
E forse anche questa scrollata ha contribuito a smuovere un po’ le acque all’interno del MoVimento. Nonostante tutto si continua, se pur alla spicciolata, a discutere sui criteri per le regionali 2013.
E si discute proprio di tutto, anche decidere se sarà una sola lista con 20 candidati e uno solo presidente, oppure più liste territoriali con 20 candidati ciascuno, fermo restando che il candidato presidente sarà soltanto uno solo. Questo è un altro aspetto che ha creato non poche riserve qualche tempo fa. In molti si sono chiesti infatti se nel listone unico sarebbero entrate persone di tutti i territori della Basilicata, partendo dal presupposto che ogni problematica sul territorio ha bisogno dei suoi “esperti”, di chi, sostanzialmente, vive in quelle zone.
C’è poi il paradosso sulla scelta stessa dei criteri per le regionali. Agli attivisti viene chiesto se è più giusto votarli su Liquid Feedback, come si sta facendo in queste ore (a proposito, gli accessi alla piattaforma richiedono un codice d’invito, questo per evitare soprattutto che iscritti dell’ultima ora o probabili “imbroglioni” possano falsare i risultati) oppure lasciare che stabilisca, come Casaleggio ha imposto in quella telefonata, tutto lo staff nazionale. E fino all’inizio di settembre non si saprà nulla neanche su come si faranno le primarie, visto che uno dei punti attualmente al voto dovrà stabilire se saranno primarie con voto segreto o palese sul portale, sul forum oppure “dal vivo”. C’è poi da valutare in che modo costruire le liste, se votare in due turni o in uno solo gli eventuali consiglieri e il candidato presidente, che alla fine dovrà essere uno soltanto. Bisogna stabilire il numero delle preferenze (una, due o tre) e la “condotta” del candidato. I punti fissi e non votabili sono: massimo due mandati, nessun procedimento o condanne penali a carico, nessuna attuale iscrizione a partiti politici. Ma tra le risposte da dare, anche multiple in questo caso, spuntano quelle ulteriori possibili “limiti” da valutare. Tra le proposte ci sono: Mai essere stato candidato con partiti politici, per nessuna elezione; non essere stati candidati con partiti politici nelle elezioni in cui c’era già una lista certificata M5S; mai aver assunto ruoli di nomina politica; non avere conflitto di interesse per contratti, appalti, lavori o simili con la Regione Basilicata; firmare una carta d’intenti dove si impegna a rispettare le regole e i principi stabiliti dal Movimento, come il limite allo stipendio; accettare di sottoporsi ogni sei mesi alla verifica del lavoro svolto con possibile revoca del mandato; essere attivo su Liquid feedback per la stesura del programma; devono sottoporsi alla graticola e rendere pubblico il proprio curriculum; evidenziare nel proprio curriculum vitae l’attivismo praticato nel M5S; firmare la Carta di Pisa; pubblicare il proprio reddito.
Un altro aspetto complesso della vicenda è la scelta per aree geografiche dei candidati consiglieri ma in pratica entro i primi di settembre i dubbi e le valutazioni diventeranno delle certezze. Solo allora si potrà passare alla fase due, nonostante un programma da presentare sia già quasi del tutto pronto, così come abbiamo scritto sul Quotidiano. L’unica cosa sulla quale si dovrà lavorare molto è il nome del candidato presidente anche se qui dovrà valere comunque la logica dell’“uno vale uno” tanto caro al MoVimento.
v.panettieri@luedi.it
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