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NESSUNO accetta lezioni di morale in questa regione: ben venga, a patto però che almeno ciascuno studi da autodidatta e smetta di tergiversare. La questione Rimborsopoli  non è, o almeno non è solo, una questione giudiziaria, ma è soprattutto una questione politica. Come hanno ribadito in tanti, Rimborsopoli è la causa delle elezioni anticipate, o anche forse solo ne è il motivo occasionale; sta di fatto che le ormai celebri ( e anche celebrate) dimissioni di Vito De Filippo sono legate a doppio filo con lo scandalo che ha coinvolto quasi tutto il Consiglio Regionale di Basilicata.

L’accusa di giustizialismo nei confronti di coloro che chiedono rinnovamento reale ed esclusione dalle prossime candidature dei consiglieri coinvolti nella vergognosa vicenda è pertanto un mezzuccio con cui certi tali tentano di venir fuori da un cul-de-sac, salvando non tanto la capra (che sarebbe il bene comune), ma piuttosto i cavoli loro.

All’interno del Pd le parole più chiare stanno uscendo dalla bocca di Folino il Terribile, l’unico che senza mezzi termini ha parlato dei “limiti di un partito…e di una classe dirigente che ha pensato a tutelare solo il proprio benessere”. Folino è un ipocrita? Sta sparando a zero per far fuori due o tre suoi nemici personali? Alza la voce perché si sente al calduccio della sua poltrona romana?

Poco interessa in questo momento; quello che conta è che la Basilicata cominci a scrollarsi di dosso il peso della superficialità e dell’incompetenza politica, se non quello della disonestà.

Diamo per certo, tanto per tranquillizzare tutti, che la “scontrinopoli” regionale non è stata figlia di una condivisa volontà truffaldina; non si può negare però che almeno si è generata da  una diffusa inclinazione alla faciloneria e da un sentimento della propria intangibile superiorità; infatti i rimborsi per i pranzi ubiqui, per le feste di famiglia, per le “missioni” nelle più note località turistiche, per i provoloni, il pane, i chewingum e i pupazzetti da autogrill se non sono stati chiesti per frode, lo sono stati per una completa ignoranza delle regole unita ad un’assenza pressocché totale di buon senso.

Anche il più sprovveduto degli uomini, infatti, ignaro di regolamenti e leggi, ci sarebbe arrivato da sé a capire che il parquet di casa non si può né installare né lucidare coi soldi pubblici e che le paste del buon onomastico devono essere pagate col portafogli proprio, in particolare in un momento in cui la regione stenta sulla soglia della povertà. E dunque? Non sono stati ladri i consiglieri coinvolti? Certo che no (o almeno non tocca ai cittadini accertarlo), ma sono stati ingenui, distratti, insensibili, approssimativi, incapaci di controllo e di autocontrollo, sprezzanti, altezzosi, scialacquoni. E tanto deve bastare. Non sembra che siano queste le doti più adatte né per ridare dignità alla politica né per consentire una ripresa culturale ed economica della nostra regione.

   E’ ovvio che il ragionamento vale per tutti i partiti e per tutte le formazioni vecchie e nuove, perché i cittadini sono interessati non solo a poter scegliere tra candidati validi dell’area politica dalla quale meglio si sentono rappresentati, ma anche ad avere la certezza che il voto democraticamente espresso consenta in ogni caso di essere governati dai migliori e non dai meno peggio.

Candidare “impresentabili”, inoltre, costringe  i cittadini a farsi complici (perché se la scelta non c’è, il cambiamento non si può avere), a votare il nuovo per il nuovo e basta (con tutto ciò che di negativo consegue dall’inesperienza e/o dal populismo spicciolo) o ad ingrossare le file dell’astensionismo come sceltà di libertà almeno interiore.

E per questo, poiché per i Lucani, come scriveva ieri Antonella Pellettieri, è necessario riappropriarsi della loro storia di valore e dignità per non finire ad identificarsi con il popolo degli scontrini, anche io resto Lucana e non solo non voterò per indagati, inquisiti e condannati, ma mai voterò per quei partiti che li candideranno offrendo alla Basilicata  solo un’ennesima possibilità di regresso.

E per di più chiedo a tutti i Cittadini lucani che sono realmente interessati a salvare questa terra, a tutti i giovani finora costretti all’autoesilio o alla rassegnazione di fare una medesima scelta di campo, di opporsi adesso con tutte le proprie forze prima che “democraticamente” saremo costretti a scegliere tra l’abisso e il vuoto.

 

 

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