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POTENZA – Non è una guerra, non si stancano di ripeterlo. Ma quello che arriva dal viceministro Bubbico e dal deputato Folino è sicuramente un aut aut: «La strada della mediazione è percorribile, per evitare lo scontro fratricida, ma a patto di una soluzione che rappresenti l’inizio di un nuovo ciclo politico».
Che in pratica, tradotto, potrebbe verosimilmente significare: un passo indietro rispetto alla candidatura di Piero Lacorazza è possibile, a patto che lo stesso faccia l’area De Filippo Margiotta sul nome di Marcello Pittella. Non per una questione personale, evidentemente. Ma perché il nome dello sfidante alla presidenza della regione targato centrosinistra dovrà rappresentare una scelta di discontinuità rispetto al passato.
Potrebbe essere quello del sindaco Adduce? «Non è una questione di nomi», è la risposta secca.Chiudere definitivamente la parentesi che ha portato alla crisi politica culminata nelle dimissioni dell’ex governatore De Filippo, puntare su un profilo non compromesso da fatti giudiziari e scandali di mala gestione, ricostruire un progetto di comunità che riannodi il filo interrotto dei rapporti con cittadini e territori. Se lo sono detti ieri sera nel lungo vertice tenuto con il segretario Speranza con alcuni pezzi da 90 del partito, come Antonio Luongo, Vincenzo Santochirico, Salvatore Adduce, Vito Santarsiero, solo per citarne alcuni.
E oggi lo ribadiranno nei due incontri con amministratori ed esponenti d’area convocati a Potenza (in mattinata, a partire dalle 10 presso la parrocchia di san Giuseppe lavoratore) e a Matera (nel pomeriggio). Iniziative che ripercorrono il sentiero già tracciato nella precedente assemblea che si è svolta al centro Cecilia di Tito, lo scorso luglio. L’intento è chiaro: compattare l’area intorno all’esigenza espressa di una scelta di rinnovamento.
Lo avevano già detto, ma evidentemente occorre alzare la voce, visto che – ribadisce lo stesso Folino – «continuo a vedere troppe orecchie da mercanti». Insomma, l’altra parte non avrebbe inteso bene il messaggio. E l’occasione è buona pure per il deputato di Pietrapertosa per ribadire: «Il candidato non posso essere io, visto che anche il mio non può essere considerato un nome di rinnovamento rispetto all’esperienza in Regione».
Con la precisazione che dagli incontri in programma per oggi non emergerà il nome di un candidato, ma i criteri irrinunciabili per individuare una candidatura di più alto profilo. La crisi che ha portato alle dimissioni del governatore De Filippo non può essere superata per altra via. Serve, dunque, una scelta di rottura. Istanze che ieri sera sono state espresse al segretario Speranza che sta lavorando ancora per una soluzione di mediazione che eviti lo scontro diretto Lacorazza-Pittella. Ma in discussione non c’è solo la candidatura per la presidenza.
E le varie anime del Partito democratico si stanno già misurando con le difficoltà per l’individuazione dei candidati consiglieri. Si considera già ufficialmente in campagna elettorale il segretario provinciale, Antonello Molinari. Ma fra i margiottiani non è l’unico. Nutre aspirazioni da consigliere regionale anche il sindaco di balvano, Costantino Di Carlo, ormai alla scadenza del suo secondo mandato in qualità di primo cittadino. E il nodo per il senatore non è di facile soluzione. Senza contare che a scendere in campo ci sta pensando seriamente anche l’ex assessore alle Attività produttive, Erminio Restaino.
Ma a questo punto l’ex consigliere difficilmente potrebbe avrebbe il sostegno del senatore. Insomma, le pedine da incastrare sono ancora tante e la partita è solo all’inizio. Il meglio deve ancora arrivare.
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