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Sono stati i giudici a provocare la crisi politica della Basilicata? Hanno contribuito molto, la coincidenza cronologica – del resto – delle dimissioni del governatore De Filippo è sintomatica di un malessere esploso, solo esploso, all’indomani degli avvisi per rimborsopoli.
Un pm dunque ha determinato in buona parte la crisi.
Ora è a un altro giudice, amministrativo stavolta, al quale ci si rivolge per tentare di rinviare le elezioni e allungare l’agonia del moribondo ultra comatoso. In mezzo, la storia recente della Basilicata riscritta in buona parte sempre dai giudici a iniziare dalle grandi inchieste sul petrolio (da Total all’ultima sul centro oli di Viggiano) alla questione dell’ambiente come lo scandalo Arpab.
Dunque una questione morale di lunga durata, oltre la pur insopportabile vicenda degli scontrini oggi utile a una parte del Pd per alzare i paletti contro un’altra parte del Pd.
Per essere chiari, le regole per le primarie che il centrosinistra si sta dando sembrano tanto una conventio ad escludendum piuttosto che la sintesi di un comune e giusto sentire. Insomma, tra giudici che incalzano e giudici che sono incalzati, regole e codicilli di autodisciplina la politica, quando si arriva alla trattativa sulle regole, ha palesemente perso quel filo ultimo di verginità intellettuale che pure riteniamo indispensabile perché essa sia credibile e amabile. Può salvarsi questa classe dirigente se il TAR stabilirà che il prefetto ha sbagliato i conteggi sul numero dei consiglieri regionali? Io credo di no.
La questione può solo appassionare chi ha interesse a guadagnare qualche mese in piu di stipendio da consigliere. Certo, scriverebbe Sorrentino, hanno tutti ragione. Questo è il guaio. Forse bisogna aspettare che questo ibrido Pd imploda definitivamente al voto su Berlusconi per fare la pesca a traino anche in Basilicata. Al momento oltre il far west delle primarie non si scrutano orizzonti.
Ovunque ti volti scorgi soltanto… come si chiamano adesso che Letta ha riformato la norma sui figli illegittimi?
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