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POTENZA – A casa di quello che è stato il maggior meridionalista lucano di sempre e uno dei più grandi dell’intera storia italiana, “Prima Persona” ieri mattina ha provato a fare “pensiero” su Europa, Mezzogiorno, Basilicata. L’incontro politico dell’associazione che fa capo a Pittella si è svolta a palazzo Fortunato nel centro di Rionero in Vulture. Negli stessi spazi dove Giustino Fortunato incontrava statisti, capi di Stato, intellettuali e artisti e dove recentemente il Presidente Giorgio Napolitano ha fatto il proprio discorso in chiave meridionalista.

E non è stato il solito incontro territoriale dell’associazione. C’era proprio Gianni Pittella in persona (presidente nazionale di Prima Persona e vicepresidente del Parlamento europeo) che ha chiarito i problemi dell’Europa di oggi, gli errori del Pd e le vicende lucane legate anche alle elezioni regionali del prossimo mese di novembre.

In particolare due i punti fondamentali. Il primo: Gianni Pittella ha detto chiaro e tondo che l’Europarlamento è la sua casa politica. Non si è avventurato in auto – candidature ufficiali, (con tutto quello che sta accadendo nel Pd nazionale sarebbe veramente prematuro) ma ha spiegato che per lui il ruolo di eurodeputato «non è mai stato un parcheggio per altre destinazioni». Ha quindi precisato: «C’è un solo europarlamentare che sta a Bruxelles dal 1999. E sono io. Tanti altri sono passati per poi tornare in Italia a fare i presidenti di Regione, i parlamentari a Roma, i presidenti di Banca…». «A me non è mai interessato altro». Insomma quello di ieri davanti alla platea dei suoi estimatori rioneresi è parso essere stato un punto di chiarimento verso gli altri maggiorenti del Pd lucano: a Pitella non interessano postazioni politiche che non siano “europee”. Forse non ce ne era bisogno. Ma a scanso di equivoci l’adagio popolare è sempre utile: “Dillo a nuora perchè suocera intenda”.

Il secondo è diretto sulle regionali. Ed è stato chiarissimo Gianni Pittella: «Il metodo più democratico per scegliere il candidato governatore all’interno del Pd e del centrosinistra esiste già. Sono le Primarie». 

E quindi ha ribadito: «Non è vero che le Primarie significano un bagno di sangue. Lo abbiamo visto in altri posti». Insomma, per Gianni Pittella non sono da scongiurare o minimizzare con accordi sotto banco ma «chi vuole si candida e poi chi prende più voti diventa il candidato di tutti che tutti sosterranno».

Un endorsement per Marcello Pittella seduto in platea? Nessun riferimento preciso da Gianni al fratello Marcello. Ma la voglia di Primarie in campo aperto è la stessa che ispira anche lo stesso assessore regionale alle Attività produttive che tra l’altro è stato il più citato tra gli interventi dei relatori di Prima persona  che hanno preceduto le conclusioni del vicepresidente europeo.

Quello che accadrà ovviamente è legato a tante dinamiche ancora in evoluzione. All’interno del centrosinistra e soprattutto dentro il Pd di Basilicata. Di certo Marcello Pittella – parlando agli estimatori che a fine incontro gli si sono stretti intorno per i saluti di rito – ha ribadito ufficiosamente di volersi candidare alle Primarie per la scelta del candidato presidente della Giunta regionale.

Ovviamente l’incontro è andato ben oltre le aspirazioni politiche di Gianni e Marcello Pittella. Si è parlato sostanzialmente di Basilicata nell’asse Mezzogiorno – Europa. E in tale logica è intervenuto come ospite anche il sindaco rionerese e deputato di Sel Antonio Placido che ha messo sul tavolo gli errori dell’Unione europea in materia economica e in particolare sulle politiche di austerità «che non aiutano a rilanciare l’economia italiana e del Sud».

La parola è quindi passata a Raffaele Ramunno, segretario del circolo di Prima persona locale, a Vincenzo Di Lucchio, consigliere comunale di Rionero e al sindaco di Atella. E’ stata quindi la volta di Mario Polese che in qualità di presidente regionale di Prima Persona ha lanciato il tema della necessità di scelte coraggiose per lanciare il protagonismo delle nuove generazione.

Sulle debolezze delle scelte europeiste, il più netto è stato comunque lo stesso Gianni Pittella che ha “tuonato” contro l’auterità, contro il Patto di stabilità e contro il troppo potere dei governi nazionali sul Parlamento europeo. Per concludere quindi sulla necessità di costruire una volta per tutte «gli Stati uniti di Europa» e di far eleggere il successore di Barroso non dai governi nazionali ma direttamente dai cittadini di tutti e 28 gli stati membri.

s.santoro@luedi.it

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