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POTENZA – Che il Pd lucano potesse implodere da un momento all’altro era evidente a tutti. Che il primo “botto” potesse deflagrare durante la riunione della Direzione regionale del Partito democratico di Basilicata non era però così scontato. In pochi credevano a un dibattito “esplosivo”. Nell’opinione – anche di molti democratici – la diretta streaming via web avrebbe “calmato” anche gli spiriti più bollenti. Ci si aspettava una riunione interlocutoria che magari decidesse sulle Primarie e al massimo fissasse anche una data. Ma non di più.
E invece Folino ha sconvolto le previsioni. E’ intervenuto e dopo di lui tutto è diventato più chiaro: la sfida all’interno del maggior partito del centrosinistra di Basilicata per la scelta del prossimo candidato governatore sarà durissima e senza esclusioni di colpi.
Perchè con il proprio intervento il deputato democratico ed ex presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Folino ha scavato un fosso enorme tra lui (e i suoi) e il vicepresidente del Parlamento europeo Gianni Pittella. Ma non solo. Attaccando in maniera così dura l’eurodeputato, Vincenzo Folino apre uno scontro indiretto con Pittela junior e cioè Marcello, che è stato l’unico dei big democratici che sabato sera ha chiarito di volersi iscrivere alle corsa delle Primarie per la scelta del candidato presidente della prossima Giunta regionale. Ovviamente la contesa rischia di allargarsi perchè Marcello Pittella ha senz’altro dei sostenitori che lo vedono “bene” per il dopo De Filippo alla Regione. Tra loro anche lo stesso Vito De Filippo e il senatore Salvatore Margiotta più qualche renziano.
Intanto però la reazione di Gianni Pittella già c’è stata e non è stata una semplice replica. L’eurodeputato ha mostrato fastidio per l’attacco ricevuto e da parte sua ha aperto un’altra ferita. Pittella ha parlato di “zavorra sovietica” che avrebbe impedito al Pd di crescere. Non solo. Pittella senza troppi giri di parole ha parlato di dirigenti che “pensano di stare nel Pci, anzi nel Pcus”. Ovvio il riferimento a Folino che ieri però non ha commentato. Ma per lui hanno parlato altri. Innanzitutto il sindaco di Anzi Giovanni Petruzzi. Anche l’ex sindaco di Lauria, non perde l’occasione e interviene sulla querelle tra Vincenzo Folino e Gianni Pittella. Antonio Pisani è dalla parte di Folino e su Fb scrive: “Dopo venti anni di militanza nel Pds ,Ds e Pd, l’onorevole Gianni Pittella ha scoperto che nel suo partito esiste una “zavorra sovietica”, che ne ha impedito la crescita. Tanti socialisti lo avevano compreso sin dal 1993, quando Pittella decise di abbandonare il Psi”.
Insomma lo scontro rischia di diventare “epocale” e di far riesplodere vecchie ruggini socialiste – comuniste nel mentre il Pd lucano dovrebbe invece cercare una soluzione di pace verso la scelta per le elezioni regionali. Eppure la Direzione di sabato sembrava avviata a un dibattito solo sul metodo e quindi sulle Primarie. Ma non sarebbe stato reale perchè i problemi e le antipatie nel Pd sono tante e ben note.
Il punto è che questo pare solo il primo momento di scontro. Difficile non immaginare che ce ne saranno altri. La posta in gioco è altissima e forse è arrivata la resa dei conti. Oltretutto c’è da ricordare anche un precedente. Era la Direzione del Pd convocata subito dopo le elezioni regionali del 2010. In quella sede Marcello Pittella da primo degli eletti fece sentire tutto il peso del risultato. L’obiettivo era un posto in giunta e non ne fece mistero. Ma arrivo lo “stop” di Vincenzo Folino che senza troppo girare intorno parlò di una “mucca che non può allattare due vitelli”. Anche allora il colpo era doppio: Marcello e Gianni Pittella. La questione allora però non generò particolari polemiche: Marcello Pittella fu nominato vice – segretario del Pd in attesa di entrare in Giunta a metà legislatura regionale. Ma non subito. Questa volta la partita è molto più importante. In gioco ci sono posizioni nazionali (con Gianni Pittella candidato alla segreteria nazionale) e quelle regionali.
E siccome nessuno pare voler fare un passo indietro lo scontro finale rischia di diventare inevitabile. In questo clima ci si avvia alle Primarie anche con un altro elemento: in tutto questo pare essere veramente ridotto lo spazio per una candidatura di un esterno. Del resto Speranza in Direzione ha parlato di un Pd che deve farsi carico di portare la Basilicata fuori dalla crisi con il prossimo governo regionale. Parole che per molti dei presenti hanno rappresentato un messaggio chiaro: il candidato governatore dovrà essere un interno del Partito democratico. Ma all’interno è guerra aperta e in un tale contesto pare davvero difficile che si possa inserire un nome preso da “fuori”. Certo l’adagio “tra i due litiganti il terzo gode” ha un suo perchè. Ma oggi come oggi pare più adatta la frase tratta dal film Highlander: “Ne rimarrà uno soltanto”.
Rimane sullo sfondo il nome di Giampaolo D’Andrea che sabato non ha preso la parola ma è rimasto in silenzio leggermente defilato. Chissà.
s.santoro@luedi.it
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