La Cava del sole
4 minuti per la letturaMATERA – La piccola ed affascinante Matera, è pronta a competere anche con le grandi metropoli italiane, nella candidatura ad ospitare l’Eurovision song contest, rassegna musicale internazionale tornata all’Italia dopo 30 anni, con la vittoria dei Maneskin.
Una scommessa che ricorda molto da vicino quella vinta per la Capitale europea della cultura 2019, un titolo che resta in pectore alla città dei Sassi, che l’ha saputo conquistare e rappresentare sulla scena internazionale.
L’Eurovision è un evento di massa, il culmine delle kermesse musicali europee. Per questo richiede uno sforzo economico non indifferente, e per Matera anche una imponente attività per la predisposizione di un contenitore adeguato alle rigide regole dell’organizzazione. Nel 2022 dovrà essere l’Italia ad ospitare il concorso canoro, e un minuto dopo l’acclamazione dei vincitori, è partita la corsa alla candidatura.
La decisione spetterà all’European broadcasting union, rappresentato dall’italiana Elena Pinardi. La Rai, in qualità di tv di Stato, avrà l’obbligo di acquisire i diritti dell’evento e trasmetterlo con determinati criteri, proprio come avviene dal 1956 in giro per l’Europa. Per questa ragione, quindi anche per i costi dell’evento, che si aggirano tra i 20 ed i 40 milioni di euro, per molti anni la Rai (come altre tv di Stato) ha cercato di glissare su questa kermesse, proprio per una questione di costi-benefici, ritenuti inadeguati.
Matera almeno a livello istituzionale (un pò meno al momento dal punto di vista civico), ci sta credendo ed è pronta a mettersi subito in gioco. I tempi sono abbastanza stretti, se si pensa che entro settembre prossimo, le città candidate dovranno presentare un dossier, in cui spiegano come accogliere migliaia di persone e una platea televisiva stimata in almeno 200 milioni di persone.
Numeri importanti, che possono far paura alla piccola perla della Basilicata, soprattutto se si pensa che l’Italia è un Paese dove si è investito poco in arene (o strutture simili), capaci di ospitare un importante numero di persone. Quindi, la scelta in teoria diventa ancora più limitata, e Matera si dovrà confrontare con colossi già ben strutturati come Torino, che sarebbe la favorita (già lo era nel 2017 quando si prevedeva la vittoria di Gabbani). Poi c’è la grande Milano con il suo Forum di Assago, Roma con Cinecittà come avvenne già nel 1991; e poi ancora Verona con la sua grande ed affascinante arena, che però non è al coperto, ma anche Bologna con l’Unipol Arena di Casalecchio di Reno e la piccola Pesaro, l’unica a battersela realmente ad armi pari con Matera.
«È un’idea da sostenere, nella misura in cui si pensa che la nostra città debba volare alto -ci ha detto il sindaco Domenico Bennardi- ma ovviamente dobbiamo fare i conti con la sua fattibilità, rispetto ai requisiti della struttura ospitante, e soprattutto i tempi a disposizione. Sul luogo si concentrano le mie maggior perplessità -ha ammesso il sindaco- e questo riporta il tema attuale sulla necessità di dotarsi di contenitori culturali adeguati; questa deve essere la prossima sfida. Per l’Eurovision ho incaricato l’assessore Digilio (Attività produttive) di capirne la fattibilità nel più breve tempo possibile. I sogni sono belli, ma devono avere delle basi nella realtà».
La realtà di cui parla Bennardi, è anche quella di una Regione che deve essere pronta a scommettere ed investire su Matera anche questa volta, forse più del 2019, magari sfruttando le relazioni con la tv di Stato in occasione del Capodanno Rai. Serve un governo regionale che si appassioni a questa nuova sfida, che parte da Matera e si irradia a tutta la Basilicata. Sì, perché gli spettatori dell’Eurovision potrebbero scoprire una regione inedita ed affascinante, con il pretesto della kermesse.
«Ho già parlato con la producer Pinardi -ci ha detto l’assessore Digilio- la quale mi è sembrata molto incuriosita da questa idea di portare l’evento a Matera. Noi iniziamo a lavorarci, consapevoli che anche se non la spuntiamo, comunque avremo inserito ancora una volta la nostra città in un contesto internazionale, dal quale può avere solo un ritorno positivo». A chi gli parla del luogo ancora inesistente,
Digilio risponde: «C’è Cava del sole che sarebbe idonea ad ospitare le 10mila persone richieste dagli organizzatori; l’unico problema sarebbe la copertura e su quello di può lavorare, lasciando la riflessione al tema dell’importanza di avere un contenitore culturale per i grandi eventi. Regione ed Apt devono mettersi in gioco e fare la loro parte».
Possibilista e perplesso è Leo Montemurro della Cna: «Tutte le idee che portano Matera su scenari internazionali sono positive. -ci ha detto- Del resto la città in tema di musica ha già saputo dare tanto, ospitando personalità eccellenti. Sarebbe anche un evento di turismo sostenibile. Cava del sole andrebbe bene, ma non con la logica dell’oggi. Matera oggi compete con città più attrezzate, senza avere la dote e il prestigio del 2019, quindi la partita sarà più difficile e complicata».
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