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Prima le indiscrezioni dello scrittore Wallace, adesso il suggello con le parole del regista al SoCal Harvest: sta lavorando al seguito del celebre film girato a Matera

POTENZA – «Di certo non s’intitolerà “The Passion 2” – scherza Mel Gibson al microfono –. Il suo titolo sarà “The Resurrection”». La resurrezione.

 Ha appena dato una notizia, Mel: sta progettando il sequel del film con cui ha raccontato, a modo suo, gli ultimi giorni di Gesù e grazie al quale la città di Matera – nei cui Sassi è stata girata quasi tutta la pellicola – ha ottenuto un’inaspettata pubblicità planetaria.

 Che “The Resurrection” possa essere girato ancora a Matera non lo si può dire. Anche se sarebbe strano cambiare set, dopo l’accoglienza che la Basilicata aveva riservato all’attore-autore-regista australiano e considerando il look simil-palestinese che caratterizza gli antichi rioni materani.

 Di certo, il nuovo film è in cantiere. La conferma – quella più autorevole – è arrivata tre giorni fa. Gibson è su un palco. Un tavolino, due sedie, due microfoni. Dall’altra parte del tavolino c’è Greg Laurie, pastore cristiano della California, molto noto per le sue crusade, le crociate per far conoscere Dio.

 Nello stadio di Anaheim si tengono i tre giorni del SoCal Harvest, un raduno che si svolge da 27 anni. Ci sono artisti gospel e il reverendo Laurie che risponde a domande del tipo: «Qual è il significato della vita?» oppure «Cosa accade quando moriamo?». Dal 1990 ci sono andati quasi in sei milioni.

 La prima cosa che Laurie chiede a Gibson: ci sarà un seguito di The Passion?

 Ne aveva già parlato Randall Wallace, nel giugno scorso. Wallace è forse lo scrittore più vicino a Gibson. Sceneggiò per lui il celebre “Braveheart”. A giugno Wallace – riluttante per il segreto che ancora avvolgeva il progetto, ma consapevole che un’opera così importante non si può mettere in piedi sotto silenzio – riferì a The Hollywood Reporter che stava iniziando a scrivere il sequel del blockbuster biblico.

 Wallace è una voce autorevole nel mondo della celluloide: ultimamente ha sceneggiato e diretto “Il Paradiso per davvero”, drammone di fede. E’ l’uomo giusto per scrivere “The resurrection”: ha raccontato anche che, quando studiava alla Duke University – nella quale si è laureato proprio in Storia delle religioni – la storia della resurrezione era la sua preferita.

 La pressione della comunità cristiana è cresciuta. A ogni incontro, Gibson si sentiva ripetere sempre la stessa domanda: ma ci sarà un seguito a The Passion?

 E così, davanti a Greg Laurie, quasi davanti a un confessore – con il piccola particolare delle decine di migliaia di persone assiepate sugli spalti ad ascoltarlo – ha tirato fuori il rospo: sì, è vero, sto pensando a fare un altro film su quello che è accaduto al Cristo dopo Pasqua.

 Ammettendo che sarà «un’impresa enorme. Dobbiamo capire bene cosa fare. Ci sarà un bel po’ di lavoro e Wallace è all’altezza del compito».

 Al termine dei nove minuti d’intervista, Laurie ha provocato Gibson sulle pellicole che ultimamente caratterizzano Hollywood, incentrate sui supereroi, sature di effetti speciali tra città che vengono giù ed esseri che abbattono montagne a mani nude.

 Gibson ha appena increspato le labbra nella folta barba sale e pepe che oramai ne avvolge il viso e ha risposto: «Con “The Passion” ho girato il film estremo sui supereroi. E anche con la storia di Desmond Doss (il suo film in uscita, “Hacksaw Ridge”, vicenda vera di un medico obiettore di coscienza che durante la Seconda Guerra Mondiale ha salvato quasi cento persone senza toccare un’arma, ndr). Sono supereroi che non vestono calzamaglie».

 Risate e applausi del pubblico.

 «Non hanno bisogno di effetti speciali – ha concluso – ma operano a un livello più alto, superhuman».

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