Andrea Riccardi (Comunità di Sant'Egidio) e Filippo Bubbico
1 minuto per la letturaArriva il primo nucleo di profughi: si integreranno grazie al progetto promosso dalla Comunità di Sant’Egidio che coinvolge nella città lucana il centro di recupero «Casa dei giovani», alcune associazioni, la Caritas, con il sostegno di Comune e prefettura
MATERA – Una famiglia di profughi siriani, composta da madre, tre bambini e da uno zio, rappresenta a Matera il primo nucleo del progetto di accoglienza e di integrazione sociale «Corridoi umanitari», promosso dalla Comunità di Sant’Egidio, e che coinvolge nella città lucana il centro di recupero «Casa dei giovani», alcune associazioni, la Caritas, con il sostegno di Comune e prefettura. Il progetto, autofinanziato, che su scala nazionale si prefigge in due anni di favorire l’accoglienza e l’integrazione di mille profughi, ha potuto contare a Matera sulla disponibilità gratuita di un alloggio, l’avvio a scuola dei ragazzi, l’attivazione dell’assistenza sanitaria e a breve di corsi di italiano.
Il progetto prevede l’avvio di attività formativa per una opportunità di lavoro, che riguarderà in via prioritaria il capofamiglia. «L’iniziativa – ha ricordato Antonio Latorre, referente della Casa dei giovani – intende essere un esempio alternativo, concreto, di buone pratiche di accoglienza e di inserimento nel tessuto sociale di persone che vengono da situazioni di sofferenza».
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