Il ritrovamento della balenottera Giuliana (dicembre 2006), foto R. Sartini
3 minuti per la lettura Per Giuliana, così chiamata per via della diga di San Giuliano in cui fu scoperta 11 anni fa, un documentario e un appello alle istituzioni: esporla entro il 2019. L’impegno della Regione
Sarà proiettato mercoledì 26 aprile, alle ore 12 nella sala “Caduti di Nassirya” di Palazzo Madama, il documentario scientifico sulla storia di Giuliana, la balenottera fossile risalente al Pleistocene scoperta a Matera l’8 agosto del 2006, e ancora chiusa nelle casse.
IL MISTERO DI GIULIANA IN 5 RISPOSTE
Approda in Senato, dunque, il caso del fossile di balenottera risalente al Pleistocene (più di 800.000 anni fa) più grande scoperto al mondo: “Giallo ocra. Il mistero del fossile di Matera” (GUARDA IL TRAILER) è il documentario scientifico che racconta la storia di Giuliana, ritenuta dagli scienziati il più grande animale ad aver mai nuotato nel Mediterraneo. Ma è ancora chiusa nelle casse… «Aprite quelle casse!» è l’urlo che l’opera rivolge alle Istituzioni affinché Giuliana venga, finalmente, studiata, restaurata e consegnata all’Umanità. L’evento è un’iniziativa del senatore Giovanni Barozzino che, a seguito della prima del documentario, si è da subito impegnato affinché questa storia finisse sotto i riflettori del Parlamento con interrogazione parlamentare con risposta scritta fatta al ministro Franceschini (Seduta n.693 del 5/10/2016).
IL REPERTO Giuliana, così chiamata per via della diga di San Giuliano a Matera (Basilicata) in cui fu scoperta 11 anni fa, è la balenottera fossile risalente al Pleistocene (circa un milione di anni fa) più grande rinvenuta al mondo. A tanti anni dalla sua scoperta, però, questo bene culturale, importante per le implicazioni sulla conoscenza dell’evoluzione di questa specie e per comprendere anche alcuni aspetti dei cambiamenti climatici, prezioso anche in ambito turistico-economico, non è stato ancora studiato, restaurato ed esposto in un museo. È lunga più di 25 metri, misura stimata grazie al ritrovamento del cranio, largo da zigomo a zigomo ben 2,88 metri. Misure raggiunte oggi soltanto dalla balenottera azzurra (Balaenoptera musculus) e la balenottera comune (Balaenoptera physalus) che con i loro 33 e 26 metri circa sono i più grandi animali che vivono sul nostro pianeta.
L’APPELLO Questa storia, sconosciuta e dimenticata dalle istituzioni, venne consegnata all’opinione pubblica l’8 ottobre 2016, con la proiezione in anteprima nazionale a Futuro Remoto, festival delle Scienze di Napoli, del documentario di divulgazione scientifica “Giallo ocra – Il mistero del fossile di Matera”. Scritto e diretto dal giornalista scientifico, divulgatore e filmaker lucano Renato Sartini, dallo stesso co-prodotto con la Video Eikon di Giovanni Bruno. A oggi il documentario sulla balenottera sembra aver “smosso le acque”. A seguito della disponibilità della Regione Basilicata nella persona del presidente Marcello Pittella a trovare dei finanziamenti, la Soprintendenza di Basilicata ha predisposto una scheda di valutazione sulle prime attività da svolgere, poi sottoposta alla Regione stessa: «Agli inizi di gennaio del 2017» dichiara l’Architetto Francesco Canestrini, Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici della Basilicata «abbiamo consegnato alla Regione Basilicata una richiesta di budget pari a 30.000 euro per effettuare uno studio preliminare. Questi soldi serviranno per aprire le casse in cui il fossile è custodito e comprendere le condizioni in cui si trova. Così da poter valutare una strategia per procedere nel percorso di studio, restauro e musealizzazione. A oggi non sono a conoscenza dei passaggi fatti dalla Regione: se la richiesta sia già stata inoltrata, quali canali di finanziamento siano stati attivati e i tempi necessari affinché questo finanziamento possa essere effettivamente disponibile».
LE ISTITUZIONI Per quanto riguarda l’impegno preso dalla Regione Basilicata, il canale di finanziamento sembrerebbe quello dei fondi Fesr, Piano Operativo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale. Sulla cifra richiesta, non è dato sapere se, oltre al budget iniziale indicato dalla Soprintendenza, sia stato contemplato un finanziamento più ampio in grado di accompagnare il fossile di Matera dai laboratori fino all’esposizione. Che sarebbe auspicabile avvenisse in occasione dell’evento Matera Capitale Europea della Cultura 2019. Un palcoscenico importante per presentare Giuliana al mondo.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA